Condividere un sogno o battere cassa?

Condividere un sogno o battere cassa?

Si chiama crowdfunding e consiste nel raccogliere fondi per far sì che una opera – album musicale, film, documentario… – veda la luce. Ed esiste anche per i libri. Vediamo come funziona e cosa, eventualmente, non va anche grazie a una infiltrata d’eccezione. 

E se l’autore chiedesse al pubblico di sostenere il suo progetto editoriale sovvenzionandolo? Succede già è il crowdfunding del libro e permettebookabook immagine a chi scrive di farsi leggere, arrivare sul mercato, crearsi una community di lettori. In cambio il finanziatore – oltre a partecipare alla realizzazione del progetto commentando, indirizzando l’autore, criticandolo… – riceve l’opera e ha dei benefit aggiuntivi che possono essere gadget o una versione speciale del testo.

In Italia il crowdfunding del libro è stato introdotto da bookabook. La piattaforma si è di recente rinnovata a cominciare dalla partnership: precedentemente il progetto era portato avanti anche da Claire Sabatié Garat e Marco Vigevani (entrambi dell’omonima agenzia letteraria) adesso dipende dai due cofondatori – Tomaso Greco ed Emanuela Furiosi – e da Daniele Gabrieli, che si occupa prettamente della parte editoriale, insieme con un team di partner (per la stampa e la distribuzione, per esempio).

Di cosa si tratta? L’autore manda il proprio testo e se viene ritenuto idoneo per la campagna (sia il progetto sia l’autore, perché si tratta di autopromuoversi in rete, dettaglio non da poco) si stabilisce un goal, cioè quanti soldi si vogliono raccogliere con la campagna.

Il progetto ha a disposizione 180 giorni per essere finanziato. Se non succede? Nulla di fatto, il libro torna nel cassetto e i sostenitori recuperano la cifra versata. Se si raggiunge l’obiettivo e si raccolgono tutti i soldi? L’autore incassa il 50% del goal (a cui vanno detratte le spese di realizzazione del libro, l’IVA e le commissioni di Stripe o Paypal).

Bookabook - la libreriaFino a qualche mese fa bookabook si fermava qui, cioè non si occupava della vendita: l’autore oltre al denaro, poteva contare sulla pubblicità fatta dalla piattaforma e sulla community di lettori. Adesso, invece, dopo aver editato e revisionato il testo, curato il progetto grafico, l’impaginazione e aver predisposto il formato per la stampa e quello digitale, il testo viene messo in vendita nei principali canali. Ovviamente, come accadeva prima, se durante la campagna una casa editrice si interessa al libro, è prevista da contratto la possibilità di cedere i diritti (solo con il consenso dell’autore) e pubblicare il testo.

E le royalty? Quanto va all’autore dopo la “pubblicazione”? Il 50% del prezzo di copertina, al netto delle spese, sulla vendita delle copie cartacee e digitali. I diritti – digitali e di pubblicazione in cartaceo del testo in edizioni limitate – sono ceduti a bookabook per la durata delle campagna di crowdfunding (al massimo 180 giorni) e se il goal viene raggiunto, i diritti di sfruttamento ebook e pubblicazione in volume sono ceduti per altri 36 mesi dalla fine della campagna.

È di questi giorni la notizia che bookabook è tra i cinque finalisti di Renew the Book, la competizione europea che premia le idee innovative in campo editoriale «Abbiamo raccolto la sfida per capire che cosa si muove nel resto d’Europa sul tema dell’innovazione in campo editoriale» ci dice Tomaso Greco. «Hanno partecipato alla competizione 56 realtà da tutto il continente. Il nostro obiettivo è portare a casa idee, ipotesi, punti di vista. E abbiamo la netta sensazione di essere nel posto giusto.»

Quindi esistono i lettori che credono nella forza di una storia o di una voce tanto da finanziarla? Lettori che diventano una sorta di editor che vaglia proposte e le rende possibili? Lettori che si mettono in gioco (e mettono mano al portafoglio) per un libro? Meraviglioso!  Se l'autore spilla soldi

Ma il crowdfunding ha anche i suoi lati meno romantici: si tratta di raccogliere soldi. A chi si “spillano”? Come si fa? Non è avvilente questuare tra amici e parenti? E alcuni spesso sollevano dubbi: ci possono essere degli inghippi? L’autore potrebbe finanziarsi da solo o chiedere a mamma di farlo millantando un consenso e un supporto che in realtà non esistono?

Oltre a rispondere a queste domande, mi interessava il punto di vista di qualcuno dall’interno, qualcuno che avesse deciso di imbarcarsi nell’impresa e di darsi in pasto al pubblico. E ho la fortuna di avere una infiltrata che ci racconterà passo passo la sua esperienza. Ve la farò conoscere la prossima settimana – martedì – e potrete scatenarvi con le domande. Vi aspetto!

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4 Comments

  • Avevo adocchiato bookabook, ma anch’io vorrei capire davvero come funziona.
    Per esempio, già su quanto spetta all’autore sembrano un po’ sibillini: “Il 50% di quanto raccolto dalla campagna che raggiunge il goal, al netto delle spese di realizzazione del libro, dell’IVA e delle commissioni di Stripe (2,9% + 5c a transazione) o Paypal (5%+0,10€).”
    Cioè, giunti al goal, si tolgono le spese e poi si fa fifty-fifty? oppure l’autore di prende il 50% MENO le spese (e quindi in carico tutte a lui)?
    La differenza è sostanziale.

    • No, da quanto mi è stato spiegato si detraggono dal goal le spese. E si divide 50 e 50.

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