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Left Behind – La profezia (o meglio la catastrofe)

Left-Behind-La-ProfeziaDiretto da Vic Armstrong con Nicolas Cage, Cassi Thomson, Lea Thompson, Chad Michael Murray e distribuito da Notorius Pictures.

Esce oggi al cinema l’ultima fatica (e non solo per lui… ché gli spettatoti, talvolta, andrebbero pagati) di Vic Armstrong con Nicolas Cage. Si left-behind-la-profezia-locandinatratta di un filmone catastrofico remake dell’omonima pellicola del 2000 (ma qui la trama è tutta diversa), adattamento cinematografico del romanzo Gli esclusi, il primo della serie scritta da Tim LaHaye e Jerry B. Jenkins.

La storia? Chloe Steele (Cassi Thomson) torna a casa per il compleanno del padre Ray (Nicolas Cage), un pilota di linea. Appena atterra scopre però da sua madre Irene (Lea Thompson) che il papà a causa di un volo non ci sarà. Rimane così all’aeroporto per parlargli e nell’attesa incontra Buck (Chad Michael Murray), ovvero Cameron Williams, reporter della GWN, che partirà per Londra proprio sul volo del padre. Tornata a casa ha subito uno screzio con la madre, fervente cattolica (e la religione è uno tra i grandi problemi che l’ha allontanata dal marito), così Chloe per sbollire se ne va al centro commerciale con il fratellino.

Fin qui, è solo noia e dialoghi traballanti ma il regista ci tiene a far le cose per bene e inanella una serie di topiche micidiale. Se se si vuol fare un brutto film, in effetti, basta seguire alcune semplici regole

Left behind incidenti a catena#1: annientare una idea interessante
Serviva una catastrofe e dove andare a pescarla se non nel libro più ricco di rogne e conflitti di sempre? La Bibbia, ovvio. Così gli sceneggiatori Paul Lalonde e John Patus, basandosi sui romanzi di LaHaye e Jenkins, si sono serviti delle profezie di Ezechiele, Daniele e Giovanni sul “Rapimento della Chiesa”, secondo la quale Dio richiamerebbe a sé le anime  dei credenti portandole in Paradiso e risparmiando loro i sette anni di terribili Tribolazioni. Immaginate che, da un secondo all’altro, milioni di persone svaniscano e di loro restino soltanto pochi effetti personali: un mucchietto di abiti, anelli, orologi… nulla più. E milioni di persone che svaniscono significano altrettanti incidenti, per non dire del panico generale. Non vi dirò chi scompare, ovvio, ma a svanire è pure la forza di una idea che non porta da alcuna parte e serve solo a giustificare il budget da 15milioni di dollari. Tante esplosioni, signori. Tutto qui.

 #2: assoldare l’attore bollitoleft-behind-Nicolas Cage
Nicolas Cage è Nicolas Cage ma se la sceneggiatura fa schifo, i dialoghi ridicoli e i personaggi caricaturali manco i Magnifici Quattro potrebbero salvarvi dal baratro. E Cage (con una “non” capigliatura da peluches infeltrito) non fa differenza. E così allo spettatore tocca una mono-espressione contrita, il fascino dell’ex uomo di fascino e il pathos di un vecchietto in attesa di una minzione più copiosa del previsto (Sorrentino docet).

Cassi Thomson Left Behind#3: scegliere una protagonista moscia
Un po’ carina, un po’ biondina, un po’ magrina… Cassi Thomson (ma sarà la figlia di Lea?) è anonima, quasi invisibile. Tanto che se non sbadigli mentre parla, salta, corre, sorride (uh, se sorride!) è solo perché sei impegnato a cercarla nell’inquadratura. E pensare che lei non è una di quelli che sparisce.

#4: puntare sui bbbonichad-michael-murray-left-behind
Chi si è occupato del casting, avendo letto per bene lo script, deve aver pensato che l’unica vera catastrofe biblica fosse girarlo ’sto film, così ha tentato di giocarsi la carta “gnocchi”. Ed ecco comparire Chad Michael Murray, il reporter, e Nicky Whelan, che nel film interpreta Hattie, una bella Nicky Whelan Left Behindhostess. Figi sono fighi. Ma per apprezzare il film Chad avrebbe dovuto sedermi accanto…

#5: il più è meno
Quando non hai una storia da raccontare, ti tocca supplire. Un po’ come quando cucini robaccia e ci dai dentro con salse e condimenti. Ed ecco che qui i colpi di scena – altrimenti dette sfighe – sono tante che fai fatica a rintracciare i fatti. E poi ci sono drammoni psicologici, faccendone morali e religiose, dialogoni contriti… è uno script sotto steroidi. Ma gli steroidi fanno male.

Quindi? L’unico buon motivo per vederlo è godersi il fresco della sala. Amen.

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4 comments

sandra 29/07/2015 at 11:09

Vabbe’ quella del fresco della sala l’hai copiata da me e dalle mie migrazioni di settimana scorsa. Sta volta non ti seguo. Però mi ha fornito una grande idea: attingere dalla Bibbia i conflitti, sai quella roba lì da seminare nel romanzo altrimensi si ammoscia, qualcuno mi ha detto che le rogne sono il sale del testo, altro che maionese! Bacione

Barbara 29/07/2015 at 11:24

Purtroppo è vero che le rogne rendono vivo il testo. I protagonisti vanno fatti soffrire, e più soffrono e s’acciaccano e più il lettore soffre (e si emoziona) con loro. Tanto che in ogni scena occorrerebbe chiedersi: qual è il peggio che gli può capitare? questo? ok, eccoti servito.

sandra 29/07/2015 at 11:39

Verissimo! Occhio però allo scivolone “no, adesso l’autore ha esagerato!” mica facile stabilire la linea di confine 😀 che è un po’ ciò che è successo in questo film da quanto ho capito.

Barbara 29/07/2015 at 11:16

Insomma, in sala ci saranno solo i fan di Nicolas Cage, che di film buoni ne ha fatti, ma anche di veramente pessimi (“Il prescelto” su tutti…l’ho visto anche due volte per capire se c’era qualcosa che non avevo capito…ma no, avevo capito!)
E l’estate prossima ce lo ritroveremo già su Italia Uno o su Cielo, alla domenica pomeriggio, nel filone dei film catastrofici, tra la saga dei Tremors, quella di Airport, il calamaro gigante assassino e tutti i vari Tornado.

“Ma per apprezzare il film Chad avrebbe dovuto sedermi accanto…”
Ahahhaha, non conosco questo Chad, ma comprendo bene l’idea 😉

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