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Numeri e dati

Carta, ebook: cosa si vende di più online? E come si fa a venderla?

Una indagine Nielsen ci permette di sapere come, in Italia, i lettori scoprono e acquistano libri ed ebook in rete.

Non le pubblicità, la tv, la stampa, almeno non solo. A “muovere” i titoli sono i reading con gli autori e il web: siti delle librerie e degli editori in testa. Il passaparola funziona ancora bene per i libri di carta, meno per gli ebook: in questo caso blog e riviste online di libri risultano più efficaci. L’email marketing o le newsletter di librai ed editori, sia per il cartaceo sia per il digitale, slittano agli ultimi posti per efficacia, così come l’ADV.

In questo modo lettori e consumatori italiani scoprono e acquistano online libri ed ebook. Lo rivela una indagine di Nielsen – Consumer book buying, in digital and print – svolta su un campione rappresentativo di 2mila individui, di età compresa tra i 18 e i 64 anni.

Il lettore, quando acquista con un clic, cosa compra? Nel 59% dei casi sceglie il cartaceo. Nel 38% sceglie entrambi i formati. Solo il 3% degli acquirenti opta esclusivamente per l’ebook. A questi dati va aggiunta la percentuale di lettori (8%) che online scarica ebook gratuiti. Quindi i lettori di digitale, complessivamente, si assestano al 49%.

Acquisto libri on line, le percentuali

Negli ultimi dodici mesi tre quarti degli italiani on line ha acquistato narrativa, Mentre un 57% si è portato a casa non fiction, libri per ragazzi/young adult, saggi e testi professionali.

Tipologie libri acquistati online

Nel 30% dei casi i lettori di ebook come device prediligono il computer. Il 23% opta per il tablet e quasi la stessa percentuale (il 22) per l’e-reader (Kobo in testa, a seguire Kindle e Sony). C’è persino chi legge sullo smartphone: il 16%. E qui Android (10%) batte iPhone (4%).

Device utilizzati per leggere

A cosa bada il compratore? Al prezzo. Due lettori su cinque comprano online per cercare il prezzo migliore ed è sempre per il prezzo più basso che vengono scelti gli ebook (editori meditate!). Nel 28% dei casi il lettore si informa on line e poi acquista negli store, mentre nel 23% cerca negli store i titoli che lo interessano e li compera online.

Sette italiani su dieci naviga su internet ogni giorno. Due terzi usa Facebook e Twitter ogni settimana, mentre la metà legge ogni settimana un quotidiano online e compra o cerca prodotti online. Un terzo ogni settimana dedica tempo online a giochi, tv,  film. Chi acquista ebook utilizza di più i social media rispetto a chi compera i libri di carta. I preferiti? Facebook. Seguito da WhatsApp, Youtube e Google+ e Twitter. L’impegno settimanale nelle attività online decresce con l’età, in particolare per i social media e per guardare online film e programmi televisivi. Al contrario, cresce con l’aumentare dell’età la lettura online di quotidiani e periodici.

C’è parecchio di cui discutere, non credete? A cominciare dalle modalità di promozione dei testi passando per il dato – molto rilevante per i librai – che riguarda l’informarsi online e il comperare poi in negozio. Come sempre, sono curiosa di sapere che cosa ne pensate. (Qui trovate la ricerca Nielsen.)

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62 comments

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Barbara 18/09/2015 at 12:03

Grazie Chiara, questo post è davvero utile.
Purtroppo non trovo la ricerca originale Nielsen online, sarebbe stato interessante anche capire come hanno raccolto i dati (cati o cawi, % di risposta, estrazione del campione).

Per me il dato più interessante è quel 38% di Print AND Ebooks: se è possibile, se il prezzo lo consente, se si ha a disposizione un lettore digitale, comunque si preferisce avere anche il cartaceo.

Del resto il ragionamento dei miei colleghi eReader-izzati è: se il cartaceo mi costa 20 euro e l’ebook me ne costa 12, mi compro il cartaceo (e spesso gli danno l’ebook omaggio). Oppure (e questa la sento spesso): ma che senso ha un ebook a 15 euro??! E’ un file! (ultimamente però rischiano una coppinata dalla sottoscritta con un “E la fatica dello scrittore?”)

“E qui Android (10%) batte iPhone (4%).”
Aspetta che giro sta frase ad un paio di amici e stappiamo na bottiglia…. 😀

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Chiara Beretta Mazzotta 18/09/2015 at 12:08

Detto fatto. Trovi il link nel pezzo. Indispensabile, anche perché i dati che si trovavano in giro erano privi di senso… comunque. Trovo la faccenda smartphone molto interessante anche io. E trovo altrettanto interessante che il lettore si informi in rete e poi compri in negozio: significa che il libraio che fa il suo lavoro ancora funziona. O, meglio, che Amazon non può essere l’unico imputato quando si parla di morte delle librerie.

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Barbara 18/09/2015 at 12:45

” using an online survey with 2000 Online Italian consumers aged 18-64″
è un cawi, ovvero indagine via web. Il che restringe alquanto l’apprezzabilità del campione. L’80% delle mie conoscenze (tutti non lettori) non partecipa a questionari online, il 50% si limita all’uso di facebook e della mail.
Quindi in un cawi parliamo già di utenti “evoluti”, ben informatizzati.

“Ebook downloading in last 12 months: paid vs free”
Che cos’è quel 51% Neither? not free, not paid, P2P??

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Chiara Beretta Mazzotta 18/09/2015 at 12:52

Niente, quel 51 sono quelli che gli ebook non se li filano.
Sì, il campione è sbilanciato.
Su Facebook, sulla mia pagina, sto contando i Kindle e i Kobo. Perché il dato mah..

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Barbara 18/09/2015 at 15:36

Kindle è nato prima, su una piattaforma che per prima ha cominciare a vendere ebook. Ha avuto un pessimo precedente in america di una signora che si è vista il dispositivo bloccato perchè, a detta loro, aveva caricato ebook senza drm (le licenze).
Kobo è più recente ma è un sistema aperto: supporta tutti i tipi di file senza dover diventare deficienti con le conversioni di Calibre. Quindi è più facile da maneggiare per gli utenti base.
Inoltre…Kobo era stato messo in super offerta con l’ebook gratuito di Cinquanta sfumature di rosso…ed è stato per molte un ottimo espediente di leggere il libro in ogni dove senza doversi sentire in colpa per la copertina in bella vista! 😀 😀 😀

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Marco Amato 18/09/2015 at 12:11

Uhm… Chiara non che voglia contestare Nielsen o il metodo statistico, in quanto sappiamo di cosa si parla, però l’indagine non mi sembra efficace.
Il primo dato strano che salta all’occhio è quel 38% di chi sceglie entrambi i formati. Ovvero di volta in volta opta o per la carta o per l’ebook.
38% è un valore statistico cospicuo, non si può liquidare frettolosamente. La domanda che sorge è con che frequenza e perché il lettore opta o la carta o l’ebook? È solo una questione di prezzo? O può variare a seconda di altri fattori quali l’impatto della copertina (una copertina insignificante potrebbe far propendere per l’ebook, una bella copertina per il possesso e l’immancabile odore della carta). Oppure un’altra discriminante potrebbe essere data dalle recensioni. Con un libro che ha recensioni di valore medio, meglio non rischiare il salasso, l’ebook costa meno e si piange a metà). Insomma dire 38% per me significa poco se non come puro dato di propensione.
Altro dato fuorviante è il dispositivo. Mi stupisce che il Kobo batta il Kindle. Nel mio dato statistico, ovvero la maggior parte di chi conosco, possiede un Kindle.
In realtà gli ebook Amazon così sembrerebbero minoritari. Ma se scaviamo a fondo l’app Kindle è disponibile su tutti i dispositivi, Desktop, Android, Apple. Infatti io mi chiedo subito, ma a quanto si assesta il dato degli ebook .mobi di Amazon rispetto agli Epub?
Me ne faccio poco a sapere se qualcuno legge da Ipad e poi i libri sono dell’app Amazon.
Insomma la statistica mi pare superficiale, insegna poco sui reali consumi. Nielsen mentre c’eri ti potevi impegnare di più…

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Chiara Beretta Mazzotta 18/09/2015 at 12:21

Marco, nel file trovi l’intera indagine. Io, ho solo riassunto i dati più rilevanti.
E per l’e-reader: nella mia cerchia i Kobo sono in grandissimo aumento. E l’indagine non riguarda il prodotto più venduto o la app più venduta ma i lettori.
Al massimo possiamo dire che il campione è esiguo, ma i dati non sono da buttare. Qualche info interessante la danno eccome.

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Chiara Beretta Mazzotta 18/09/2015 at 12:45

È partito il conteggio Kindle/Kobo su Facebook. Poi ti dico! 😉

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Marco Amato 18/09/2015 at 17:23

Chiedo venia, non avevo letto l’indagine completa.
Sì, un po’ di dati interessanti ci sono. Certo io sono pretenzioso. 😉
Ad esempio manca una suddivisione per genere narrativo, e tipologia di lettore uomo/donna. Una striscia statistica può dare risultati anche opposti senza i sotto campione.
Particolarmente interessante è come i lettori scoprono i libri. Fra stampato ed ebook, ci sono forti difformità.
Sul tuo sondaggio Facebook utilissimo. Perché in Italia non è facile avere dati concreti sulla sfida epub/Amazon.

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Barbara 18/09/2015 at 12:50

La statistica è superficiale perchè è un cawi, un indagine web.
Esclude tutti quelli che non accedono alla rete (molti anziani, ma comunque lettori cartacei), o che non sanno usare la rete (molti accedono dal cellulare sulle solite app social, ma questo non vuol dire che siano in grado di navigare coscienziosamente, tanto meno di acquistare su un ecommerce online).
Ahimè, è una statistica zoppa.

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Chiara Beretta Mazzotta 18/09/2015 at 13:01

Non sono del tutto d’accordo. La scelta online secondo me è motivata. Hanno scelto un campione che ha le potenzialità per usare sia libri di carta sia digitali.Cioè: un soggetto competente, che quindi sa cosa sia un ebook e sa scaricarlo, cosa sceglie? Ecco perché è interessante.

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Barbara 18/09/2015 at 13:04

Ok, ma allora diventa “ONLINE Consumer book buying, in digital and print”
Con tutto un altro significato.

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Chiara Beretta Mazzotta 18/09/2015 at 13:06

Sì, però sei d’accordo con me che volevano indagare una cosa ben precisa? E per farlo dovevano usare persone competenti. Alto è capire chi sa usare un ebook e chi no…

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Aldo 18/09/2015 at 12:32

volete “La ragazza del treno” a 0 euro?, “La scatola nera di Connelly” a gratis? Ho trovato anche “Non è vero” di Aldo Costa bello crakkato. Se li volete, datemi la vostra mail e ve li mando. E rivedete le vostre ricerche che se non tengono conto della pirateria, valgono meno di un ebook gratuito.

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Chiara Beretta Mazzotta 18/09/2015 at 12:35

Suvvia, Aldo, lo so che l’argomento ti sta a cuore 😉 Ma vedi tu sei tecnodotato e ne sai. Sappi che il 60 per cento dei cristiani non sa che cosa sia un ebook né come si faccia a leggerlo. Quindi anche questi dati, con tutti i loro limiti sono interessanti.
Il tuo appunto è verissimo, comunque. Il dato pirateria sarà sempre più rilevante (il 40 per cento di quelli tecnoesperti tenderà ad aumentare) e non tenerlo presente è molto rischioso. Ma dalla musica non abbiamo imparato nulla..

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Barbara 18/09/2015 at 12:56

Non hanno imparato niente dal cinema, dalla musica, dal software…e adesso tocca ai libri.
Il colmo? Ho un’intera saga di 13 libri in digitale passatemi sottobanco e sono qui ogni mese a IMPLORARE l’editore la ristampa del cartaceo, che si trova solo in misera brossura da supermercato di quindici anni fa.
Ne avrei già cinque copie da regalare.
Lo voglio rilegato, con sovracoperta, il più possibile simile all’originale americano (e non diviso in dispensine), con una bella grafica. Lo pago, anche il doppio. Mi impegno a fargli pubblicità ogni giorno agratis. Ma niente, non posso averlo.
C’è chi ha il pane, e non ha i denti….

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sandra 18/09/2015 at 15:22

Per me gli acquisti di libri on-line sono molto rilevanti ai fini di acquistare usato-sicuro altrimenti introvabile, dopo aver sondato mercatini e negozi specializzati in seconda (terza quarta ecc.) mano. Per il resto trovo che ci siano davvero molti dati su cui ragionare: pirateria, kindle, kobo, piattaforme, io personalmente non ho molti strumenti in tal senso, ma mi piace comunque leggere chi è + informato di me. Quindi grazie.

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Chiara Beretta Mazzotta 19/09/2015 at 17:07

Vero, adesso online si trovano i libri “introvabili” magie della rete!

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Daniele 18/09/2015 at 15:57

Mmmh… io ho un Kobo perché il Kindle schifa l’epub – ma avrei potuto prendere il Kindle e dargli in pasto una roba misteriosa chiamata Duokan (una patch? Un sistema operativo? Una fattura voodoo? Sono ‘gnorante) per risolvere il problema.
Anche perché il Kobo è un po’ carente come programmazione – per dire, il mio non legge le micro sd nonostante abbia una fessura apposita.

Quando acquisto, guardo più che altro la quarta di copertina: non sono un compratore compulsivo, ma un giro in libreria può tentarmi…
Se so già qualcosa del libro, soprattutto a causa dei 1000 blog che seguo, vado a colpo sicuro.
In rari casi, la copertina conta: se mi fa davvero schifo, cerco un’altra edizione 😛
Ovviamente, il prezzo ha il suo peso…

Ebook: per ora ne ho scaricato solo free, ma non piratati – e non perché non mi tenti l’idea, specie coi libri introvabili, ma perché ho una coda di lettura di diversi metri. Specialmente perché quest’anno sono stato un lettore pigro 😛

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El cugino del P... 18/09/2015 at 16:53

1 – Ho un e-reader dal 2009 (uno dei primi 13 venduti in Italia)
2 – Questo per dire quanto apprezzi la prospettiva di leggere (anche) “elettrico”…
3 – Non è possibile che un ebook (d’un romanzo) costi più di 2,99 € e anche meno se il testo è un classico/datato…
4 – E se poi l’ebook appena finito mi piace al punto da meritarsi LUI un posto nel MIO scaffale, allora vai con la carta e magari TU editore mi fai lo sconto perché ho già copia elettronica ORIGINALE ecc. ecc. e così via fino ad un bel fanc alla pirateria…
5 – Pirateria che con gli ebook a euro 9,99 ( COOOOOOOSA!?! ) sguazza e meno male che c’è (dicono)…
6 – Però una cosa a me suona strana…
7 – E cioè di solito in libreria sfoglio e prendo appunti mnemonico-fotografici, e poi in rete ebay, ibs, ama, laeffe ecc. ecc…
8 – O no?

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Chiara Beretta Mazzotta 19/09/2015 at 17:12

2,99 è davvero pochino. A parte i classici ormai liberi dai diritti, direi che 4,99 sarebbe un ottimo prezzo. Cazzus cappuccio e brioche costano quasi lo stesso!
Io mi informo in rete. Nei supermercati dei libri le pile son tutte paccottiglia, bestseller & co. E non trovo quello che sarebbe bene scoprire. La mia libraia di fiducia aiuta e aiuta soprattutto la rete.

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El cugino del P... 21/09/2015 at 19:08

Scusa ma perché sono pochini? Un autore manco ci arriva a prendere un euro sulla versione stampata…
Di quei tre euro d’ebook, 2 dovrebbero andare all’autore ed uno a tutti gli altri (piattaforma editore ecc)

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Chiara Beretta Mazzotta 21/09/2015 at 19:27

L’ebook qualcuno lo fa, il testo va ricorretto (che tu stampi su carta o su file, ci vuole una revisione perché le boiate scappano in fase di impaginazione), ci sono le royalty per l’autore, ovvio, ma c’è pure il traduttore, il grafico, i costi della cover…
Le spese assenti, ovvio, sono: magazzino, distributore, stampa.
Trovo che un ebook a 2,99 quando c’è di mezzo un editore, un editor, un correttore bozze eccetera non sia rispettoso del lavoro di tutti. E, ripeto, per me la battaglia non la si fa sul prezzo ma sulla qualità. 4 euro, dico, ma al cinema in due ore ne spendi 7 e che ti rimane? Con quattro euro manco una birra media! Suvvia, non è questo il problema. E si sa. Altrimenti i classici a poche euro, i saggi (ce ne è di ottimi) a prezzo politico, i libri gratis sarebbero sempre primi in classifica. Non è così.

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ottocartelle 18/09/2015 at 21:20

Anche a me pare strano quel 38 su entrambi i formati. La forza del passaparola non va dimenticata , ma a mio avviso è fondamentale in una seconda fase. Tra parentesi, va ricordato che amazon adesso vende con l opzione unlimited e quindi non è facile da statisticare.

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Serena 19/09/2015 at 05:10

E gli ebook senza ISBN?

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ottocartelle 19/09/2015 at 07:51

Parliamone!

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Chiara Beretta Mazzotta 19/09/2015 at 17:16

Vi ascolto!

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Daniele 19/09/2015 at 11:38

Un libro è un libro. Ma solo a volte 😛

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Barbara 19/09/2015 at 12:12

Illuminatemi, che questa mi manca. Nelle piattaforme si trovano ebook senza ISBN? Gratuiti forse.

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Daniele 19/09/2015 at 12:39

Potrei sbagliarmi, ma da ciò che so io, il codice ISBN non è obbligatorio per legge.
Riguardo agli ebook, su quelli senza ISBN si paga l’IVA al 22%, su quelli col codice invece, è al 4%.

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Chiara Beretta Mazzotta 19/09/2015 at 17:56

No, è esatto. Non tutte le
Piattaforme self impongono isbn. E tutti gli ebook senza isbn hanno iva al 22.

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sandra 19/09/2015 at 13:53

Ho fatto un certo numero di sconsideratezze nel campo della pubblicazione, ma almeno l’ISBN l’ho sempre avuto 😀

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Marco Amato 19/09/2015 at 19:14

Chiara ti posso fare una statua d’oro?
Sondaggio spettacolare!
In pochissimo tempo hai mobilitato un campione di lettori altamente significativo.
Io mi son fatto i conteggi. Spuntati 350 commenti, fino alle 18:40 circa di oggi. Il trend ormai è consolidato anche i successivi commenti sono ininfluenti.
Ho usato un sistema metodologico preciso. Anche se alcune votazioni potrebbero essere interpretate.
Comunque i dati che ne escono sono significativi.
Devo portarmi tutto su excel per tirare le dimensioni.
Altro che Nielsen, qui basti tu.
Hai intenzione di ricavare i tuoi dati o ti passo i miei? 😉

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Marco Amato 19/09/2015 at 20:00

Certo conteggiato tutto, figli, nipoti.
Bellissime anche alcune motivazioni del voto. Perle emotive che non rientrano nella statistica arida, ma sono interessanti per capire l’umore.

Per il conteggio non ho resistito alla tentazione. Io vivo di statistiche e conoscere il mercato è vitale.

Se vuoi farci un post ti mando i dati per mail. 😉

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Serena 20/09/2015 at 15:46

Il punto è, Chiara, che gli ebook senza ISBN sfuggono alla statistica e falsano di molto le classifiche delle vendite 😛 Ne ha parlato in modo esteso authorearnings.com, il sito fondato da Howey proprio per studiare i numerelli del mercato. Anche da noi il fenomento è importante. Proporzionato al nostro piccolo mercato, ma importante.

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Chiara Beretta Mazzotta 20/09/2015 at 16:03

Sì, certo ma qui si valutavano le risposte dei lettori non i dati di vendita. Ecco perché non capivo 😉

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Serena 20/09/2015 at 15:48

Gesù. Il prossimo che mi arriva nella RL con il “profumo della carta”, poverino, pagherà per tutti e si prenderà una padellata. Userò la pedella con il fondo spesso, quella che tiene bene il calore.

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Marco Amato 20/09/2015 at 16:39

Eh no no… Io ho letto i primi 350 commenti del sondaggio Facebook di Chiara. E il profumo della carta in molti pullula come slogan. Mi stavo quasi convertendo alla fede. Io proporrei per risollevare l’editoria il libro profumato. Dal tutti i gusti, al Baricco al Lampone. Dal Murakami allo zenzero, al King liquirizia.
Farebbero un successone. 😀

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Barbara 21/09/2015 at 09:45

Io leggo sul profumo della carta, padellatemi pure.
Del resto quando si passano dalle 10 alle 12 ore su uno schermo di diverse forme, non è che anche a leggere si vuole continuare ad avere un aggeggio elettronico sotto il naso. Probabilmente uno che lavora in copisteria a tagliarsi le mani tutto il giorno con i bordi, non vedrà l’ora di leggere sano e salvo da un ereader. De gustibus.

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Chiara Beretta Mazzotta 21/09/2015 at 15:03

De gustibus! Ovvio. A me in effetti più che l’olfatto soddisfa il tatto… comunque alle volte, pare più una moda che una reale passione quella del profumo. La padellata è per loro 😉

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Serena 21/09/2015 at 18:35

“Il lettore, quando acquista con un clic, cosa compra? Nel 59% dei casi sceglie il cartaceo. Nel 38% sceglie entrambi i formati. Solo il 3% degli acquirenti opta esclusivamente per l’ebook.” Ecco, Chiara, quando sollevavo la questione degli ebook senza ISBN mi riferivo a questo. Un sacco di gente, invece, soprattutto chi legge narrativa di genere, legge moltissimi ebook e senza ISBN. Non dico che quelli stravolgano completamente la statistica, ma per quanto mi riguarda sollevano qualche interrogativo sull’affidabilità di certe indagini. Dubbl corroborati dalla tua indagine personale sugli ereader 😛 e anche dall’ultimo report di authorearnings.com, uscito oggi. Proprio a fagiolo, come dire XD

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Chiara Beretta Mazzotta 21/09/2015 at 18:36

Adesso vado a leggere il report! Grazie, Serena 😉

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El cugino del P... 22/09/2015 at 08:55

E invece il problema c’è (insisto) e soprattutto per coloro che leggono (davvero) e hanno bisogno di 3-4 libri a settimana… Non puoi mettermi sullo stesso piano cinematografo e libri (quante volte vai al cinema in un mese? – hai idea di quanto costi produrre anche il più scalcinato dei film in circolazione?)… E anche dei concerti allora potrei dirti: cosa ti resta? L’esperienza unica, ti risponderei io (a minimo 50 euro a botta (!) e se vuoi andare a sentire Gilmour alla Royal Albert Hall di euro te ne servono almeno 270 (!!!))…
Nessuno compra più CD, la pirateria è una piaga, ma da quando si può acquistare musica digitale con poche decine di cent, il mercato dell’originale ha ripreso a viaggiare con numeri da capogiro. In questo caso credo che il prezzo incida, eccome!, e sono convinto che inciderebbe positivamente anche tra i meno numerosi fanatici del libro i quali, temo, in materia di grano, siano altrettanto sensibili di quelli della musica…
Meglio avere qualche buona possibilità di incassare 4 euro da 3 copie digitali a 1,33, o avere la quasi certezza matematica di incassare zero (ZERO) (0) da 3 copie a 5 euro su amazon scaricabili comodamente dal mulo?
Meditate gente, meditate (cit)

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Chiara Beretta Mazzotta 22/09/2015 at 09:17

Siamo in disaccordo. Non è una questione di prezzo, ma di desideri. 3-4 libri a settimana? Ma di chi parli?! Leggo e sto tra i lettori da un pochino, 3-4 libri a settimana li legge chi lo deve fare per lavoro e pochissimi altri. Pochissimi. Se uno fosse assetato di libri lo streaming del libro (come Bookolico) sarebbe decollato alla grande. Il condizionale non è casuale.
La gente non compra libri perché se ne sbatte delle storie e dei saggi e delle parole… non le calcola. Sono pochissimi quelli che entrano in libreria e dicono: no, costa troppo. E se un ebook costasse 3,90 o 4,90 – mio Dio! – non certo direbbero: cavoli, non costa 1,90 non lo compro. Un pacchetto di sigarette costa di più. Una bitta media, una colazione al bar, due biglietti del tram.
Ma di cosa parli? Con tutti gli iPhone che ci sono in giro, dai, su.
A me basta raffrontare un post in cui parlo di trame e uno in cui parlo di device o editori ladri: il primo viene surclassato. Alla massa dei libri, frega nulla.
Andare a un concerto è diverso? Ovvio. Primo costa, se ti va bene, quanto? 50/100 euro?
Un film ha dei costi di realizzazione alti? Ovvio. Ma hai idea della diffusione di una pellicola rispetto a un libro? Del numero di spettacoli? E di spettatori? Ma 7/10 euro per due ore non è certo poco. Io al cinema ci vado tutte le settimane: spettacolo pausa pranzo, costa 4,50. E non è un caso che il fenomeno della pirateria qui sia stellare. Ci vado tutte le settimane non perché costa poco, perché desidero farlo.
Musica: un pezzo a 0,99 o 1,60 è, fidati, piuttosto caro. E infatti il possesso verrà annientato dalla sola possibilità di utilizzo (ovvero Spotify). Pirateria? Perché spendere tempo, banda eccetera quando posso ascoltare quello che voglio? La pirateria verrà annientata dallo streaming. Io ho Spotify Premium e non lo cambierei mai (te lo dice una che nei traslochi aveva 80 casse di libri e 20 di cd). Quando ho proprio voglia di acquistare musica, compro un carissimo vinile. È folle, ma il desiderio spesso lo è.

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El cugino del P... 22/09/2015 at 10:20

E allora stop alle discussioni! Se il cinema e i concerti hanno una diffusione che i libri non hanno e soprattutto si pensa che non potranno avere, allora lasciamo perdere… Il prezzo non sarà certo l’unico deterrente alla lettura, ma sono abbastanza sicuro che prezzi alti fanno rima con download gratuiti e “condivisi” 😉
La strada verso la scomparsa del possesso poi la trovo positivissima: credo sia tracciata. Tutto diventerà noleggiabile. E come oggi succede (solo in parte) con le auto, anche per i libri sarà così: biblioteca virtuale fruibile ovunque, metafora immateriale dei parcheggi dei car sharing a ogni cantone… Ancora una volta sarà la tecnologia a venirci incontro: oggi leggere su un monitor a bassa definizione è come minimo scomodo: con un device dedicato e con una pagina elettronica bella e bianca come un foglio di carta stampata tutto sarà diverso e ci si potrà abbonare ad una biblioteca che con un bel software potrà gestire i diritti autoriali ed editoriali ecc. ecc.
E in questo caso, secondo te, chiarissima Chiara, il prezzo d’un abbonamento farà sì o no la differenza?
😉
nt

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Chiara Beretta Mazzotta 22/09/2015 at 11:01

Si scanneranno per spotify a un prezzo competitivo. Perché la musica è un prodotto amato, desiderato, fruito, condiviso…
Vedrai sui libri che folla! La narrazione è cambiata, il modo di fruire le parole sta cambiando. Il romanzo ha un appeal solo per una élite. E una trasformazione culturale, il prezzo c’entra – come dice il mio amico Beppe – ‘na sega.

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Barbara 22/09/2015 at 10:24

Avete ragioni entrambi, perchè in realtà va fatto un discorso più ampio.
Ha ragione El cugino perchè c’è chi effettivamente il problema del costo dei libri lo sente eccome. Conosco persone che leggono solo ebook gratuiti. O li scaricano e se li passano. E non occorre nemmeno passare per il p2p. Per il cartaceo, io stessa vendo libri usati su comprovendolibri.it dove c’è sia un forte mercato scolastico e di libri antichi, ma anche molta narrativa. Dopo un paio di mesi si trovano già romanzi al 40-50% di copertina. C’è chi li legge una volta e poi li rivende, per poterne acquistare di nuovi.
Perchè è vero che l’Italia è in Europa la più grande spendacciona in smartphone, ma conosciamo tutti anche la statistica dei due polli (Trilussa).
Dall’altra parte ha ragione anche Chiara, perchè ci sono parecchi non lettori a cui la differenze di costo di un libro non gli interessa. Perchè non gli interessa leggere!
Ho regalato un sacco di libri quest’anno, quanti ne sono stati letti? Pochi. Eppure erano gratis!! Anzi, rischi proprio che la gente ti guardi storto, con la faccia del tipo “Ma che schifo di regalo insulso mi hai fatto? un libro? un un set da bagno, una maglietta, un dvd…ma un libro??”
Ho rilasciato un raccontino nel mio profilo personale due settimane fa. Completamente gratis. Lì a disposizione. In quanti l’hanno letto? Quei 3/4 gatti che tanto so essere ottimi lettori lo stesso. Gli altri? Sono troppo occupati a scambiarsi barzellette stupide su uozzap (quello lo dovrebbero mettere a super pagamento ed anche pagarci l’Imu!!) Ieri un amico mi fa: “ah, quella roba lunga lunga che hai pubblicato? saranno almeno due pagine A4!!” …………………………………!!

Ultima: “La pirateria verrà annientata dallo streaming.”
In quale millennio??!!
L’Italia è fanalino di coda dell’Europa (25esima su 28) per la qualità delle connessioni a banda larga, peggio solo Grecia, Bulgaria e Romania. Solo il 21% del territorio italiano è coperto da una connessione veloce, con una media di velocità di 5,6 Mpbs contro la media svedese di 27,60 mbps. Io abito a 7 km dal centro di una grossa città. In centro spacciano 21 mbps (mai visti). Qui arrivano al massimo a 1,2 mbps. Non riesco nemmeno a vedere un video di Youtube superiore a 420p!!
Telecom dichiara di portare la fibra, in realtà non riesce nemmeno a portare il doppino di un’adsl a 4 mega!
…ma se non funziona uno streaming come fa a funzionare la pirateria? Esistono parecchi harddisk multimediali con gestione p2p autonomo. Si lasciano andare di notte, quando tutti dormono e le linee sono scariche, ed alla mattina il carrello è pieno. Gratis.

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Chiara Beretta Mazzotta 22/09/2015 at 11:05

Barbara non mi dire che uno non compra un ebook perché invece di costare 3,90 costa 1,90! Io parlo di questo, suvvia. Ovvio che un ebook a 9,90 sia una follai quando il testo ne costa 14. Parlo di prezzo rispettoso del lavoro altrui, non di prezzo furbetto.
Come tu stessa dici, chi ha il problema costi sceglie gratis, usato… con due euro compri un botto di libri usati! Ci sono pure quelli al metro per un euro… 😉

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El cugino del P... 22/09/2015 at 11:26

Domanda: “Barbara non mi dire che uno non compra un ebook perché invece di costare 3,90 costa 1,90!”
Risposta: “Sì”

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Barbara 22/09/2015 at 11:29

Si. 😀
Chiara, osservo i comportamenti altrui. Non so se le conosco solo io quelle bestiole lì!

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Chiara Beretta Mazzotta 22/09/2015 at 11:35

Non sono lettori. Io parlo di lettori, di persone che scelgono i libri non che comprano i libri. E questi compratori fanno un mercato che non ha neppure bisogno degli editori. Perciò parliamo di altro.

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Chiara Beretta Mazzotta 22/09/2015 at 11:34

Occhei non è un lettore. Andiamo avanti.

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Barbara 22/09/2015 at 11:46

Uhm…scelgono una lettura tra quelli che costano meno, SE vogliono comprarlo. Altrimenti leggono quello a 9,99, quello d’elite, ma reperendolo in altri canali.
Di solito il mercato si analizza per capire che cosa gli sfugge.
Qui sfuggono lettori. Se vogliamo dividerli in lettori bravi e lettori scadenti, non è che facciamo un bel gioco. Che la maggioranza sta dalla parte dei lettori scadenti.
E se l’editoria la vuole smettere con le emorragie continue, magari è il caso di considerarli solo ed esclusivamente lettori. E chiedersi come rimediare. 🙂

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Chiara Beretta Mazzotta 22/09/2015 at 12:07

Cara Barbara, io non sono politically correct. Né snob. Ci sono lettori e compratori di libri. E lo sappiamo. Un lettore e un compratore possono comunque scegliere tra una miriade di titoli a buon prezzo: recenti, classici, offerte. Prendi Neri Pozza. Ogni mese ha 4/6 ebook in super offerta (spesso 1,99 così El Cugino è contento 🙂 )
La faccenda prezzo per me è come “il profumo della carta” se tutti quelli che la tirano in ballo leggessero davvero, avremmo il 70 per cento di lettori in Italia non il 40.

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Barbara 22/09/2015 at 12:14

Infatti NON è solo una questione di prezzo.
Ma è ANCHE una questione di prezzo.

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Chiara Beretta Mazzotta 22/09/2015 at 12:20

Concordo, Barbara. Ma se è ANCHE una questione di prezzo possiamo concordare che un ebook a 9,90 è un deterrente uno a 3,90 non può esserlo. Perché, appunto, non è SOLO una questione di prezzo. Scatta, quindi, la questione priorità. Come desidero impiegare i miei 3,99 oggi?
vestiti
cibo
aperitivo
colazione al bar
Gazzetta
droga
e via discorrendo.
Allora dovremmo lavorare in sinergia: avere dei prezzi dignitosi e cercare di istigare il desiderio alla lettura.
Perché se tutti i libri per un giorno non costassero alcunché a mio avviso, cambierebbe poco in termini di lettura. Forse tutti scaricherebbero quell’ebook gratis ma, poi, lo leggerebbero?!
Ecco perché distinguo tra lettori e compratori.

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Barbara 22/09/2015 at 12:39

Il problema, come sempre, è di marketing.
Il messaggio che passa ai non “addetti ai lavori” è che è solo un file! Non identificano l’ebook (come il film in divx, come la canzone in mp3) con qualcosa di tangibile, un’opera che è costata fatica e sangue a qualcuno. Il libro in carta lo identificano con il costo di stampa, il film al cinema col riscaldamento dei locali, il cd/dvd come costo del supporto.
Pagare 3,90 anzichè 1,90? Ma se poi lo trovo addirittura gratis!
E questo perchè….li abbiamo tirati su male! 😀
Il self publishing da questo punto di vista aggrava la situazione. Perchè basta scrivere due righe in croce, con un minimo di senso compiuto, e ti auto-pubblichi. Bella cosa per alcuni che non devono sottostare alle lune delle case editrici e possono avere un’occasione d’emergere. Brutta cosa perchè nel mucchio sono mosche bianche, tutto il resto non varrebbe nemmeno il tempo del download, figuriamoci la lettura.
Dal punto di vista psicologico, si continua a passare la lettura come qualcosa di faticoso. E lungo. E poco divertente. Il messaggio non ce l’ho passato io, anzi (in ogni sala d’aspetto che mi capita di frequentare, tiro fuori il mio bel libro in carta, con copertina in bella vista -che se avessi un ereader non capirebbero manco che sto leggendo, penserebbero che gioco a candy crush saga- e mi metto a ridere, sorridere, esultare e sospirare, schifando le Novella7000 di turno). Però è questo quello che pensa la maggioranza.
Certo….il Cepell non aiuta….

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sandra 22/09/2015 at 11:06

Dico la mia sul prezzo, sono una lettrice forte, non da 3/4 libri a settimana, lì oggettivamente a parte che dipende dal volume del volume 😀 trovo che forse chi riesce a fare questi record forse non lavora o non dorme. Dicevo gli e book a 1.99 e anche 2.99 e sì ci sono pure quelli a .99 (prezzo fisso non in promozione) mi irritano oltremodo, sembrano fatti apposta per scalare le classifiche di Amazon, perchè in fondo una cifra del genere tutti o quasi sono disposti a spenderla, no? Così il libro vende, e se vende significa di certo che è bello, no? Altra pericolosa equazione.

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El cugino del P... 22/09/2015 at 11:33

Sarà pure una élite quella composta dai 613 lettori nel mondo, ma proprio non ne capisco il nesso con il prezzo alto… Sarebbe come sostenere che, se la Ferrari vendesse 10 volte di più, le sue fuoriserie costerebbero 10 volte di meno!… Seeeeee ‘na sega, direbbe il tuo amico Beppe 😉

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Chiara Beretta Mazzotta 22/09/2015 at 11:39

Un ebook a 1,99 per me è un insulto. Per l’editore, la filiera e l’autore. parlo di una novità, parlo di narrativa di buon livello.
E, comunque, l’editore che vende solo ebook a 1,99 chiude. La luce, la segretaria, l’affitto dei locali e tutto il resto hanno sempre un costo.

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sandra 22/09/2015 at 11:56

Infatti concordo un insulto al MIO lavoro magari di anni. Invece il selfista che ha la smania e la fretta lo butta fuori a un prezzaccio, magari sbanca, non ha speso un ero di editing, l’incasso è tutto o quasi suo, urla al successo e non si rende conto che ha sminuito la sua opera, o forse le ha solo dato il giusto prezzo, perchè piena di refusi, frasi fatte, espressioni povere, trama così cosà. Non tutti, eh, ma comunque troppi.

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Daniele 26/09/2015 at 02:23

Secondo me, dipende anche da quanto c’è da leggere: 1,99 € per l’equivalente di cira 50 o 75 pagine (1 racconto, magari 2) può avere senso.
Stampare un libriccino di una cinquantina di pagine o poco più potrebbe imporre un prezzo percepito come alto, specie se uno considera i prezzi degli economici della Newton (cartacei a 0,99 €, o 1,99 se “cartonati, anche se poco robusti e lunghi sulle 100 pagine) ma un ebook di “poche pagine” potrebbe avere prezzi degni del resto dal lattaio senza che sia una furbata da scalata della classifica Amazon.

Ovviamente, tirando in mezzo anche altre figure (come un traduttore, un grafico etc.) da pagare, i prezzi di produzione potrebbero rendere di nuovo poco conveniente pubblicare un singolo racconto, ma alcuni autori indie a 0,99 o giù di lì ci arrotondano lo stipendio, dopo aver ammortizzato le spese (alcuni pagano copertine ed editor, evitando il fai da te).

Forse è solo una questione di abitudini da superare: mentre siamo abituati a spendere (un bel po’ di) soldi per fruire di certi beni immateriali come una serata a teatro/cinema/concerto, il libro è ancora collegato all’idea di una forma fisica, e spendere denaro per comprare solo uno spettro da incarnare in un dispositivo può far sembrare alte certe somme che in realtà sono contenute. Specie quando quelle somme siano vicine a certe edizioni cartacee economiche: tipo gli Urania in edicola – attualmente a 6 € variabili – e certi classici Newton a 3,90 in libreria.

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