Antonio Ferrara – Fratture a legno verde

Antonio Ferrara – Fratture a legno verde

Antonio Ferrara per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” di Elisabetta Bucciarelli che oggi ci fa guardare meglio i momenti brevi, tra un mai e un sempre.

Antonio Ferrara - Fratture a legno verde
Autore: Antonio Ferrara
Casa editrice: Interno Poesia
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Ultimo treno,
ultimo incontro incanto
di quest’anno,
come un binario
chiaro e dritto
che tiene, regge e salva.
Il cielo tuona,
il vetro sgocciola
stanchezza e gioia.

Chissà quanti di noi saluteranno al treno qualcuno che finirà per restare solamente intrappolato nel cellulare.

Chissà le facce, gli sguardi, le mani, gli abbracci. Quali gli appoggi, alla spalla, alla guancia, la testa nell’incavo del palmo. Occhi negli occhi oppure no.

Pianti e sorrisi. Il tempo che si dilata fino alla partenza, ricordati di me, pensami, ci rivediamo presto.

Un binario che regge e salva, finalmente basta, chiuso, stop. Un saluto può essere anche questo. L’attimo dopo ci sembra di morire, un vuoto al cuore, non abbiamo detto, potevamo dire. Forse un bacio, una carezza almeno.

Poi lo squillo, il messaggio, subito dopo la partenza, sentirsi ancora a un chilometro, un ri-contatto. Poi basta. Silenzio, poi messaggi, telefonate, poi silenzio, poi telefonate, poi messaggi, poi silenzio. Poi silenzio. Silenzio.

Ogni fine è già nel saluto. Anche se l’intenzione di quel saluto, proprio quello, non era certo di contenere la fine.

Piuttosto pensavamo sarebbe stata una piccola frattura, per il piacere di ricongiungersi o forse no. Non pensavamo niente, solo il salutarci, il dispiacere o l’arrivederci a chissà quando. O a domani.

La poesia ci induce a prestare attenzione a tutti i momenti brevi, di mezzo. Quelli tra il prima e il poi. Che non sono ancora un mai ma neppure un sempre.

Stanchezza e gioia. Sguardi che accompagnano, un gesto che resti, uno a testa. Uno io, uno tu.

Poi il vetro sgocciola e il cielo tuona. E non si sa più niente. Un binario chiaro e dritto. Noi speriamo.

Questa poesia l’ha scritta Antonio Ferrara, il titolo della raccolta è Fratture a legno verde, un titolo che parla molto. L’editore è Interno Poesia. L’ho comprato alla libreria del Convegno di Milano.

Di questa raccolta, la prima dell’autore, so a memoria una poesia, senza volerlo l’ho imparata. Dice così:

Se te ne vai
arrugginisce la nave,
mi cresce dentro
una pianta di spine.

Sembra una poesia facile, ma non lo è. Soprattutto non è affatto semplice da indossare.

Di lui, su Wikipedia, c’è scritto questo: diplomato in maturità artistica, ha frequentato la facoltà di Architettura mentre lavorava come grafico. Successivamente ha lavorato per alcuni anni presso una comunità alloggio per minori, dove è nato il suo interesse nel diffondere la passione per la lettura nei giovani. Cogliendo l’importanza per la formazione dei più piccoli con un adulto che li guidi durante la crescita, si è impegnato con incontri dal vivo tenendo laboratori, aperti agli adulti, presso scuole, biblioteche, librerie, associazioni culturali e case circondariali. Da illustratore di racconti per bambini, ne diventa anche l’autore, scrivendo “per risarcirli”, per dare voce a chi non ha voce, per rendere protagonisti i diseredati e i fragili. Si adopera perché i suoi libri contengano Speranza, Esperienza, Ricordo.

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