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#IoFaccioPerché a non fare ci pensano già in troppi

C’è una associazione che si chiama Agorà, è nata dall’idea di tre ragazzi, ha una sede, una bella libreria e si è trasformata in una biblioteca. Lo ha fatto senza fondi ma con la volontà  e i risultati sono concreti.

Non io, eh. “Io” siete voi. Cioè tutti quelli che per i libri, per esempio, fanno molto e lo fanno tutti i giorni senza sostegno e senza investire (spendere?) centinaia di migliaia di euro (di soldi pubblici), né pigliano uno stipendio per scaldare la sedia. Prima di raccontarvi la storia di oggi, però, devo chiedere scusa agli scrittori: parlando di #ioleggoperché (qui) e delle persone che hanno lavorato gratuitamente non li ho citati. I 24 autori hanno reso disponibili 10mila copie ciascuno, per un totale di 240mila copie senza incassare le royalty. E se diamo per buona la regola “one book, one buck” (un libro, un dollaro) e stabiliamo che si tratti di un euro a copia, il conto fa ben 10.000 euro a testa, cioè 240.000 euro regalate a #ioleggoperché.

La storia? È un caso esemplare di #iofaccioperché. Si tratta di Agorà, una piccola associazione giovanile nel comune di Sant’Agata di Militello in provincia di Messina. È nata dall’idea e dall’attività di tre ragazzi che, dal 2008 a oggi, hanno organizzato più di 100 eventi culturali. Hanno quindi richiesto una sede sociale al Comune e solo all’inizio del 2014 hanno ricevuto, in comodato d’uso, un’aula di un ex plesso scolastico in Contrada Torrecandele.

E poi? «Siamo diventati imbianchini, muratori, elettricisti, falegnami, giardinieri, addetti di agenzia di pulizie» mi racconta Dorotea Attanasio responsabile e segretaria dell’Associazione. «Ci siamo dati da fare per ristrutturare la sede che, purtroppo, versava in condizioni pietose; non avevamo i soldi per fare i lavori con l’ausilio dei professionisti quindi ci siamo rimboccati le maniche: il risultato è quello che vedi dalle foto» e c’è pure un video su YouTube.

https://www.youtube.com/watch?v=8DxmsGJF5Lw&feature=youtu.be

Si sa, lavorando con le mani, anche il cervello si dà da fare e Cecilia, sorella di Dorotea, si è ricordata di una massima di Cicerone: “Una stanza senza libri è come un corpo senz’anima”. Da qui è nata l’idea di realizzare una libreria da adibire a biblioteca con apertura settimanale e completamente gratuita per i fruitori.

Ed ecco la Biblioteca Murales (l’opera di Keith Haring è stata realizzata da un gruppo di volenterosi che frequentano l’Accademia di Belle Arti in varie sedi italiane) e il progetto Dona un libro accendi la cultura! «L’idea è dare nuova vita ai libri, promuovere la raccolta dei vecchi testi che possono generare nuova cultura, perché purtroppo da queste parti i libri sono visti come oggetti ingombranti e vengono gettati nel cassonetto. Abbiamo quindi promosso l’iniziativa raccolto e scelto i volumi, li abbiamo catalogati e poi inaugurato».

Scopro che la catalogazione è stata fatta in digitale solo in un secondo tempo, ché non c’erano i soldi per un computer che poi, per fortuna, è arrivato grazie all’interessamento di una fondazione. E i libri? Sono arrivati dai privati ma anche dalle case editrici – più di 70 quelle che hanno partecipato all’impresa – se volete, potete dare un occhio alla pagina Facebook: hanno fotografato ogni singola scatola recapitata all’associazione. E adesso la libreria Murales non basta più e i ragazzi si stanno attivando per dare nuovo spazio agli ultimi arrivi.

«Abbiamo fatto tutto da soli, i nostri genitori non sono librai, né laureati e non hanno appoggi politici. Io studio Giurisprudenza e ho 23 anni, anche Andrea, il mio fidanzato, studia Giurisprudenza e ha 28 anni, mia sorella Cecilia è al quinto anno del liceo e si appresta agli esami di Stato. Siamo felici di aver dato un piccolo contributo alla nostra comunità.»

Dorotea l’ho incontrata su Instagram. Avevo fotografato i 24 volumi di #ioleggoperché, l’idea era usarli per una caccia al tesoro. Ad Agorà ne mancavano 12 per completare la serie e Agata me li ha chiesti. Il resto l’ho scoperto dopo ed è stato un regalo per lo spirito. Sono felice di questa storia e che quelle di carta abbiano trovato una casa così ospitale e tanti lettori curiosi.

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7 comments

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Simona Scravaglieri 29/04/2015 at 14:50

Bravi, bravi, bravi! Complimenti, ho visto pure il video e hanno fatto un lavorone!

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Chiara Beretta Mazzotta 29/04/2015 at 16:40

Hai visto?! Della serie “non mi spaventa nulla” 😉 Son bravi, gentili e creativi. I tipici giovani choosy insomma… #cloniamoli

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Margherita 30/04/2015 at 13:54

Buongiorno, io faccio parte del folto gruppo di volontari che per passione ed entusiasmo si sono cimentati in azioni curiose, letture improvvisate sui treni e quant’altro … Partendo dal fatto che può non essere riuscita o meno la trasmissione o altre cose, io ero a fare altro alla biblioteca Sempione… Rimane il fatto che moltissime singole iniziative sono state curate direi quasi a livello professionale da persone che non lo sono e che appunto, fanno altro nella vita.

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Chiara Beretta Mazzotta 30/04/2015 at 14:35

Margherita, grazie per essere è passata di qui a raccontarci la tua esperienza. Il problema sono infatti le istituzioni e chi è stato pagato per organizzare questa mobilitazione generale. Sul territorio sono state fatte e ben gestite tante iniziative (peraltro alcune da cari amici). Questo non è certo in discussione, mi pare ovvio.

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Veronica 30/04/2015 at 22:59

Veramente bravi e coraggiosi… da un’idea ottima e difficile da realizzare, hanno fatto un lavoro splendido. Complimenti… lo condivido sulla mia piccola pagina facebook perché merita davvero.

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Chiara Beretta Mazzotta 01/05/2015 at 12:06

Grazie, Veronica, è bello far girare le buone notizie! E buon primo maggio.

Chiara

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Veronica 01/05/2015 at 15:22

Grazie. Buon primo maggio anche a te.

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