Se Murphy lavorasse in editoria? Le dieci leggi.

Se Murphy lavorasse in editoria? Le dieci leggi.

Il dibattito sugli editori che non pagano invade la rete. E BookBlister affronta la faccenda scientificamente ché le fregature, come la matematica, non sono una opinione ma realtà. 

  1. Se un editore di solito non paga, non pagherà manco te. #garanzie
  2. La probabilità che un editore non pagante paghi te, è inversamente proporzionale al tuo bisogno di essere pagato. #destinocrudele
  3. Se un editore non ti paga un lavoro e te ne propone un secondo, non ti vuole pagare due volte. #matematica
  4. Un editore che vuole pagare, lo fa. #voland
  5. Un editore che non vuole pagare, fallisce. #soluzioni
  6. Un editore che vuole continuare a non pagare, fallisce, cambia nome e riapre. #imenoplastica
  7. Un autore che VUOLE pubblicare dimentica che l’editore non paga, se quello sarà il SUO editore. #amnesia
  8. Un autore che VUOLE pubblicare ricorda solo che l’editore VUOLE pubblicarlo. #amnesiaselettiva
  9. Se un editore ha uno o più modi per fregarti, li userà. #efficienza
  10. Per l’editore che non paga “Lavoro culturale” è un ossimoro. #volontariato

Dalle dieci leggi si desume l’assioma: se vuoi essere preso sul serio, rivolgiti a persone serie.

Articoli suggeriti

21 Comments

  • 🙂 🙂
    Ma secondo te, gli spazi stand al Lingotto, si pagano prima o dopo il Salone?

    • Se si pagassero dopo? Il Salone sarebbe un ricordo e io domani inizierei il mio weekend 😉

  • Non puoi scrivere un articolo bello e aver ragione per quello che hai scritto. Questa è la prima regola del web. Se vuoi aver ragione scrivi un articolo brutto. Questo non va bene. Hai già vinto tutto.

    • Ahahahaha attendo le altre nove regole e poi, giurin giuretta, mi adeguo! 😉

      • La seconda regola è che non ci sono regole. Complimenti e basta. 😉

        • Tra un po’ mi dirai che fai parte del Fight club, me lo sento… (Grazie, eh, grazie davvero!).

          • La terza regola è non parlare mai del Fight Club. Non l’ho detto.

  • #bipolarismo editoriale. Sembra serio e capace ma non lo è. Ovvio l’autore lo scoprirà solo troppo tardi.
    Oggi incontro straordinario con Carine McCandless sono semplicemente in estasi.

  • La sesta regola, quella con #imenoplastica, non è una frecciatina: è una scudisciata! XD
    Sarebbero tutte da incidere sulla pietra, per poi tirarla in testa a certi editori – ma anche a chi continua a caderci dopo la prima fregatura, permettendo a certi parassiti di continuare a esistere 😛

    • Ah, sai com’è, Murphy che lavora in editoria è stressato, molto stressato, e lo stress lo rende irritabile e un tantino sarcastico. Come dargli torto?! 😉

  • Non mi pare ci siano tante alternative, o sbaglio? 🙂

  • Torino, arriviamoooo! 🙂

  • Uno entra e c’è Ruggeri che canta, per esempio…

  • Ti avrò, la più bella… 🙂

  • Ahimè. Queste sono regole che fan parte di tutto il mondo economico italiano oggigiorno, soprattutto la 6. Abbiamo i migliori chirurghi plastici al mondo! Ed il peggior sistema giudiziario per il recupero crediti…

  • In effetti….ho visto e sentito cose che voi umani nemmeno potete immaginare! 🙂
    La figura più mitologica è quella dell’ufficiale giudiziario. Ufficiale e gentiluomo. Che fine facciano le notifiche sta diventando materiale per NCIS.
    Potrei scriverci un libro…ma tanto poi non pagherebbero nemmeno quello! 😉

  • 13:49 Scurati parla, Carrère ascolta… uff

  • Volevo ringraziare quella specie di ragazzo posto a guardiania dell’Auditorium, per avermi rovinato la giornata!… Mi ha lasciato più di un’ora fuori pur sapendo che dentro avevo una persona ad attendermi e stradisposto io a stare in piedi visto che, sono sue parole, dentro era “pieno di persone non sedute”… Cosa sarebbe cambiato se avesse aggiunto anche me alla platea degli ultimi arrivati?…. Grazie ancora, emerito, ciclopico coglione!

  • Vi leggo da un pò e temo di essere costretto a farvi i complimenti. Scherzo ma osservo che gran parte degli interventi sono appropriati, spesso arguti e quasi sempre anche ben scritti. Chiara poi tiene tutti in riga con simpatia e ferma gentilezza. Non so davvero dove trovi tempo ed energia necessari ma è ….dappertutto. Volevo condividere con voi una mia esperienza personale e se Murphy non ci ha messo qui lo zampino….Lui e il sistema editoriale che tanto critichiamScrivo da un po d’anni ed ho pubblicato diverse cose anche se il mio must commerciale è,ahimé, un volume sul Burraco edito da Mursia. In ogni caso circa d’anni fa, incontrando Marco Ansaldo,vaticanista de La Repubblica, a cui presentavo un libro in costiera,mi ricordai di avere nel casseto una 40ina di cartelle di un mio progetto di ambientazione vaticana e gliene parlai. Gli mandai quel materiale in lettura e Marco se ne disse entusiasta invitandomi a finirlo. Il suo entusiamo poi lo riverso in una magnifica prefazione che accompagna il libro. Mi disse che, prescindendo dalla bellezza del testo(bontà sua) ero stato assolutamente preveggente ipotizzando dimissioni papali così inusuali(4 volte in 2000 anni). Devo adesso dirvi che siamo ancora nel papato di Ratzinger perchè capiate quanto sto per raccontare. Il Pontefice eletto nel mio romanzo (ops a proposito è L’Anello del Pescatore) si chiama Francesco, è di origini piemontesi, fa di ‘una chiesa povera per i poveri’ la sua prima battaglia, rifiuta croci e catene d’oro e altre mille assonanze del genere. Certo di avere un buon lavoro per le mani mi rivolgo ai Grandi Editori ma, neanche mi rispondono e poi, alla fine, esausto pubblico con Graus, editore napoletano. Comincio la serie di interviste televisive la prima è del 5 marzo 2013, ancora con Ratzinger in carica (la trovate anche su youtube)e parlo del mio Papa Francesco, di quello che compie, della sua visione della Chiesa. Otto giorni dopo, proprio mentre sono in libreria per la prima ricevo una telefonata da Marco Ansaldo che dalla sala stampa del Vaticano mi comunica che è stato eletto il Papa, che si chiama Francesco, che ha origini piemontesi, che si è affacciato senza croce d’oro…Sapete cosa è accaduto? Una Ansa vaticana parla della mia preveggenza, dopo due giorni un quotidiano turco racconta della cosa, in Polonia mi dedicano le pagine centrali di un settimanale, il Cardinale Ravasi, ministro della cultura vaticana i manda sua nota elogiativa, mi invita ad una diretta televisiva il 1 maggio a TV2000 la rete della Cei e li, Montisani mi dice la cosa più triste che si possa dire ad un autore ….se avesse pubblicato con un Grande Editore avrebbe fatto un milione di copie. Sapete quante ne ho vendute forse 3000 un decimo di quelle del manuale sul burraco. Avere una occasione del genere e non averla potuto sfruttare mi fa una rabbia…..ma si sa recita il Nostro che se una cosa può andar male sta sicuro che accadrà. Una cosa ti chiedo Chiara, tu che conosci questo mondo meglio di me: ma ci sarà qualcuno di quei Grandi Editori che si sarà mangiato le mani a morsi?
    Grazie per lo spazio

    • Ciao Francesco,
      vado al sodo: chissà quanti grandi editori si sono accorti del mancato business. E ho detto tutto…
      Grazie per questa cronistoria, dimostra che: non basta avere l’idea, non basta azzeccare il momento, non basta essere al posto giusto.
      Però, complimenti per l’intuizione! Lo so che non sono milioni di copie, ma io non la sottovaluterei. Soprattutto per il futuro.

      P.S. Il tempo per il blog è prezioso. Ogni post mi serve per capire davvero quello di cui si parla spesso e volentieri. Quello che quando lo spieghi ti accorgi che no, qualcosa non la sai e altro non lo hai capito. Il blog è l’occasione per colmare alcune distanze. Ci provo almeno.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *