Torniamo a parlare del Premio InediTO organizzato dall’associazione il Camaleonte di Chieri, presieduta da Valerio Vigliaturo. Certi che gli organizzatori, i patrocinanti, gli sponsor e i giurati vogliano fare chiarezza.
Qualche giorno fa (qui trovate il pezzo) mi sono imbattuta nel bando di un premio che ha una storia, visto che sono quindici anni che esiste: InediTO Colline di Torino. Ho fatto delle domande e questa è stata la risposta dell’organizzatore.
Di cosa si tratta? È un concorso e si può cimentare chi scrive poesia, narrativa (romanzi e racconti) ma anche testi teatrali, cinematografici e canzoni. Per concorrere è necessario versare una tassa di 30 euro (20 € per l’iscrizione a ogni altra sezione), valida anche come “quota associativa in qualità di socio sostenitore per l’anno 2016 dell’Associazione culturale Il Camaleonte”. Qui trovate il bando.
Per cosa verranno usati questi soldi? Mi interesso solo delle sezioni narrativa e poesia: abbiamo 1000/1500/500 euro che sarebbero un “contributo per la pubblicazione”, contributo che verrà dato a una casa editrice convenzionata. Quale? Non è dato saperlo.
Chi partecipa non vince quindi i soldi del premio. I soldi, infatti, verranno elargiti a una casa editrice per pubblicare l’autore in questione. Si parla infatti di “contributo alla pubblicazione a parziale sostegno per la stampa e la promozione dell’opera”.
L’autore che partecipa inviando un testo cede i diritti di sfruttamento (cinematografici, editoriali eccetera) all’Associazione Il Camaleonte che potrà fare da agenzia letteraria (cioè curerà i rapporti con eventuali editori incassando una percentuale sulle royalty).
Riassumendo: il Camaleonte incassa 30 euro di tassa/tesseramento (20 € per l’iscrizione a ogni altra sezione), detiene i diritti di sfruttamento (come un editore) e al contempo ricopre il ruolo di agente letterario.
Vi invito ad andare sul sito del premio alla sezione “pubblicazioni”. Sono 15 anni che il premio esiste e questi sono i testi pubblicati. Trovate subito Carta da zucchero di Eva Taylor (Fernandel) e La donna sul Chioso del Po di Maurizio Mattiuzza. Il secondo, una silloge poetica, è edito da La vita felice (che, stando alle informazioni presenti sul Writer’s Dream è un editore eap, a pagamento). Lo stesso editore ha pubblicato pure Colline Pisane e Tutto ciò che amo ha dentro il mare.
Ci sono anche Gingko edizioni di Bologna (lista doppio binario del Writer’s dream), edizioni Anordest (anche questa doppio binario), Ladolfi, Raffaelli, Comunicando… oltre allo stesso Il Camaleonte.
Io continuo a trovare curioso che un autore partecipi a un premio e vinca soldi che finiranno però a un editore – ignoto al momento dell’iscrizione – che potrebbe essere l’associazione stessa (che incassa già la tassa di iscrizione/tesseramento) e potrebbe fungere anche da agenzia letteraria.
E voi cosa ne pensate? E lo chiedo soprattutto ai partner, ai patrocinatori (dal Cepell alla Camera di Commercio Torino passando per Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Città di Torino, di Chieri e Santena…) ai giurati (che sto contattando in questi giorni) che sostengono l’iniziativa e ci mettono la faccia.
14 comments
Ci sono anche degli autori, e per la precisione Nicolò Angellaro e Saida El Gtay, autori de L’anello mancante, che, nonostante il folto gruppo di editori e il “contrbuto alla pubblicazione” vinto, ancora non hanno visto pubblicata la loro opera.
E loro che ci raccontano in merito?
Biondi gentile Borghi,
qui è la suddetta Saida El gtay che le risponde. Per la seconda o terza volta, le farei notare ( viste le sue precedenti domande postemi attraverso Facebook) Come già le dissi eravamo in attesa delle valutazioni delle varie case editrici, sia medie che grandi, e come le feci presente. Il concorso Premio InediTo era più che serio .
Il presidente e l’ associazione si sono impegnati moltissimo. Innanzitutto attraverso molti incontri. Ad oggi abbiamo diverse case editrici interessate e stiamo valutando quale scegliere. Le ricordo di averle anche detto che tutto è trasparente al momenti della vincita e come lei saprà di certo bene, mi è dato credere, per ogni opera ci va una valutazione da parte dell’editore, sia per quanto riguarda la stesura sia per il contenuto (tenendo conto anche del fatto che deve rientrare nella collane che la casa editrice ha). Io non posso fare altro se non ripeterle che la serietà c’è e dato ancora più rilevante c’è collaborazione tra autori e premio, nonché delle persone che lavorano in Camaleonte.
Mi dispiace moltissimo vedere i nostri nomi associati ad un articolo così poco veritiero rispetto alla serietà del Premio. La prengo quindi di non dare informazioni per conto nostro o per supposizioni sue.
Come le ho scritto poco fa, su facebook (visto il suo impegno nel cercare informazioni), l aspetteremo alla presentazione del libro dopo la pubblicazione ( piccola o grande che sia). Non solo l’aspettiamo, ma spero che lei possa essere illuminato a riguardo della stretta collaborazione che si crea subito tra autore e Premio, nell’invio, l’attesa di risposta, e infine scelta dell’editore con cui si pensa di pubblicare. Tutto ciò nel rispetto delle reciproche opinioni.
Detto ciò, la prego ancora di non associare il mio nome o quello del mio collega ad articoli che ridicolizzano o danno informazioni erronee.
PS Le ricordo che il premio non è collegato a nessun editore a pagamento, anche perché le assicurò che non avrei in nessun modo nascosto una cosa del genere e sarebbe persino poco credibile data la mia età e la mia situazione finanziaria precaria accettere un compromesso simile.
Le auguro buona continuazione.
Saida El gtay
Il povero Borghi non c’entra, Saida. Il pezzo è mio e io ho solo copiato il testo del bando. Quindi a questo punto credo sia opportuno rivedere il bando, se non illustra il reale svolgimento della competizione o, per citarla, la ridicolizza.
Se per lei un premio in cui una associazione organizza il premio, incassa la quota/tesseramento, incassa le royalty e fa l’editore e pure da agenzia ‘sta bene, non è rilevante. Infatti ha partecipato e pure vinto. Libero arbitrio. A me interessa capire perché si patrocini un premio in cui agli editori vengono dati contributi (sia i free sia quelli considerati eap).
La ringrazio comunque per la sua risposta. E visto che è stato così cortese le chiedo: i soldi del premio, adesso, chi li ha?
Si dice che questo è un articolo “non veritiero” e c’è quindi da chiedersi quali siano le parti “non vere”.
Il fatto, poi, che l’opera debba subire un iter del genere, permettetemi, da gran cialtrone qual sono, mi stupisce. E se NESSUNA delle case editrici lo reputasse adatto? Per dire, eh.
Gentilissima Saida, la ringrazio per l’interessantissima lezione di editoria, ne faremo tesoro, però potrebbe cortesemente dire quali sarebbero le mie “supposizioni” e cosa avrei detto per conto “vostro” di errato?
Aaaaah!… Ma allora è un vizio?!
😀
Ah lascia stare…
Grande grandissima la ns CBM martellante 😀
Ma basta rispondere e argomentare e io son contenta. Facile no?
La risposta è 42. 😀
Sono spiazzata molto spiazzata, devo rivolgermi alla cabala?
Guida galattica per gli autostoppisti.
42 è la risposta alla “Domanda Fondamentale sulla Vita, sull’Universo e Tutto quanto” (devo ancora leggerlo, ma “42 è la risposta” pare essere la preferita degli ingegneri…)
cucù? sempre silenzio pneumatico e siderale?
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