Libri a Colazione 29 aprile 2023

Libri a Colazione 29 aprile 2023

Scopri i Libri a Colazione della settimana: Divergente di Victoria Grondin e Il male detto di Roberta Fulci.

Ascolta il podcast!  Libri a colazione lunga

DIVERGENTE
di Victoria Grondin, traduzione di Sante Bandirali, pagine 160

Divergente

“Quando la sveglia si mette a suonare, alle 7 del mattino, esco dal letto a fatica. Cammino mezzo addormentato fino alla tabella, all’ingresso della mia stanza, dove osservo i logogrammi che indicano il programma della mia giornata. Lo faccio più per abitudine che per un reale bisogno, visto che conosco a memoria la successione degli eventi. Questo venerdì sarà come tutti gli altri. Senza sorprese.”

Guillaume si muove in un mondo ordinato, governato da regole precise, in cui tutti paiono al proprio posto. Non ci sono sfumature, metafore ma solo informazioni. C’è il bianco e c’è il nero. E se capita un problema? Basta consultare la app della GPS cioè la “guida ai problemi e alle soluzioni” e sullo schermo comparirà il protocollo adeguato.

Tutti indossano al polso sette braccialetti, uno per ogni senso: gusto, olfatto, vista, tatto, udito, propriocettivo (che permette la percezione del corpo e delle membra) e vestibolare (il senso dell’equilibrio e il rapporto con lo spazio circostante). Tutti li indossano perché, tutti, hanno delle peculiarità sensoriali. Hai il braccialetto dell’udito rosso? Significa che non sopporti i rumori improvvisi, forti. Porti il braccialetto della vista rosso? Il tuo problema sono i colori, certi colori, la luce…

Guillaume indossa sette braccialetti verdi perché lui non ha difetti sensoriali. E questo è il primo indizio, evidente e sotto gli occhi di tutti, della sua diversità.

È stato infatti subito chiaro ai suoi genitori che fosse un bambino diverso e così dopo interminabili test, questionari, giochi, domande… Kessy Grandin, la neuropsicologa che lo ha preso in cura, ha emesso il verdetto: sindrome di Wing. Un disturbo davvero molto, molto raro visto che Guillaume è il paziente 009.

Il che vuol dire che lui non sarà mai un genio dell’informatica, non avrà mai una memoria eccezionale, né un talento smisurato per i numeri, camminerà in modo sciolto, senza rigidità alcuna, parlerà per tutta la vita con un accento curioso e lo farà in modo strambo. Riuscirà a sopravvivere ma sarà sempre diverso.

E così Guillaume studia in una classe minuscola, sono solo in dodici, dodici incapaci, i divergenti. Secondo i test scolastici non hanno alcun talento particolare da sfruttare. Scaldano quindi una sedia, fintantoché non si troveranno un lavoro che preveda compiti banali, perché quelli interessanti sono per i convergenti.

E quando tutto pare scritto e immutabile, ecco che nella vita di Guillaume entra una variabile eccezionale. Ama la musica, l’improvvisazione, parla e ascolta con cura ed è grazia pura, di nome e di fatto.

Come Saramago aveva fatto in Cecità Victoria Grondin immagina un mondo in cui ciò che consideriamo “normale” diviene l’eccezione, mettendo così a nudo l’imbarazzante perbenismo, l’inautenticità con cui tendiamo a trattare le differenze. Perché vogliamo guarirle non accoglierle, incapaci di comprendere che forse bisognerebbe cambiare il mondo e non le persone.

Il libro è indicato per 10+ ma è una di quelle preziose letture da condividere, altrimenti detto: fingi di prenderlo per i più piccoli, ma in realtà lo compri per te (imperdibile la discografia alla fine!).

IL MALE DETTO
di Roberta Fulci, Codice, 178 pagine

Il male detto

“Un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a un danno tissutale effettivo potenziale, oppure che somigli a quella associata a tale danno.”

È questa la definizione ufficiale di che cosa sia il dolore ed è stata formulata dalla Iasp, l’International association for the study of pain, fondata da uno dei pionieri della terapia del dolore, tale John Bonica (che a dispetto del nome ha molto di italiano visto che è nato nelle Eolie).

Quando pensiamo al dolore, subito, avvertiamo una certa repulsione e anche un po’ di paura. Il dolore spaventa, è una minaccia. Faticosamente e solo riflettendoci su possiamo capire che prezioso alleato  sia.

Se stai storcendo il naso forse basta raccontarti la storia di Steven Pete che ha collezionato (ma il conteggio potrebbe essere aumentato) una ottantina di fratture. Uno che un giorno, sentendo un braccio stranamente intorpidito si è sentito dire dal medico: «Lei ha tre vertebre fratturate e un’ernia del disco».

Si chiama analgesia congenita ed è una condizione che rende i soggetti che ne soffrono incapaci di sperimentare il dolore fisico e questo li mette a rischio di incidenti, fratture, danni e malattie. Il dolore, insomma, è una spia preziosa di qualcosa che non va o di un pericolo, il dolore ci tiene in vita.

Tornando alla definizione di partenza. In effetti il dolore è una sensazione ma è soprattutto una esperienza. È qualcosa di reale ma al contempo di soggettivo. Potremmo anche parlare di senso del dolore perché, in fin dei conti, è qualcosa che ci fornisce delle informazioni sul contesto in cui ci muoviamo (e pure sul nostro ambiente, il nostro corpo).

Il dolore è sensoriale ma è anche una esperienza emotiva perché comporta delle variazioni, un disagio… incide sul nostro stato d’animo (sempre? Alle volte? Questo è più complesso a dirsi).

È misurabile? Be’ forse sì, spesso si parla di scala del dolore, di intensità e si fa riferimento a condizioni di dolore intenso o lieve. E poi ci sono le soglie, c’è chi ha una soglia del dolore alta o bassa, no?

C’entra con un danno ai tessuti e al corpo, ovvio, ma non è sempre così. Alle volte il dolore è legato a una sensazione spiacevole: il prurito per esempio! O la nausea. Talvolta è una sensazione potenziale: avverto uno stimolo doloroso e mi ritraggo (pensiamo a una fonte di calore) per evitare il dolore. Di certo è sgradevole, indesiderato… ma non è certo facile indagare il concetto di negativo per il cervello.

Insomma cosa intendiamo davvero per dolore? Cioè se piombasse un alieno da un altro pianeta cosa potremmo dirgli a riguardo? Vale per tutti, certo, ma cambia da individuo a individuo. E c’entra il contesto culturale? Come è mutato il dolore nel tempo? Che cosa può dirci degli esseri umani e della loro evoluzione?

Roberta Fulci ci guida in un gustoso labirinto di domande parlandoci di nervi, di misurazioni del dolore, di storie di dolore e ci conduce persino dal suo opposto, il piacere. Lo sai anche tu che certi dolori, a volte, ci portano proprio lì.

I Libri a Colazione sono un podcast di Chiara Beretta Mazzotta. Puoi ascoltarlo su Spotify, iTunes, Apple Podcast, Spreaker e Alexa. Alla prossima settimana e buoni libri!

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