Il Premio DeA Planeta per romanzi inediti

Il Premio DeA Planeta per romanzi inediti

La cinquina della seconda edizione del Premio DeA Planeta

È nato da pochi giorni ed è il più ricco premio letterario italiano, parliamo del Premio DeA Planeta, l’autore infatti riceverà 150.000 euro come anticipo e vedrà il proprio lavoro tradotto in spagnolo, inglese e francese.

Nasce il premio DeA Planeta. Chi legge il bando, arrivato al punto 6, “Il premio”, crede in un errore di battitura. Fossero 1.500 euro sarebbe già un buon motivo per partecipare (visto che, per vederli, un autore deve vendere oltre 1500 copie, cosa che accade ormai di rado).

Non sono nemmeno 15.000! Che comincerebbero a fare concorrenza ai 25.000 del Neri Pozza. Qui si parla di 150.000 euro. Sì, gli zeri dopo il 15 sono quattro.

In rete, a parte i pezzi che hanno rilanciato il comunicato stampa, si è curiosamente visto un po’ di tutto. Stupori, tremori (150.000 euro fanno vacillare anche il più impegnato degli intellettuali), alzatine di spalle e pure qualche lamento. Cioè c’è qualcuno che non solo ha pensato “esagerati!”, lo ha detto ad alta voce.

C’è di che preoccuparsi. Scrittori presunti e tali, autori anelanti e non, vi hanno talmente ripetuto che “con la cultura non si mangia” che quando ci provano, a nutrirvi, vi offendete?! O forse a furia di partecipare a premi e premiucoli con tassa di iscrizione e pergamena in pelle di nutria, un premio vero vi prende in contropiede…

“Anticipo” una parola preziosa

Non sono però i soldi che dovrebbero colpirvi, ma le parole. Perché se leggete con attenzione il bando del Premio DeA Planeta, scoprite che la somma non è un semplice premio ma si tratta dell’anticipo. La parola “anticipo” è preziosa in editoria perché ricorda a tutti che scrivere è un lavoro. E per poterlo svolgere è necessario essere pagati. E quando consegni un lavoro che ti ha richiesto mesi, è corretto ricevere in cambio una somma di denaro.

Un altro dettaglio importante è la parola “internazionale” perché il mondo è grande, l’Italia è bella, ma è piccola. E il potere delle storie è sempre stato quello di poter viaggiare nel tempo e nello spazio: un libro dovrebbe avere la possibilità di essere letto il più possibile. E così sarà per il vincitore perché il suo libro verrà tradotto non soltanto in spagnolo ma anche in inglese e francese.

Quindi, ricapitolando il vincitore riceverà 150.000 euro come anticipo sulle prime 100mila copie (parliamo quindi di una royalty di 1.5 euro a copia). Dopodiché riceverà il 10% per copia venduta. E per il digitale? Superati i 10mila download, all’autore spetterà il 25% dei ricavi, netti.

DeA Planeta “si impegna a garantire una distribuzione massiva dell’opera vincitrice sul territorio nazionale” questo significa che la tiratura sarà alta (non ci sono dati) e il libro sarà presente nelle librerie del territorio. E all’autore si chiede di rendersi disponibili per un booktour: 20 le presentazioni previste in Italia e all’estero nei sei mesi dopo l’uscita del libro.

Direi che sono ottime ragioni per partecipare.

Il gruppo Editoriale DeA Planeta

La casa editrice DeA Planeta è nata nel 2017 con la fusione di due gruppi, De Agostini e Planeta Libri, conta oggi 13 marchi (Cideb, Garzanti Linguistica, Theorema, Petrini, Black Cat, DeA Planeta, UTET Università, De Agostini, DeA, ABraCadabra, AMZ, UTET, Libromania).

Planeta Libri è avvezzo a premi sostanziosi: il Premio Planeta è oggi uno dei più rinomati riconoscimenti della letteratura in castigliano, è nato nel 1952, a Barcellona, per volere di José Manuel Lara, il fondatore di Planeta. L’obiettivo? Sostenere e promuovere opere inedite di autori spagnoli.

Come partecipare al Premio Dea Planeta

La prima cosa da fare quando si partecipa a un premio? Leggere il bando (e dovrebbe valere anche per i giurati che vi partecipano… prima di mettere la faccia, meglio controllare no?) e verificare che tutto sia in regola.

Scoprirete che, se avete più di 18 anni e un romanzo nel cassetto in lingua italiana, che siate esordienti o un autore noto, potete partecipare. Se vincete non potete più partecipare (severo ma giusto). Attenzione: le opere concorrenti devono rispettare il limite minimo di lunghezza di 200 cartelle, una cartella corrisponde a 1.800 battute spazi inclusi.

La prima cosa da fare è registrarsi sul sito del premio (qui). Compilare il modulo di registrazione e inserire tutti i dati richiesti. Le iscrizioni sono aperte dal 25 settembre e si concluderanno il 28 febbraio 2019. Quindi avete parecchi mesi per ultimare il vostro lavoro.

Come fate a sapere che l’operazione di registrazione è avvenuta con successo? Riceverete una mail di conferma.

A questo punto potrete spedire il vostro testo in formato digitale oppure in formato cartaceo. Il file lo potete inviare attraverso il sito, per il cartaceo invece dovrete scaricare dal vostro profilo personale il modulo precompilato (che contiene tutti dati che avete inserito in fase di registrazione), stamparlo e allegarlo a due copie cartacee del dattiloscritto.

Come funziona il Premio Dea Planeta

Una commissione designata da DeA Planeta Libri leggerà tutti i testi pervenuti e sceglierà le cinque opere che considera migliori. La cinquina verrà annunciata a marzo 2019.

Il comitato di lettura – una giuria composta da 5 personalità della cultura presieduta da un segretario senza diritto di voto – eleggerà il vincitore. La cerimonia di premiazione si terrà 15 aprile 2019.

Per questa prima edizione i giudici saranno: Massimo Carlotto, Marco Drago, Claudio Giunta, Rosaria Renna e Manuela Stefanelli. Quindi uno scrittore e sceneggiatore. Il vicepresidente del Gruppo. Uno specialista di letteratura medievale e docente di Letteratura italiana all’Università di Trento. Una conduttrice televisiva e radiofonica appassionata di libri. E una libraia (dal 1993) e direttrice della Libreria Internazionale Ulrico Hoepli di Milano.

Perciò non vi resta che partecipare. Avete tempo fino a febbraio, quindi buon lavoro. E in bocca al lupo a tutti!

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9 Comments

  • Cara Chiara,
    stavo giusto girovagando in rete quando sono ‘inciampato’ (fortunatamente) in questo bando.
    Sono subito corso sul tuo blog, giusto per chiedere un consiglio ad un occhio molto più esperto del mio e cosa trovo? un post su questo premio!
    Grazie! Hai già risposto ad ogni possibile domanda!
    PS
    In effetti anche io quando ho letto l’ammontare del premio ho detto io classico francesismo ‘sti ca…voli’. Tu cosa consiglieresti? romanzo o raccolta di racconti?
    Grazie ancora,
    Luca.

    • Luca, racconti? No.
      Guarda bene le collane del gruppo e le proposte, i titoli che pubblica, i generi… non ti devi uniformare ma è ovvio che sceglieranno qualcosa in linea. E in bocca al lupo!

  • Grazie grazie Chiara, per questo post, ti stavamo aspettando in tanti e di sottobanco è arrivata la notizia via whatsApp che avevi scritto il pezzo. La più grossa che ho sentito tra i detrattori del concorso è che il tour incluso, che sì è serrato ma se guardiamo le pagine FB di molti autori ci rendiamo conto che per il lancio si muovono proprio in questo modo, con buona pace dei familiari e altri eventuali impegni, ebbene è che il tour l’autore se lo dovrebbe pagare da sé. Che tanto ha vinto 150 mila euro e quindi in effetti può. Ma quando mai?
    Sono la prima a parlare male dell’editoria quando non funziona, lo sai, ma certe affermazioni mi sembrano davvero lontane da quella minima cognizione di causa sulle dinamiche di base, che chi vuole scrivere dovrebbe avere. Il concorso ha molti obiettivi, non solo quello di fare scouting, ma di far parlare di DeA Planeta, e in effetti muoverà anche vendite già ora, l’autore che magari acquista un testo per conoscere meglio la proposta dell’editore e quindi ciò che ama pubblicare. Io do tempo ad alcune situazioni di sbloccarsi (o ingarbugliarsi ulteriormente) poi penso di partecipare. Sognare è gratis, adesso lo è davvero che se DaA Planeta avesse voluto lucrarci su, be’ 5 euro di tassa di iscrizione l’avrebbero comunque pagata in molti e sarebbero già rientrati delle spese. In ultima analisi il catalogo DeA Planeta mi pare accessibile, una narrativa non troppo elitaria, per cui molti potrebbero già avere il romanzo giusto nel classico cassetto. Un abbraccio

    • Sì la questione tour è in voga…
      Il punto è che si perde il senso dei numeri e dei profitti. Un gruppo internazionale non può ipotizzare di vendere nel mondo 10000 copie. Se decide di puntare su un titolo vuole una Redondo non certo un autore di nicchia. Ma questi sono i numeri e le royalty per 100mila copie vendute.
      Il catalogo è amplio, sì, ci sono tanti titoli tanti generi tante possibilità.
      In bocca al lupo!

  • Anche a me è capitato di leggere su internet alcune prese di posizione estreme riguardo questo premio. Personalmente poco comprensibili. Quindi visto che sono un tuo lettore abituale, anche se non mi capita quasi mai di partecipare attivamente, e nonostante non abbia nulla da guadagnare nel difendere il premio DeA Planeta, se non ribadire l’apprezzamento per un modo di fare editoria e di approcciarsi alla scrittura come professione che in Italia forse manca, vorrei approfittare del tuo post per ribattere dal mio punto di vista (che è il punto di vista di uno che non conta nulla, sia chiaro) a un paio di esternazioni che mi è capitato di leggere in giro.

    Chiedersi che tipo di letteratura si stia promuovendo con questo concorso, o più in generale, con questo “atteggiamento editoriale”, è una domanda legittima solo se si parte da un assioma di purismo letterario. Se nel mercato c’è spazio per un romanzo commerciale che venda molte centinaia di migliaia di copie, allora c’è spazio anche per un concorso come questo. È invece legittimo porsi il dubbio sulle sei settimane che intercorrono tra l’elezione del vincitore e la pubblicazione del romanzo, che in effetti paiono poche. Me lo sono posto anch’io e ne ho tratto le mie conclusioni.

    Per quanto riguarda il valore del premio invece, i 150 mila euro dati come anticipo sulle vendite, chiedersi se abbia un senso tanto nello specifico quanto in generale dare un anticipo allo scrittore, adducendo al fatto che in questo modo l’editore si espone mettendo a rischio la propria liquidità a fronte di una scommessa, non è solo sbagliato: è scorretto. L’editore è un imprenditore. Lo stesso vocabolo “imprenditore” sottintende all’atteggiamento di chi rischia (un capitale in questo caso) a fronte di una ricompensa auspicata ma incerta. Lo scrittore, no. Lo scrittore è un professionista della penna, qualche volta almeno, ma non un imprenditore. Se ci domandiamo “che senso abbia dare un anticipo” facciamo ricadere sulle spalle dell’autore le responsabilità dell’editore. Quindi ben vengano quegli editori che fanno gli imprenditori.

    Per quanto riguarda l’annosa questione “elitaria”, della letteratura vista come una “esigenza”, una ricerca della “verità”, intanto bisognerebbe capire una volta per tutte che scrivere un romanzo commerciale è difficile tanto quanto, e forse di più, scriverne uno essenziale. Altrimenti l’Italia sarebbe piena di bestseller; tutti gli scrittori per arrotondare scriverebbero romanzi commerciali e poi, di tanto in tanto, tenterebbero di scriverne anche uno essenziale. Così non è. Ma bisognerebbe anche capire che scrivere un romanzo essenziale spesso tracima nell’amletica domanda: «Quel romanzo così tanto essenziale, era davvero essenziale scriverlo?» Perché questa è spesso la fine che fanno i molti tentativi.

    Infine, additare la partecipazione a questo concorso come una “letteratura gratta e vinci”, non è solo sbagliato, è stupido. Il gratta e vinci lo compri. Un romanzo tale da vincere il premio in questione lo devi comunque scrivere. È vero che in un certo senso si tenta la fortuna. Ma è lo stesso tipo di fortuna, la stessa tipologia di fortuna, che tenta un esordiente quando espone il proprio manoscritto alla lettura editoriale. Che è ben diversa dal tipo di fortuna che si ricerca nel gioco d’azzardo, io credo.

    Questo è il mio punto di vista su alcune questioni che sono saltate fuori in giro per il web.

    • Salvatore, scusa, rispondo tardissimo ma è un periodo di fuoco.
      (E mi scuso pure con Sandra e Luca)
      Comunque nomen omen direbbero i latini!
      Il tuo commento mi fa sperare e mi regala visioni di autori consapevoli e non complottisti.
      Evviva!
      Quoto in toto.

    • L’hai scritta talmente bene, Salvatore, che omosessuale mi divento tosto per amarti! 😀

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