Sparire quasi del tutto – Dolly Alderton

Sparire quasi del tutto – Dolly Alderton

SPARIRE QUASI DEL TUTTO
di Dolly Alderton, traduzione di Veronica Raimo, Rizzoli, pagine 368, anche in ebook

“Ha slegato la bici e si è voltato verso di me: ‘Ho passato una bella serata, Nina’ ha detto, tenendomi il viso tra le mani come se fosse una perla rara dentro un’ostrica. ‘Sono sicuro che ti sposerò.’ L’ha detto senza traccia di sarcasmo o iperboli comiche. Si è sistemato la borsa sopra la spalla ed è montato in sella.
‘Ciao.’ Si è dato la spinta col piede ed è andato via. E sapete che c’è, nei cinque minuti che ci ho messo per arrivare alla fermata dell’autobus, gli ho creduto.”

Nina ha superato i trenta, ha fatto della sua passione un lavoro, si occupa di food, scrive libri, ha una casa… ma ha paura delle relazioni. Quando si è chiusa la sua ultima storia per un po’ si è data alla pazza gioia, poi ha chiuso con gli uomini. Ma adesso sente che, forse, è venuto il momento di riprovarci.

In fondo ha delle prove dell’esistenza dell’amore. Sua madre e suo padre stanno assieme da anni. Quando si sono conosciuti lei aveva ventiquattro anni, lui quarantuno. Diversi, anzi, diversissimi. Suo padre era sensibile, gentile, curioso, introspettivo e intellettuale: non esisteva quasi niente che non lo interessasse. Sua madre era pratica, produttiva, organizzata, diretta e autoritaria. Non c’era quasi nulla in cui non si mettesse in mezzo.

Adesso, dopo l’ictus lui è cambiato… si perde le cose e le parole ma non dimentica mai il suo nomignolo da bambina: Bean. Mentre sua madre, be’, lei forse vorrebbe cambiare tutto. Le sue abitudini, le frequentazioni, persino il suo nome e fare piazza pulita delle reliquie di una vita ordinaria che, ahimè, non c’è più.

Invece Nina tiene tutto. Ha scatole di scarpe piene di biglietti del cinema dei primi appuntamenti con Joe, il suo ex, e bollette di appartamenti in cui non abita più. Perché sono importanti? Perché sono la prova di una vita vissuta.

Ma adesso vuole nuovi biglietti, nuovi appuntamenti, per questo motivo ha dato retta alla sua amica Lola, ha scaricato una app di dating, Linx, e si si è iscritta. I primi giorni ha avuto un folle innamoramento per Linx. È caduta nel suo incantesimo perché le è sembrato di aver ingannato il romanticismo: tutti quegli uomini belli e interessanti che la aspettavano, a portata di mano.

Finché un giorno è saltato fuori Max. Capelli di una tonalità a metà tra il sabbia e il caramello, corti ma lunghi abbastanza da mostrare ricci morbidi e disordinati. Alto 1,95, trenta centimetri più di lei. La sua pelle è sorprendentemente colorita, è abbronzato per la vita all’aria aperta, di cui fa grande sfoggio nelle foto. Gli occhi verde muschio, dal taglio all’ingiù, lo fanno apparire buono. Non incontrarlo sarebbe da pazze, no?

“Sono le cose migliori di una persona: le contraddizioni” le ha detto lui dopo svariati drink, la prima volta che si sono incontrati. E Nina ha pensato che, se mai avesse avuto una ragione per odiare Max, se mai l’avesse trattata male, avrebbe ripensato a quella frase come la dimostrazione che era la peggiore persona al mondo.

Per ora, annuisce con aria sognante e complice mentre lui, distrattamente, le sfiora la pelle, piano. Eccolo il sentimento più sexy, eccitante, romantico, esplosivo del mondo. È una questione di pochi centimetri di pelle che si strofinano per la prima volta in un luogo pubblico. La prima conferma del desiderio. Il primo segno di intimità.

Cosa accade se una co-dipendente monogama che non ha esperienza di dating cade nella rete dell’appuntamento perfetto, con l’uomo perfetto? Succede che è pura magia, finché lui non svanisce.

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