Il mercato del libro come cambia dopo la crisi Covid-19?

Il mercato del libro come cambia dopo la crisi Covid-19?

Ecco i dati di Aie in collaborazione con Nielsen e IE-Informazioni Editoriali sul mercato del libro alle prese con la più grande crisi dal dopoguerra.  

Ecco una istantanea del mercato del libri: spariscono 8 milioni di copie vendute nei primi 4 mesi dell’anno con una perdita di fatturato pari a circa 134 milioni di euro nel solo settore della varia (fiction e non fiction) venduta nei canali trade.

Intanto volano gli store online che adesso coprono quasi il 50% del mercato, ma resistono le librerie capaci di fidelizzare la clientela e che hanno risposto alla serrata obbligata con nuovi servizi di consegna a domicilio. È questo il risultato del profondo sconvolgimento portato dalla crisi Covid-19.

Le tappe della crisi

Tra il 24 febbraio e il 14 aprile abbiamo assistito a una serie di repentine trasformazioni nel mercato del libro.

  • Blocco del lancio delle novità.
  • Arresto della produzione.
  • Blocco della domanda, dovuto alla chiusura del canale principale attraverso cui i lettori acquistano libri (canale che genera da solo il 66% del mercato e viene usato dal 74% dei lettori).

A questo si aggiungono i costi che erano stati sostenuti dalle case editrici per tutta una serie di attività che precedevano i lanci che erano stati previsti tra febbraio e aprile (acquisto diritti, costi di traduzione, impaginazione, prestampa e stampa, e logistica) che si sono trasformati in oneri finanziari.

L’andamento è stato poi caratterizzato dalla riorganizzazione delle librerie che hanno proposto – alcune con esiti discreti – le consegne a domicilio, dalla crescita delle vendite negli store online e da una rinnovata attività promozionale attraverso l’online.

Finché dal 14 aprile e il 4 maggio abbiamo assistito alle riaperture. E adesso vediamo i dati nel dettaglio.

Quanto vale il mercato del libro?

Dopo un 2019 in crescita (+4,9% a valore e +3,3% come numero di copie rispetto all’anno precedente), la crisi Covid-19 gela il mercato italiano.

Nelle prime 18 settimane dell’anno il mercato dell’editoria di varia (fiction e non fiction) in librerie, store on line e grande distribuzione organizzata (Gdo) flette del 19,9% rispetto al 2019, con 362,6 milioni di vendite contro le 452,9 dell’anno precedente.

Una perdita netta di 90,3 milioni. Se però consideriamo anche le vendite fuori dai canali monitorati dagli istituti di ricerca (cartolibrerie, vendite dirette, Fiere, librerie specialistiche e universitarie) la perdita sale a circa 134 milioni di euro. In calo pesante anche le copie, con una perdita di 8 milioni (primi quattro mesi).

Come cambiano i generi?

Il calo delle vendite, suddiviso per generi, mostra la relativa tenuta del settore ragazzi (perde “solo” il 16,2%) e della non fiction specialistica (- 11,3%).

Mentre la fiction perde il 22,9% e la non fiction generale il 23,4%.

Lo stop forzato alle novità

Su questi numeri pesa lo stop deciso dagli editori ai nuovi lanci in libreria nelle settimane più difficili della crisi, quelle con le librerie chiuse. Dal 16 marzo fino al 3 maggio, il calo delle novità è stato pari al 66,3%, ma se consideriamo solo i titoli gestiti dai grandi distributori nazionali (ALI, Messaggerie Libri e Mondadori) il crollo è pressoché totale: -91,1%.

La crescita degli e-book sopperisce solo in parte: segnano nelle stesse settimane un +22,3% nel lancio delle novità.

Vola l’online!

Il lockdown ha messo le ali all’e-commerce in Italia. Vale per tutti i settori e il libro non fa eccezione: nelle prime 16 settimane dell’anno, gli store online raggiungono il 47% delle vendite di libri di varia, contro il 26,7% dell’anno precedente.

Le librerie passano da 66,2% al 45,0%, stabile la Gdo al 7,3%.

La resistenza delle librerie

Un’analisi più attenta dei dati sul mercato del libro ci mostra anche la straordinaria resistenza delle librerie più capaci di fidelizzare i clienti attraverso presentazioni e letture online e proporre vendite con consegne a domicilio.

Secondo le elaborazioni di IE-Informazioni Editoriali basate sulle librerie del circuito Arianna, nelle settimane del lockdown (9 marzo-12 aprile) le librerie hanno perso, complessivamente, l’85% del fatturato. Ma questa percentuale è il risultato della media tra chi ha chiuso completamente (-100%), e quelle che invece hanno scelto di mantenere comunque un presidio con le vendite a domicilio, arrivando così a mantenere comunque un 29% rispetto al mercato dell’anno precedente, cioè riducendo la perdita al 71%.

Quali saranno i cambiamenti a lungo termine?

Il digitale stravolge il modo con cui leggiamo e consumiamo. Sempre più lettori si rivolgono alla rete sia per scegliere sia per acquistare i libri preferiti.

Nel 2019 il 16% dei frequentatori delle librerie a conduzione familiare acquistava solo o prevalentemente presso questi rivenditori: questa percentuale è scesa al 4%. Per quanto riguarda le librerie di catena, la stessa percentuale passa dal 40% al 29%.

Al contrario, prima della crisi il 18% di chi acquistava sugli store online lo faceva solo su quel canale: adesso questa percentuale è passata al 42%.

Se prima della crisi il 59% dei lettori acquistava sulla base di segnalazioni su blog, siti dedicati o social network, adesso quella percentuale è passata al 64%.

Cosa accadrà al mercato del libro fino al 31 dicembre del 2020?

La crisi Covid non avrà influssi solo su quest’anno ma, con buone probabilità, anche su parte del 2021. E determinerà un periodo qualitativamente diverso a cominciare dalle criticità che il mercato del libro dovrà affrontare.

Vediamone alcune:

  • Contingentazione dell’entrata in libreria: che peso avrà sugli acquisti?
  • Affollamento dei lanci: quante novità si vampirizzeranno l’un l’altra?
  • Il peso dei bestseller: che influenza avranno sul mercato?
  • Lo spostamento dei titoli pensati nella prima parte dell’anno e riproposti nel secondo periodo dell’anno.
  • Il blocco del sistema delle manifestazioni: come si farà la promozione senza eventi e presentazioni?
  • La trasformazione del carrello della spesa e del comportamento di acquisto del pubblico: contrazione dei consumi, nuova organizzazione del lavoro, rapporti con i fornitori…
  • Il problema della vendita diritti in parte legato anche alla riorganizzazione sistema fieristico.

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5 Comments

  • Credo che ci saranno anche conseguenze negative sullo scouting: decideranno di acquisire i diritti delle opere appartenenti a nomi già noti, non volendosi assumere il rischio di puntare su autori nuovi e sconosciuto ai più.

  • Ci saranno delle conseguenze. questo è certo.
    Adesso c’è ressa. E sarebbe da pazzi prendere un autore meno noto e sbatterlo nella mischia.
    Poi ci sono gli stranieri (devono rispettare i contratti e pubblicare).
    Dopodiché secondo te sarà più conveniente un autore italiano o straniero? E allo stesso tempo: certo i big sono più sicuri (di sicuro non c’è nulla in editoria!) ma costano. Costano in anticipi, costano in termini di marketing e promozione.
    Quindi io direi che tocca spettare l’assestamento. Poi, secondo me, ci saranno invece spazi di manovra interessanti.

  • A me piacerebbe sapere che si è trovato il modo di saltare qualche passaggio della filiera per abbassare un po’ i prezzi… Mi piange il cuore quando penso al numero di libri/fumetti che prendevo in adolescenza che al prezzo di oggi valgono quasi mezzo stipendio.
    Allo stesso tempo una ri-valorizzazzione dell’usato e del riciclo (sia del volume intero sia solo per la carta). Lasciamo la qualità estrema dove serve

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