La notte dei cervi volanti – Giuseppe Festa

La notte dei cervi volanti – Giuseppe Festa

LA NOTTE DEI CERVI VOLANTI
di Giuseppe Festa, Salani, pagine 271, anche in ebook

«Il black-out durerà parecchio» disse a voce alta.
«Come lo sai?»  gli chiese un vecchio con un bastone.
«Le centrali elettriche della regione sono andate. Una pioggia di missili».
«Il nemico prenderà Tumana?» chiese una donna con un fermaglio tartaruga fra i capelli. Le ultime notizie prima del black-out dicevano che l’esercito invasore stava tentando di accerchiare la città.
«No, non la prenderanno» disse il vecchio col bastone. «A nord i nostri li hanno cacciati oltre il confine».
«Sì, sì, l’ho sentito anch’io» confermò un ragazzotto.
L’uomo col maglione blu sollevò una mano per richiamare il silenzio. «C’è poco da esultare. Si sono ritirati dal nord, è vero, ma stanno avanzando a sud. Fra poco saremo tagliati fuori dal resto del paese. E poi hanno sabotato il gasdotto nazionale».
«Ma nella Capitale c’è ancora la corrente?» chiese la donna col fermaglio tartaruga.
L’uomo col maglione blu alzò le spalle. «Quello che vi ho detto l’ho saputo da mio genero, che ha un amico nel Terzo Battaglione. Ieri è passato in città prima di scendere verso il mare non so altro».
Le persone intorno ad Alba si chiusero in un silenzio accigliato.

Nella città di Tumana manca la luce, manca l’acqua e ad Alba manca la zia. Se ne è andata in fretta per cercare di raggiungere il figlio ferito e ricoverato in ospedale. Alba si sente sola, ma in realtà non lo è perché nella stanza accanto c’è Yulia, la sorella.

Non si parlano granché, anzi, non si parlano affatto e quando coi vicini la sente ridere le scricchiola il cuore, perché con lei non lo fa più. Non che ci sia molto di cui essere contenti con la dispensa vuota e poche prospettive per il futuro. Le viene un attacco di ansia e le manca il respiro, Alba tira fuori la sua cannuccia rossa e inspira ed espira, piano, per smetterla di affogare nell’aria.

Quando si sveglia al mattino per un istante se lo dimentica quello che è successo e pensa di non aver sentito la sveglia, di essere in ritardo per andare a scuola. Ma la scuola non c’è più da due settimane e quando allunga la mano verso il cellulare trova solo un oggetto morto. Non c’è energia, non si può comunicare.

E così tocca uscire alla ricerca di cibo e di acqua. Ma fino a quando sarà possibile andare avanti così? Alba lo sa, devono andarsene, deve farsi coraggio e usare la macchina che per fortuna ha ancora mezzo serbatoio di benzina. Per andare dove? In montagna, a Roccasale, nel villaggio in cui vive nonna Virma, sperando che il nemico si sia davvero ritirato.

Lassù, ancora non lo sanno, c’è il branco del Faggio Torto: Vesper, Muf, Riccio e Ginepro che sta diventando sempre più solitario e scorbutico e pare star bene solo con Sancho, il suo mulo. Lui sopravvive intagliando il legno e riparando oggetti rotti. Vive nella casa del nonno, che non c’è più, se l’è portato via il virus e gli manca… sembrava sapere tanto della vita. Per esempio, gli diceva “Non fermarti a una foglia, se vuoi capire l’albero”.

Che è un po’ ciò che devi fare tu quando leggi, non fermarti alla prima impressione perché queste due sorelle e questo branco di ragazzini hanno parecchi segreti, molto cuore, coraggio da vendere. E non hanno alcuna intenzione di arrendersi. E forse, loro, sapranno persino riparare il mondo.

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