Tramando non è una competizione tra autori, è una sfida con se stessi, a suon di parole e storie. È uno spazio per chi cerca ascolto, per chi si lamenta che “nessuno lo legge”. È un torneo in cui ci regaliamo del tempo: per scrivere, per leggere. E ci premiamo con altre parole: tanti libri di carta e di pixel. E se si vuole c’è anche lo spazio per il confronto (con una editor che prova a dare qualche consiglio, perché il mestiere di scrivere è solitario ma l’autore non deve sentirsi solo).
E dopo mesi di attese e sofferenze (per le giurate, sia chiaro!) eccoci alla premiazione di Tramando 2016. Tre sezioni – Trama, BreVox e Aforasma – senza contare l’assegnazione del pirotecnico Tramiro – il diabolico parto di Gaia Conventi – che minaccia da sempre gli incauti partecipanti.
► Per concorrere alla sezione Trama bisognava inviare una storia di massimo 3mila battute che contenesse i tre indizi (di fronte a una scelta fai entrambe le cose, da cosa dipendi?, dislessia). Quest’anno siete stati molto più disciplinati del previsto ma avete avuto qualche difficoltà a distinguere tra trama e racconto… comunque non è stato difficile per noi identificare le 5 trame migliori. Il podio? Lo avete scelto voi, con i vostri like (oltre 500 persone hanno espresso un giudizio in merito) ed è il seguente:
- Al terzo posto Sandra Faé Figlia dei Fiordi con 62 preferenze (vince 5 ebook)
- Al secondo posto Silvia Biglino Erasmus a Tenerife con 168 preferenze (vince 10 libri).
- Al primo posto Chimena Palmieri Il vento non ha memoria con 297 preferenze (vince uno scatolone traboccante libri e la possibilità di lavorare con la sottoscritta editor alla propria trama al fine di svilupparla e trasformarla in un romanzo).
Veniamo alle altre due sezioni pensate per gli amanti della sottrazione e della sintesi: AforAsma – l’aforisma che toglie il fiato… in 140 caratteri – e BreVox, una mini-trama da 140 caratteri.
► Sezione AforAsma: Francesca Elias (vince una selezione di libracci di Giramenti, il trofeo che camepggia nella foto in alto e quattro lezioni di scrittura narrativa).
Nella tazza
galleggia
la sagoma di Tè.
► Sezione BreVox: Vince Manolo Fioravanti (vince una selezione di libracci di Giramenti e quattro lezioni di scrittura narrativa).
“Scrittore in crisi sogna Goethe che gli svela i suoi segreti. Non conoscendo il tedesco, finisce a lavorare in un call center.”
Ed eccoci, infine, al diabolico Tramiro. No, non è uno sbeffeggio ma un sorridere assieme di qualcosa che proprio non va e renderla persino utile: dagli sbagli, ahimè, si impara molto più facilmente che dai successi. E attraverso i libri brutti, le storie sghembe e i dialoghi cacofonici si mette a fuoco ciò che non va fatto. Questo è lo spirito! Prima di passare la parola a Gaia Conventi: grazie a tutti per aver partecipato, giocato e sperimentato. Grazie per il tempo che avete dedicato a questo gioco e a chi ha voluto cimentarsi.
► Tramiro d’oro 2016
Dite a Manuel che il Tramiro ha molto apprezzato «Lea [che] era una ragazza di città, ma non di una città come la immaginate voi oggi. […] lei era una ragazza di città con un grande sogno nel cassetto, un sogno nel cassetto che condivideva sicuramente con altre ragazze della sua città». Complimenti, riuscire a piazzare tante «città» in un colpo solo è faccenda degna del Premio Google Maps. Vedremo di inventarlo.
Il Tramiro vuole poi ringraziare Francesca per aver ideato una protagonista «bella, brillante e impegnata politicamente e [che] fa perfino volontariato». Che dire? Le manca solo la parola. Notevole l’agghiacciante passaggio: «Possibile che nessuno si accorgesse che il suo cuore era congelato? Per questo aveva sempre freddo». Non fa una piega e, se proprio dovesse farla, basterà mettere la trama in freezer.
Il Tramiro ha inoltre fatto il tifo per Giorgia e la «nonna [Grazia che], vedendolo, sbianca, ma minimizza parlando di un calo di pressione. Poche settimane dopo, Grazia ha un attacco di cuore e muore». Vi invitiamo a prendere sul serio le nonne che sbiancano all’improvviso. Farlo aiuta a ereditare consapevolmente. Il Tramiro consiglia invece a Enrico di dare un’occhiata a quella «BMW serie 3 Compact» che sembra essere provvista di «portella», termine solitamente usato per le stufe e i forni. Non ci è quindi dato sapere se l’auto in questione vada a carbonella o sia ventilata. Nel dubbio, il Tramiro l’ha trovata faccenda assai interessante.
E arriviamo infine alle tre trame – be’, dire tre parrebbe esagerato: due trame e un racconto – che lungamente si sono contese il Tramiro d’oro 2016. Abbiamo dovuto rinunciare al dirompente Quante donne di Giovanni Teti Siolot perché l’autore ha, appunto, inviato un racconto e non una trama. C’è la sua bella differenza. Il testo però è notevole, così come l’uso disinvolto delle virgole. Tacciamo il resto perché il correttore di bozze è in ferie. Ottima la trama di Renato Mite, coi «macchinari del panificio [che] andrebbero ammodernati» e dunque il proprietario «ha preferito reinvestire nel panificio ampliandolo e rinnovando i macchinari». Anche se poi si scopre che «i macchinari non sono stati rinnovati». Per noi va benissimo in un modo o nell’altro: a noi tocca assegnare il Tramiro, mica badare all’editing. E poi, accidenti, quello è il «pastificio che fa la pasta più buona del mondo», come ci riesca è un segreto che il nostro amico scrittore si porterà nella tomba. Nel frattempo: lunga vita e prosperità!
Infine, per il giubilo di tutti – forse anche dell’autore della trama in questione –, si aggiudica il Tramiro d’oro 2016 Re Luigino di Antonio Papale. Una storia che racconta il dramma della disoccupazione causata dai robot, «Persino al bar del 3° piano dell’UCC c’è un robottoide». In questo ambiente moderno – ma informale – trova spazio anche l’inetta nobiltà: Luigino, «titolare di uno “scettro” che nessuno reclama più», passa il proprio tempo intrattenendo una fitta corrispondenza con la plebe. Difatti «I cittadini gli scrivono e lui risponde, ma solo a chi usa la penna». Non sappiamo se Luigino schifi la matita o se la robotica abbia spazzato via persino le email. Il dramma ha inizio quando Luigino, dovendo tenere un discorso alla nazione, spiazzerà tutti con «parole trascinanti e impetuose». Bando agli spoiler, eccovi la trama vincitrice del Tramiro d’oro 2016…
Re Luigino di Antonio Papale
Non c’è più lavoro. Persino al bar del 3° piano dell’UCC c’è un robottoide. Lo chiamano Cesarino, il Re dell’espresso. Al 2° piano Attilio T. è a colloquio, sta rispondendo al Questionario di Proust.
Qual è la tua idea di felicità? Essere Presidente
Da cosa dipendi? Da una sola idea
La tua più grande paura? Non essere Presidente
Dove ti piacerebbe vivere? A Palazzo
Insomma, Attilio ha le idee chiare e l’UCC (Unità Centrale per il Collocamento) è il posto giusto. Qui sanno bene come rendere stimolante il tempo regalato dalla ricchezza di cui robot e computer non sanno cosa fare; accontentano tutti, come è già successo con il ‘Contatore di Stelle’, il ‘Costruttore di Case Sottomarine’ e il ‘Controllore della Felicità con Obbligo di Contravvenzione’.
Il Presidente in carica, “Re Luigino”, era stato eletto una sola volta. Con la sua faccia da eterno ragazzo sta lì, senza poteri, con poche decisioni da prendere e senza avere molto da fare, titolare d’uno “scettro” che nessuno reclama più, presidente a vita “per inerzia della Storia”… I cittadini gli scrivono e lui risponde, ma solo a chi usa la penna. Una lettera in particolare gli offre uno spunto per il discorso di fine anno che, nel tentativo di risuscitare un rito stanco e poco seguito, dovrà contenere “un messaggio dirompente”.
È il 18 dicembre. “Di fronte a una scelta fai entrambe le cose” pensa il Presidente. E così scrive due discorsi: quello che farà credere che avrebbe letto e quello che invece leggerà a sorpresa la sera del 31. C’è di mezzo una donna e, manco a dirlo, non è la First Lady…
“Re Luigino” e il Direttore dell’UCC s’erano persi di vista tempo addietro, dopo una comune militanza politica. La richiesta di Attilio li costringe a rincontrarsi. A vederli, i due, sembrano complici, ma in realtà non si fidano. Il Presidente è convinto che Attilio sia l’utile idiota che il Direttore vuole usare, a “norma di Collocamento”, per vendicarsi di un vecchio torto subito.
Intanto la First Lady scopre le intenzioni del marito. Decide di agire con discrezione, combattuta tra due propositi: farlo capitolare o salvarlo per tutelare se stessa e i suoi privilegi residui. In entrambi i casi, l’opinione pubblica non dovrà sospettare nulla di lei.
Il discorso di fine anno arriva, con le parole trascinanti e impetuose di un Presidente mai visto prima. Spiazza tutti: la moglie, i cittadini, il Direttore. Cosa avrà deciso di fare la First Lady è cosa che non è bene svelare qui. Ci penserà Cesare Cammeo, l’ex barista “impeccabile ed elegantissimo” (pensionato da Cesarino), che tutti i giorni torna al 3° piano dell’UCC, dove per 1/4 di secolo ha preparato il caffè a quelli che adesso incrocia regalando loro frasi sconclusionate. Vaga per i corridoi, sembra un fuori di testa, soffre di dislessia quotidiana. Tutti gli lasciano fare quello che vuole. Ma qualcuno parla troppo di ciò che accade in quegli uffici, forse ignaro del fatto che le orecchie di un “matto” non sono quelle di un sordo.
21 comments
Ringrazio qui per i voti, la condivisone e la diffusione, in particolare chi, sopperendo alla mia assenza su FB, si è dato un gran da fare in giro sui social.
Grazie davvero, complimentoni a tutti. Mi piace un sacco il BreVox.
La mia figliola dei fiordi vi aspetta, vedremo gli sviluppi nel mio blog. Un abbraccio alle giudicesse.
Grazie a te, Sandra! E sì, anche se non ci sei, su Fb hai una bellissima rete.
Aspettiamo di leggere il romanzo!
La mia rete è stata spaziale! E sul romanzo toglierò la dislessia, messa lì per gli indizi, ma di cui non so nulla e non voglio fare l’autore-wikipedia (ce ne sono già troppi!), la zia torna a essere stramba, pazza per Giotto ma non dislessica.
Pensare che nemmeno 2 settimane fa anch’io ho trovato una “portella” in una mail, credo nasca dalla fusione tra “portiera” e “portellone” (di solito il posteriore). Pensavo fosse dialettale…
E quelle ad apertura ad ali di gabbiano della i8 come le chiameranno?!
Non ho capito l’AforAsma…
Applausi per il BreVox!
Ma soprattutto complimenti ai Tramisti!
È un gioco di parole sul delitto 🙂
Si gioca con te come persona e Tè inteso come bustina :))
Ero quasi sulla strada giusta…l’ambivalenza te/the l’avevo intesa…il delitto no!! anima candida che sono… 😉
Il candore è un grande pregio :))
Grazie, Francesca, per essere passata di qui. E ancora complimenti!
OH MY GOD ! ! !
Ho vinto il Tramiro!
…
Vado per un paio d’ore nell’ala dell’edificio mio adibito al training autogeno… 😀
Dovessi riprendermi (vediamo) torno qui a rileggere tutto: le motivazioni (spero balsamiche), la mia pseudo trama (che ovviamente ho rimosso al 95% come da prassi per le pagine che imbratto), i vincitori delle altre sezioni e… i commenti pietosi di chi ha schivato l’onorificenza :O 😉 🙂 😀
Oh my god lo dico io! Anzi lo grido!
Grazie a bookblister, è stata un’esperienza interessante.
(chiedo scusa per aver sbagliato un articolo)
ciao
Ciao Michele, grazie per aver partecipato!
Wow…Ho vinto!
Grazie a tutti quelli che mi hanno votato e grazie a BookBlister! ^_^
Ciao, Chimena! È sì, mi manca soltanto il tuo indirizzo. Una scatola di libri ti attende e poi, se ti va, c’è da lavorare alla trama 😉
Lo mando per email?
Mi va certissimamente! ^_^
Evviva! Molto molto bene.
Versione A
Ho avuto finalmente il coraggio di rileggermi e posso dire che sì, il premio è meritato! 😀 😀
Ho poi apprezzato molto la delicatezza della Gaia redattrice, che nelle motivazioni finali, piuttosto che liquidare il tutto con un classico “ma che cagata!”, ha ricamato con ironico candore su alcuni passaggi evidentemente ritenuti un tantinello “estremi”… 🙂
Versione B
Mi sono riletto e, a parte il solito fastidio che provo nel rileggermi (in effetti dovrei smettere di imbrattare pagine così la smetto di infastidire pure gli altri), devo dire che non ho poi trovato la trametta su Re Luigino così orripilante. L’intreccio si dichiara surreale già nel titolo, e il robottoide, Cesarino, il re dell’espresso, i colloqui fatti col questionario di Proust e il controllore della felicità ecc., sono elementi sparati tutti e subito proprio a suggerire un metamondo né fantasy né apocalittico, ma semplicemente estremo (se visto da qui) e naturalmente vocato alla leggerezza e al sorriso. In un paese dove il collocamento trova “lavoro” a un “Contatore di stelle”, non c’è nessun dramma della disoccupazione… 😉 E se può strabiliare la figura che so, d’uno che di lavoro fa il capro espiatorio (di pennacchiana memoria), non è detto che non possa fare lo stesso un giovane presidente a vita che si vede minacciare il “posto” da un candidato che vuole spodestarlo tramite collocamento… 😀
E’ meglio essere Coelho o è meglio essere Kafka, si chiede (solo per me stamattina) Piperno sul Corriere. Il guaio è che non siamo né l’uno né l’altro. E nonostante le supercazzole che ci raccontiamo o regaliamo agli altri (spesso cattive, spesso invidiose, spesso pretestuose), non riusciremmo mai, anche volendolo fortissimamente con tutto l’impegno di questo mondo, a essere capaci d’essere né astro Kafka, né cometa Coelho.
E’ un dramma tutto ciò?
Direi di no! Basta non pensarci. 😉 😀
PS: non riesco a postare da PC (credo per un involontario problema di spam). E’ possibile risolvere il problema risbloccando el cugino?, grazie 🙂
Grazie, adesso posto…
Uffa, non ci riesco! 🙁
http://i.imgur.com/wEuHvlN.jpg
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