La correttezza paga
Qualche giorno fa si è parlato di editoria malata, di datori di lavoro insolventi e di categorie allo stremo delle forze.
Il banner che vedete qui sopra è legato a tutto questo e da oggi campeggerà anche sulla pagina di BookBlister.
L’idea è di Luca Pantarotto di Holden & Company, lo slogan è di Marina Vitale, la grafica di Francesca Schipa. Gaia Conventi di Giramenti ha subito aderito, io ho fatto altrettanto. Ed è lei a spiegarvi per filo e per segno di cosa si tratta qui.
Per segnalazioni, potete scrivete a lacorrettezzapaga@gmail.com. Alcune precisazioni:
- non si fanno liste nere, si raccolgono testimonianze di professionisti gabbati.
- Non ci interessa ciarlare né fare la guerra a un editore, vorremmo contribuire a sradicare un comportamento aberrante. E, soprattutto, non vogliamo essere complici di chi vive sulle spalle degli altri.
12 Commenti
La correttezza paga; e se non paga sei fuori | Holden & Company
10 Luglio 2014 at 14:04[…] collettiva. Grazie a Chiara Beretta Mazzotta, che l’ha rilanciata su BookBlister (qui e qui), a Gaia Conventi che l’ha ripresa su Giramenti, e alle mie ragazze di diLetti e riLetti, che […]
Grazia Lodigiani
10 Luglio 2014 at 15:02Ho seguito la cosa su facebooke sui siti segnalati, ma…a dire il vero mi sono un pochino persa.
So che si dice e non si dice per evitare di essere diffamati (e buggerati), ma è davvero difficile capirvi 🙁
Chiara Beretta Mazzotta
10 Luglio 2014 at 15:39Ciao Grazia, abbiamo creato la mail per le segnalazioni: lacorrettezzapaga@gmail.com chi lavora in editoria e non viene pagato può segnalarci la cosa a questo indirizzo.
Gli editori segnalati vengono messi in “quarantena” se riceviamo diverse segnalazioni, fidate e comprovate, allora nei nostri blog e in rete non recensiamo più libri di quella casa editrice.
Non facciamo liste pubbliche perché si ritorcono contro chi le fa. Facciamo un boicottaggio silenzioso.
È meno confusionario?
Monica
10 Luglio 2014 at 16:15“Oltre il danno la beffa” mi verrebbe da dire. Scusate ma pensavo a quel povero autore che oltre a non vedersi pagare dall’editore e magari sentendosi in colpa perché i collaboratori che hanno lavorato al suo libro non vengono pagati, si vede rifiutare la recensione al libro. Premetto che va a GaJa tutta la mia solidarietà e senza alcuna condizione, tuttavia non posso fare a meno di pensare alla fine chi ci rimette di più. Forse piuttosto che suggerire ai giornalisti e recensori di rifiutare le opere da recensire sarebbe più efficace insegnare a tutti che è dovere civico denunciare chi non assolve agli impegni presi, perché altrimenti si rischia di sparare nel mazzo e, come spesso accade, chi ne fa le spese è chi non ha poi tutte le colpe mentre gli impuniti continuano a fare danni. Gli autori, dopo mesi di lavoro, che alla fine arrivano a totalizzare anni, dopo aver tanto lavorato a un romanzo ed essere riusciti a farlo pubblicare, altri mesi/anni di lavoro, deve ancora aspettare un bel po’ prima di vedere concretizzare le soddisfazioni tanto agognate e le recensioni diventano per loro una sorgente fresca e deliziosa dove soddisfare il grande bisogno di conferme di cui necessitano per trovare nuovi stimoli a produrre altre opere. Se private un autore anche di questo, presto avremo solo romanzetti rosa, scritti per fanciulline, che vendono milioni di copie avvolti da fascette e che vantano vendite inverosimili e gli editori del genere rosa se ne fregano delle recensioni di chicchessia. Con questo, non voglio avviare una polemica, ben vengano queste segnalazioni, se ne deve parlare il più possibile ma vorrei mettere in luce quali potrebbero essere le controindicazioni della cura suggerita da GaJa.
Chiara Beretta Mazzotta
10 Luglio 2014 at 17:00Purtroppo gli editori che non pagano sono pure quelli da milioni di copie… questo è il problema, Monica.
Tu stai lì a dire come sono bravi questi editori, che bei titoli pubblicano, ma alimenti un circolo vizioso.
Qualcosa tocca farla. Nessuna soluzione è definitiva, e nessuna soluzione è indolore.
La correttezza paga | La biblioteca di Babele
11 Luglio 2014 at 11:41[…] di diLetti e riLetti, che hanno creato rispettivamente grafica e slogan. Chiara Beretta Mazzotta di Bookblister e Gaia Conventi di Giramenti hanno subito aderito. Da tutto questo è nato il banner che mi […]
Chiuso per ozio | BookBlister
31 Luglio 2014 at 19:05[…] chiudo con #lacorrettezzapaga, una iniziativa che nasce da una faccenda poco lieta – la fatica di traduttori, correttori, […]
ornella_spagnulo
1 Agosto 2014 at 22:57Condividerei pienamente, se non per un dubbio: siete contrari anche agli stage non pagati? Io credo che il lavoro debba essere pagato, a meno che non sia volontariato, ma per gli stage (per quanto sarebbe bellissimo se venissero retribuiti) è un discorso a parte. Quello è un periodo di formazione.
#OgginLibreria 5 | BookBlister
10 Settembre 2014 at 16:51[…] è certo: per le lamentele è sempre stagione, ma se c’è da schierarsi, sostenere non dico una battaglia ma una idea, ecco che i più svaniscono per preservare il proprio orticello. Il problema è che […]
La correttezza paga, e se non paghi sei fuori! - Odor di GelsominoOdor di Gelsomino
28 Ottobre 2014 at 10:44[…] La correttezza paga, ideata da Holden & Company, subito appoggiata da Giramenti e da Bookblister. Lo slogan ed il banner sono di diLetti e […]
La correttezza paga; e se non paga sei fuori | Holden Company
12 Giugno 2015 at 19:23[…] collettiva. Grazie a Chiara Beretta Mazzotta, che l’ha rilanciata su BookBlister (qui e qui), a Gaia Conventi che l’ha ripresa su Giramenti, e alle mie ragazze di diLetti e riLetti, che […]
#OgginLibreria 5
19 Marzo 2016 at 22:39[…] è certo: per le lamentele è sempre stagione, ma se c’è da schierarsi, sostenere non dico una battaglia ma una idea, ecco che i più svaniscono per preservare il proprio orticello. Il problema è che […]