Libri a Colacione 9 aprile 2022

Libri a Colacione 9 aprile 2022

Tornano i Libri a Colacione, la rubrica di Tutto Esaurito su Radio 105! Questa settimana: La custode dei peccati di Megan Campisi e Il linguaggio del corpo digitale di Erica Dhawan.

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LA CUSTODE DEI PECCATI
di Megan Campisi, traduzione di Alessandro Storti, Editrice Nord, 400 pagine, anche in ebook

Siamo in un’immaginaria Inghilterra all’epoca dei Tudor. E May è solo un’orfana affamata, per questo ha rubato il pane. E per questo, nonostante i suoi quattordici anni è stata buttata in cella insieme con 20 altri donne. Prostitute, borseggiatrici, assassine a cui spetta la marchiatura, le frustate oppure la forca.

E lei? Perché a lei il giudice non ha inflitto alcuna pena. Dovrà attendere parecchi giorni prima che il pretore decida di annunciarle che la sua pena è stata commutata. Ed ecco che un sacerdote le si avvicina e le mette al collo un collare da cui penzola la lettera S da “sin” peccato, e lo blocca con uno scatto.

Dopodiché un altro sacerdote le tatua una S sulla lingua. Diventerà una mangiapeccati cioè colei che porta in silenzio i peccati di tutti, fino alla tomba. Perché i morti le si confessano e si liberano del proprio peso. All’istante tutti smettono di fissarla, tutti si voltano e aspettano solo che se ne vada.

E questa no, non è una trovata narrativa perché i mangiapeccati sono davvero esistiti, in varie zone dell’Inghilterra, fino a circa un secolo fa. Erano socialmente emarginati e compivano un antico rituale popolare di ispirazione cristiana che consisteva nell’assolvere i peccati di un defunto inghiottendo, in presenza del cadavere, un boccone di pane.

Ma torniamo alla nostra May che si aggira per le vie, appesantita dal collare, mentre tutti fingono che non esista. Che ne sarà di lei? Cosa dovrà fare? La giovane scoprirà a poco a poco che il rituale prevede un alimento specifico per ogni singolo peccato: l’uvetta per l’adulterio, la marmellata di arance per la bigamia… il che significa, perlomeno, di non stare mai più a stomaco vuoto!

E non è il solo vantaggio perché i morti sono ovunque e la mangiapeccati può varcare tutte le soglie, entrare nelle case dei poveri, dei ricchi e dei potenti, e scoprire i loro segreti… anche segreti molto scomodi. Ma sapere troppo può avere conseguenze terribili.

In un mondo in cui nascere donna è una condanna all’ignoranza, alla sottomissione e spesso alla morte, May da emarginata diventa una eroina, l’outsider che si fa le regole e cambia il mondo.

IL LINGUAGGIO DEL CORPO DIGITALE
di Erica Dhawan, traduzione di Micaela Uzzielli, Roi Edizioni, pagine 310, anche in ebook

Probabilmente vi sarà capitato di inviare un messaggio ho una mail scritta con un tono assolutamente gioviale e di scoprire che il ricevente invece ha percepito il contenuto in modo molto differente. Quella che per voi era una battuta è stata interpretata come una critica, la vostra scelta di essere molto stringati è stata interpretata come mancanza di attenzione o addirittura una vera e propria maleducazione…

Questo accade perché esiste una sorta di “linguaggio non verbale” che è meglio definire come “digital body language” il linguaggio del corpo digitale. Cioè, quando adoperiamo i meravigliosi strumenti di comunicazione digitale e mandiamo messaggi, mail, video, powepoint oltre al contenuto spiccio, noi comunichiamo una miriade di altri significati.

Significati che spesso generano incomprensioni e conflitti. Che a loro volta generano ansia, paura e diffidenza. Perché la nostra comunicazione digitale si basa sempre di più su come comunichiamo che su cosa.

È un bel guaio, ma se si impara a padroneggiare anche questo linguaggio la nostra comunicazione filerà via liscia e sarà, non solo più efficace ma anche un piacere dialogare e relazionarsi.

Il problema è che quando scriviamo una mail non mostriamo un sorriso, il nostro linguaggio del corpo non si fa più o meno accogliente, né il tono della nostra voce può essere nitidamente percepito come caldo e pacato. E se abbiamo ottime intenzioni comunicative, spesso, non sappiamo bene come manifestarle nel modo adeguato.

Le parole che usiamo, la punteggiatura, i tempi di risposta, lo stile nella gestione delle interazioni video, il modo in cui ci congediamo, persino la firma che inseriamo in automatico nelle nostre mail… tutto dice qualcosa di noi e del nostro modo di comunicare.

Scoprirete che con la comunicazione digitale siamo tutti un po’ degli immigrati che devono imparare una lingua e una cultura nuove. Per prima cosa è vietato dare per scontato che le nostre abitudini digitali siano condivise anche dagli altri, sarà utilissimo per prestare attenzione agli altri e al nostro modo di relazionarci.

I Libri a Colacione vanno in onda il sabato mattina dopo le 8.30 su Radio 105. Se volate leggere/ascoltare la puntata la trovate qui sul blog e potete recuperare, sempre, il podcast su Spotify, iTunes, Spreaker e Alexa. Alla prossima settimana e buoni libri a tutti!

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