Divise forate

Divise forate

E per gli Scelti da voi, ecco la recensione di Tiziana.
Un gran libro a cui purtroppo è stata fatta poca pubblicità e che, nella sua semplicità, ho trovato molto coraggioso: al giorno d’oggi grazie anche ai movimenti No Tav, No Global, no qualunque cosa, o ai soliti che si credono ribelli, rivoluzionari, più intelligenti di altri eccetera viene spesso data un’immagine negativa delle forze dell’ordine.
I poliziotti e carabinieri di cui si parla in questo libro sono quasi tutti vittime della mafia e del terrorismo: quasi tutti giovanissimi, quasi tutti ragazzi del Sud che, allora come oggi, sceglievano di indossare la divisa per sfuggire a un destino di disoccupazione quasi sicuro e per non gravare sulla famiglia d’origine, rendendosi indipendenti. Una motivazione non nobile? Non siamo ipocriti, tutti lavoriamo per lo stipendio, anche chi fa un lavoro che gli piace; e infatti questi ragazzi si rispecchiavano comunque nei valori della giustizia, della lotta alla mafia e al terrorismo. Certo non ambivano a essere eroi, ma a costruirsi un’esistenza normale e dignitosa, facendo qualcosa di utile per la società in cui vivevano.
La storia che mi ha colpito più di tutte probabilmente è quella di Maurizio Arnesano, forse per l’età della vittima (aveva 19 anni), forse perché la prima volta che l’ho sentita avevo la sua stessa età, forse perché mi fa rabbia che il suo assassino, che non ha avuto scrupoli nell’ammazzare un ragazzo di 19 anni sparandogli alle spalle solo per rubargli il mitra, ora si faccia passare per il paladino dei diritti dei deboli; mentre di Andrea Moneta, Mauro Mitilini e Otello Stefanini, i tre carabinieri ammazzati nella cosiddetta “strage del Pilastro” nel 1991 dai banditi della Uno Bianca, mi ricordavo direttamente in quanto all’epoca avevo undici anni e rimasi molto colpita da questo fatto. Ma tutte le storie mi hanno lasciato qualcosa; quella di Roberto Antiochia, ucciso dalla mafia assieme al questore Ninni Cassarà che proteggeva nonostante sapesse benissimo di essere nel mirino; le storie degli appartenenti alla scorta di Aldo Moro uccisi nella strage di Via Fani, che si vedono sempre messi meno in evidenza rispetto all’onorevole considerato vittima più importante (se tutti sanno chi è Aldo Moro, quanti sanno i nomi dei morti della strage?).
Mi hanno colpito le storie di dolore dei parenti, anche loro sempre dimenticati e costretti ad arrangiarsi da soli: la madre di Ciro Capobianco che, dopo la morte del figlio, rimane muta per sette anni dallo shock; la madre di Mauro Mitilini che si ammala e muore di dolore; il padre di Otello Stefanini che a causa della morte del figlio si ammala di cuore tanto che non riesce ad andare a trovare il figlio al cimitero; sua moglie che reagisce al dolore continuando a organizzare iniziative per ricordare il figlio e gli altri colleghi, partecipando ogni 4 gennaio alla cerimonia in memoria.
Questo è un libro di cui si sentiva la mancanza, perché la memoria di certi fatti e il ricordo di certe persone vanno sempre tenuti vivi, soprattutto se sono vittime sconosciute. Ogni iniziativa – che sia un saggio, una conferenza o una trasmissione televisiva – è un modo per rendere giustizia a questi caduti e tenerli vivi nella nostra memoria.

Claudio Graziosi, 21 anni. Giuseppe Ciotta, 29 anni. Antonio Santoro, 52 anni. Domenico Ricci, 44 anni. Francesco Zizzi, 30 anni. Oreste Leonardi, 52 anni. Giulio Rivera, 24 anni. Raffaele Iozzino, 25 anni. Maurizio Arnesano, 19 anni. Ciro Capobianco, 21 anni. Giuseppe Savastano, 20 anni. Euro Tarsilli, 19 anni. Roberto Antiochia, 23 anni. Otello Stefanini, 22 anni. Mauro Mitilini, 21 anni. Andrea Moneta, 22 anni. Francesco Salerno, 34 anni. Paolo Cortopassi, 42 anni.

Divise forate. Storie di vittime dimenticate delle forze dell’ordine, Alessandro Placidi, Sperling & Kupfer, p. 194 (17,50 euro) anche in ebook

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2 Comments

  • Infatti non avevo mai sentito parlare di questo libro, nonostante la mia attenzione e il tempo che dedico al mondo libresco, lontano dai soliti noti. Grazie per avermelo fatto conoscere.

  • Bella e forte recensione, grazie Tiziana. Personalment l’argomento mi interessa e adoro leggere di eroi veri e normali e delle loro famiglie. Il dolore che le loro morti hanno portato non sono inventate e mi lasciano solitamente un vuoto di pensieri da riempire.

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