Il nonsense delle librerie aperte durante il lockdown

Il nonsense delle librerie aperte durante il lockdown

Tutti a casa fino al 3 maggio ma librerie aperte dal 14 aprile, una ipotesi che pare un contentino, rischiosa e pure poco praticabile.

Librerie aperte ma lettori a casa. Di certo dovranno modificare per l’ennesima volta l’autocertificazione e introdurre lo “spostamento culturale”. Perché i lettori come potranno raggiungere le librerie se il lockdown impone di stare a casa o di uscire solo per fare provviste o andare in farmacia?

E i lettori quanto tempo avranno per scegliere i libri e i libri verranno sanificati? Quel che è certo: dopo la sindrome del podista (pur di uscire va bene anche lo sport), quella del compratore seriale per aver la scusa del supermercato, dopo aver affittato il cane del vicino per accompagnarlo a fare la pipì… tutti riscopriremo una passione per la lettura?

Librerie aperte, non sarà un contentino?

Ironie a parte, questo annuncio ha il sapore di un amaro contentino. “Librerie aperte” perché il decreto di marzo si è completamente dimenticato del comparto librario? Non pare però una gran mossa. Per prima cosa alimentare l’odio sociale verso i librai – perché voi sì e noi no! – non fa bene al settore. E sarebbe ancora peggio se questa manovra venisse usata per non dare ulteriori aiuti in futuro. “Di che vi lamentate, voi avete aperto prima!”.

Le situazioni di emergenza impongono azioni di emergenza ma soprattutto richiedono chiarezza e generose dosi di buon senso. Dalla ricetta “librerie aperte” questi ingredienti paiono mancare tutti.

Articoli suggeriti

9 Comments

  • In effetti qualche paradosso nelle riaperture ,così come è avvenuto per le chiusure anche quelle scaglionate ,parrebbe esserci.Noi ,ad esempio, abbiamo una Profumeria con articoli per parrucchieri, siamo state tra le ultime attività a chiudere per decreto, quando già i parrucchieri e i centri estetici erano in chiusura forzata e le persone erano invitate a stare a casa. Probabilmente avranno delle motivazioni valide, magari quando tutto sarà passato ce le spiegheranno.

    • Amazon & co. ormai hanno già vinto da un bel pezzo, le nuove generazioni comprano solo lì (quando comprano ovviamente) libri, fumetti, film e quant’altro… posticipare vla riapertura delle librerie a maggio alla fine non farebbe una gran differenza, almeno per le grandi catene, perché forse le piccole librerie potrebbero giovarne in parte. Il problema è però quanti uscirebbero per andare appositamente in libreria in questo periodo? Io no…

  • Ma certo, meglio infatti lasciare che gli affari li facciano Amazon o Ibs e nn piccole librerie fisiche.
    Meno male che le librerie riaprono, mantenendo le distanze e ogni misura di sicurezza da garantire in quelle più grandi. Andare a scegliere carta e non solo ebook, fare due passi per la cultura é anche un buono sfogo sociale per chi gli obblighi sempre li rispetta, ci sta. Per non pensare poi al fatto che giusto a Natale o nel fine settimana nelle librerie, in tempi fuori di emergenza covid, c’é un po’più di movimento, ma in settimana la distanza c’era naturalmente già prima.

    • Sofia, ma certo, nel pezzo c’è scritto proprio questo. Che voglio la morte dei librai (grazie ai quali lavoro, peraltro) e inneggio ad Amazon.
      Io comprendo che comprendere richieda uno sforzo ma nel pezzo si dice ben altro.
      C’è scritto che dopo non essere stati considerati nel decreto di marzo (immagino ti abbia letto i comunicati stampa di Aie) questo pare un contentino, preoccupante. Perché? L’assicurazione ti risarcisce se sei costretto a tenere chiuso, lo Stato non si preoccuperà troppo essendo stato “di manica larga”. Intanto i librai devono gestire – senza regole, senza norme, senza nulla – il problema contagio nel proprio esercizio. Ci tengo poi a precisare che i librai si erano già organizzati con le consegne a casa. Se vai sul sito di Adei troverai la “mappalibro” con tutti gli esercizi attivi accanto a te. Per non dire di “Libri da Asporto” che garantisce a tutti i librai che aderiscono, e quindi ai lettori, consegne gratuite. Un sistema questo ingegnoso e responsabile: si evita alle alle persone di uscire, ai librai di rischiare sulla propria pelle e di disattendere norme che lo Stato e il buon senso impongono.
      Comunque sia, ti abbraccio, e buona Pasqua!

  • Mi auguro che le librerie possano di nuovo essere frequentate dai loro clienti. Comunque trovo assurdo che le abbiano costrette a chiudere perché normalmente (purtroppo) non sono così affollate che non si mantenga naturalmente la distanza di sicurezza.

  • La confusione regna sovrana, io ad esempio ho una gioielleria vivo però fuori al comune dove è situata la mia attività. Al momento, per quanto siano consentite le consegne a domicilio e le spedizioni io non posso andare in negozio per prendere gli articoli che comunque mi servirebbero. Quindi ho il timore che si, i lettori non potranno andare a prendere i libri … spero solo finisca tutto molto presto

  • Al di la’ di qualche indubbia perplessità ‘ tutti ci domandavano perche’ le avessero chiuse anche in considerazione del fatto che il mercato editoriale era ridotto veramente male con perdite ingenti , adesso che si apriranno tutti si domandano perche’ , e parlano di ” contentino ” , cerchiamo di arrivare ad un accordo con noi stessi .

  • Son contenta delle librerie! Spero riuscire ad andare!️

  • io lavoro in una libreria di catena, fino al giorno della chiusura abbiamo incassato più degli altri anni. Non sono affatto contenta di rientrare, i libri non si possono certo disinfettare e non è un posto in cui si entra sempre con le idee chiare e si compra.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *