Se un imputato figura tra gli autori di una inchiesta mentre il processo è in corso

Se un imputato figura tra gli autori di una inchiesta mentre il processo è in corso

Altro che buon gusto, l’inchiesta sulla tragedia della Concordia scritta dalla giornalista Vittoriana Abate andrebbe analizzata sul piano della correttezza legale.

Tempo fa mi sono occupata del “libro” di Schettino (trovate il pezzo qui) che, in realtà, non è scritto da Schettino (anche se lui compare come autore) ma dalla giornalista Vittoriana Abate. «Il libro» dichiarava l’autrice «non è la verità di Schettino sulla tragedia, ma vuole essere una ricostruzione giornalistica, con atti e documenti non considerati e utili forse a cercare un’altra verità. Secondo questa nuova ricostruzione ci sono altri responsabili».

Alle perplessità sulla discutibile scelta editoriale – altro che cattivo gusto! – si aggiungono quelle circa la correttezza dell’operazione da un punto di vista legale. Oltre alla biografia dell’ex comandante, infatti, nelle 608 pagine ci sono dichiarazioni, deposizioni e altro materiale “sensibile”… elementi per i quali è necessario – ovvio – un vaglio attento e pure le liberatorie di tutti i soggetti citati (o presenti nelle immagini). Ricordo, tra l’altro, che il processo è in corso (siamo solo al primo dei tre gradi di giudizio). Non sarebbe stato meglio pensare al libro a procedimento completo? E ancora è legittimo che un imputato figuri tra gli autori di una inchiesta mentre il processo è in corso?

Pochi giorni fa ho ricevuto via mail un comunicato stampa. L’ho letto e condiviso sui social, oggi lo pubblico anche qui. Non credo i giornali daranno spazio alla notizia e forse è un bene: in passato hanno dato informazioni incomplete e superficialotte, vendendosi il gossip da ombrellone dell’editore che pubblica il libro di un condannato a 16 anni con 32 morti sulla coscienza. Ma le domande da fare sarebbero state ben altre. In un mondo normale, ovvio. Come sempre, attendo il vostro parere.

Sono Fiorella Silvana Panetti, 3° Commissario di Bordo membro dell’equipaggio della Costa Concordia la sera del 13 Gennaio 2012: con questa nota invito pubblicamente ed ufficialmente il Comandante Francesco Schettino, la D.ssa Vittoriana Abate e gli Editori Graus SrL e Maiello SrL a smentire e/o rettificare quanto scritto nel libro “Le Verità sommerse” a pag.na 206 al capoverso che recita testualmente “Al terzo commissario di bordo, Fiorella Silvana Panetti era assegnata la lancia n. 6, rimasta incastrata sul ponte 3.” Nulla di più falso! Preciso che la lancia n. 6 non era assegnata a me, ma al Capo Lancia Flores Hernandes Gustavo Fernando, e come da ruolo d’appello di bordo, io non ero nemmeno Vice Capo Lancia, che da ruolo d’appello risultava essere Bisda Cristhofer (Nota: il Vice C. Lancia è colui che sostituisce il Capo Lancia nel caso egli sia assente, come ADDETTO al mezzo marinaio, esegue gli ordini del Capo Lancia per la messa a maree l’allontanamento della lancia assegnata). Ciò che risulta vero, è che il Capo Lancia Flores non si è presentato all’imbarco. Fiorella Silvana Panetti: «Ero a bordo della Costa Concordia la sera del 13 Gennaio 2012, ho rischiato di morire e sono stata salvata dal collega Lorenzo Barabba, dal Vice Sindaco del Giglio Sig. Mario Pellegrino e dal Dottore di bordo Sandro Cinquini, che, con una corda mi hanno tirato fuori da un corridoio che era diventato un pozzo mortale dopo lo sbandamento definitivo della motonave. Non vorrei che dopo aver rischiato la vita, e dopo aver espletato il mio massimo impegno lavorativo durante tutta la fase dell’emergenza verificatasi quella sera (com’è ampiamente noto), potrei ritrovarmi con qualche profilo di responsabilità per ciò che è accaduto alla Lancia n. 6. Sono fortemente meravigliata del fatto che il Com.te Schettino possa consentire di scrivere simili inesattezze. Inoltre, sono stati utilizzati fotogrammi che mi ritraggono e sono state utilizzate mie dichiarazioni rese durante il processo senza il mio consenso. Per questo ho dato mandato ai miei legali che mi rappresentano in Italia per ogni valutazione ed azione e per la tutela di ogni mio diritto».

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6 Comments

  • L’Italia non smette mai di stupirmi… in peggio ovvio. Se quanto affermato corrispondesse al vero (non ho motivo di dubitarlo letto l’articolo e la dichiarazione) sarebbe l’ennesimo caso di totale assenza di deontologia professionale da parte della giornalista e dell’editore, lascio perdere Schettino perché chi ancora cerca notorietà dopo una simile tragedia va solo dimenticato. Forse sarebbe ora che l’ordine dei giornalisti iniziasse a fare il suo lavoro e non solo a spillare soldi per mantenere la sua baracca.

  • Che orrore, massima stima e solidarietà per la signora Panetti.

  • Putridume.
    Stavo cercando delle parole per commentare, ma l’unica che mi sovviene è questa, a pensare a sti due. Intendo la giornalista (non l’hanno ancora buttata fuori dall’Albo?! Quis custodiet ipsos custodes?) e il ….e come lo chiami? qualsiasi definizione gli dai rischi di offendere un’altra categoria che non lo merita…coso, il coso lì, lo Schettino.
    Putridume. Con un certo lezzo al seguito.
    Provo solo pena per loro. Perchè quando c’hai 32 morti sulla coscienza (non parlo di responsabilità legale, penale o civile, ma di coscienza, etica, morale) non ti resta altro che scrivere libri per auto-convincerti del contrario??
    Ma il punto è questo: evidentemente non hanno coscienza.
    Quasi quasi la difesa potrebbe invocare l’infermità mentale.

    • Sì. E trovo meraviglioso che nessun giornalista si sia preso la briga di chiedere alle persone citate nel libro: siete stati informati, avete dato il consenso, siete d’accordo? Oddio, immagino che non lo abbia letto nessuno il libro, forse neppure Schettino 😉

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