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Caro Ministro Franceschini, lei lo conosce il Cepell?

Faccia da Cepell“Vorrei lanciare una nuova iniziativa, la Biblioteca Nazionale dell’Inedito, in cui raccogliere tutti gli inediti che ci sono nel nostro Paese. Sarebbe la memoria di un intero Paese. Chissà quante storie di famiglie, quante storie perse che farebbero memoria…” e la vorrebbe affidare al Cepell. Parrebbe una barzelletta

Se avessi cercato un perfetto esempio di comico involontario da fare agli autori, lavrei trovato. Me lo ha gentilmente offerto lei, caro Ministro Franceschini, qualche giorno fa. Il contenuto del suo tweet è cosa nota, ormai.

Minacce del Ministro Franceschini

Ciò che non sapevo, quando ribattevo al suo raptus (le faccio una cortesia a definirlo tale, ché se c’era coscienza…), è che il Cepell sarebbe proprio l’organo a cui lei avrebbe intenzione di affidare la Biblioteca Nazionale dell’Inedito per salvare la memoria del nostro Paese. Non perderò troppo tempo nel dirle che, uscendo 60mila Panico da Cepelltitoli l’anno, si dovrebbe pensare di fare qualcosa per i libri editi e non per gli inediti, che si dovrebbe fare qualcosa per la lettura, non per i deliri narcisistici di chi scrive (e non ho detto “autori” né “scrittori”).

Quindi si dovrebbe fare qualcosa per il Cepell, cioè il Centro per il libro e la Lettura che avrebbe appunto il compito di “divulgare e promuovere, in Italia e all’estero, il libro, la cultura e gli autori nazionali”. E mi paiono già tre obiettivi alti.

Sul blog sono mesi, Ministro, che seguo questo curioso istituto e ne scrivo (e lo ha fatto pure Christian Raimo su Minima&Moralia parecchio prima di me). Ho iniziato perché il sito internet è rimasto in “allestimento” per giorni e giorni a novembre del 2014. E quando è tornato online era come prima: inagibile. Impossibile caricare le pagine in un tempo civile, trovare contenuti o navigarlo, e non mancano i link che puntano al nulla (per esempio provi a cliccare su organicoamministrazione trasparente che in effetti lo è trasparente e non si vede*). Senza contare che nella banca dati degli editori gli Eap, gli editori a pagamento, si sprecano. Cosa quantomeno inelegante. Ci faccia un giro e mi dica che ne pensa. Ci tengo.

Ne ho scritto anche perché, per mesi, la pagina Facebook e il profilo Twitter non sono stati aggiornati. Nemmeno un post o un cinguettio. Nulla, per giorni e giorni e giorni (qui può ammirare l’attività frenetica del Centro). A furia di messaggi e post le cose parevano un pocoPanico panico da Cepell cambiate, soprattutto su Facebook: qualche anima solerte (si fa per dire) ogni tanto dava e dà segni di vita. Niente di eccezionale, Ministro. Per esempio sappia che il 23 aprile, giornata mondiale del libro e del diritto d’autore – e del poderoso quanto inutile #ioleggoperché – su Twitter il Centro per il libro e la lettura ha fatto due tweet. DUE. E un post sulla pagina Facebook. UNO!

Non faccia quella faccia, suvvia. Sa quanti tweet ha prodotto il Cepell durante il Salone del libro di Torino? UNO. In cinque giorni, nei quattro padiglioni – quasi cinquantamila metri quadri di superficie – nelle 27 sale convegni, con 330mila visitatori, 1.200 editori, più di 1.200 incontri e dibattiti (qui il programma in caso non si fidasse) non deve essere successo nulla di cui valesse la pena parlare e infatti il Cepell non ha sentito il bisogno di comunicarcelo. Lo dica a Ferrero, Ministro, che magari il prossimo anno aggiunge qualche evento interessante… E lo stesso vale per Facebook: anche qui un solo post. UNO!

Cepell Salone Torino Facebook

Vede, a me pare oltraggioso che lei si interessi degli inediti e voglia occuparsene in questo modo ridicolo (che piacerà solo agli autori esordienti con ego sotto steroidi e agli Eap, che si sentiranno preziosi per il loro lavoro di divulgazione delle storie che andrebbero altrimenti perdute). E mi pare oltraggioso che li voglia affidare al Cepell.

A meno che la sua strategia non sia il frutto di una intuizione: ha appurato che il Cepell – oltre a non interessarsi agli eventi legati ai libri, agli autori, alle fiere e ai Saloni – non parla neppure di libri. O quantomeno non lo fa in rete, un posto poco frequentato, si sa. Allora ecco che lei gli affida i non-ancora-libri. Geniale! Senza contare che, così facendo, ne siamo certi: la memoria del nostro Paese verrà cancellata alla svelta.

* I link sono stati magicamente ripristinati. Oh gioia, Oh gaudio!

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12 comments

Demian 12/06/2015 at 18:37

Ci vorrebbe un Cepell inedito

Aldo 12/06/2015 at 18:37

“Invece di minacciarci” 🙂 🙂 🙂

Alessandro Madeddu 13/06/2015 at 10:23

Magari è meglio così: vedendo come certe istituzioni si muovono sui social network, viene da pensare che muoversi il meno possibile sia una scelta saggia XD

Daniele 13/06/2015 at 15:25

Sono un po’ pettegolo: il signor Franceschini ha risposto al tweet?

Chiara Beretta Mazzotta 13/06/2015 at 15:29

Daniele, ma figurati! Se dovesse mai farlo, posto qui la risposta. 😉

Daniele 14/06/2015 at 11:17

Dai, non lo facevo così timido 😛

El cugino del parente che prima o poi avrà nome, cognome, domicilio 13/06/2015 at 15:28

Il libro è malato, ma anche la politica non se la passa bene. 😉

Chiara Beretta Mazzotta 13/06/2015 at 15:30

No, infatti se la intendono alla grande.

newwhitebear 13/06/2015 at 15:44

Forse sarebbe l’occasione buona per scovare delle buone idee tra trasformare in ottimi libri. Ma chi ha tempo di leggerli tutti?

Chiara Beretta Mazzotta 13/06/2015 at 15:49

Ma i buoni autori le buone idee se le trovano da sé! E gli inediti li leggono già in parecchi. Altrimenti come farebbero a esserci 60mila titoli pubblicati?! Io nella mia rubrica parlo soprattutto di esordi, per dire… Io le energie le incanalerei meglio. Ecco.

Barbara 15/06/2015 at 11:03

Per curiosità, venerdì quando ho letto il post, sono andata a vedere il sito del Cepell. Irraggiungibile. Ed ho provato da tre reti e tre supporti diversi.
Lo guardo ora. C’è. Mi chiedo: per aver richiesto così molto tempo in sviluppo e risultare ancora lento agli utenti, che tecnologia userà? Nella paginetta semi nascosta dei “credits” leggo:
“Struttura di navigazione web e sviluppo su piattaforma OpenCms™
Sviluppo Sistema Srl, info@svilupposistema.it

Quindi, come piattaforma hanno scelto l’open source, azzerando costi di licenza del software. Ovviamente però ci dev’essere sempre qualcuno che lo installa, lo customizza per il cliente e lo manutiene, nella figura di questi “Sviluppo Sistema Srl”.
Vado in cerca quindi di http://www.svilupposistema.it, curiosa di sapere di dove sono, cosa utilizzano, partner e referenze, e leggo:
“Database Error: Unable to connect to the database:Could not connect to database”
……pessimo biglietto da visita.

Le istituzioni ed il web. Questo matrimonio non s’ha da fare?

Chiara Beretta Mazzotta 15/06/2015 at 11:26

Barbara, grazie! Queste chicche addolciscono il lunedì mattina 😉 È un pasticcio, in effetti, non un sito e temo sia un matrimonio infelice…

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