Patatrac – il sesso dopo i figli

Patatrac – il sesso dopo i figli

Regia di Alessandro Colizzi, scritto da Alessandro Colizzi e Silvia Cossu con Walter Leonardi e Nicoletta Romanoff.

Un film italiano a basso budget che è stato girato ma chissà se arriverà mai nelle sale. Pare infatti che nessuno lo voglia distribuire. Apprendo da Gaia Manzini, su Minima&Moralia, che il film nei prossimi mesi è in concorso al Cinequest Film Festival di San Jose, California. Eh, son soddisfazioni! Non sarebbe male soddisfare pure la curiosità degli spettatori italiani permettendogli di vederlo, che dite?

Per il momento c’è il libro pubblicato dalla FilmDedalus che è poi la casa di produzione: autori? LuiLei che in realtà sono Alessandro Colizzi e Silvia Cossu, marito e moglie da 25 anni. I due hanno deciso di scrivere una storia per affrontare un tema intoccabile: i figli e la crisi della coppia, ché quando arriva il bebè alla diade tocca ricostituirsi a caccia di un nuovo equilibrio. E il caos, visto da fuori, è uno spettacolo affascinante. Buona notte.

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13 Comments

  • E la crisi della coppia che scoppia perché lui ne vuole uno ma lei nisba peggio che l’Antartide quand’era freddo ne parliamo?

  • Mah!! Conosco una infinita’ di persone le quali hanno messo al mondo figli e non hanno subito una tale rivoluzione da doverne fare un evento cinematografico. Mia opinione!! E’ un fatto di natura dover ritrovare nuovi equiilibri dopo una nascita ma mi pare che la societa’ un po’ troppo voglia farne chissa’ che (basti vedere ad esempio per la nascita del principe George in UK, manco fosse stata l’unica nascita avvenuta sul Pianeta!). E’ pur vero che la societa’ (qui in senso molto, ma moooolto generico!) ci mette il suo a complicare le cose ma a questo ad aggiungerci le proprie tensioni (vere, false o solo presunte/percepite?) di certo non aiuta. Quindi forse questo sarebbe un film su posizioni personali – almeno spero non di quelle produzioni che “costringono” a guardare nell’ombelico dei protagonisti/autori. Non conosco libro e film, percio’ la mia e’ solo una impressione “a pelle”,
    facilmente discutibile. Saluti a tutti.

    • Vabbe’, Mario, allora pure la morte è un fatto della vita. E l’amore. È una commedia, non credo ci sia spazio per gli ombelichi.

      • Appunto! Amore e morte sono fatti della vita e come li si vive sono cose cosi’ personali che trovo difficile o – come si dice qui in UK: “patronizing”- da tentare di generalizzare. Va bene per la commedia o tragedia o dramma che possa essere e di certo NON sono contrario al mostrarlo nelle sale,figuriamoci! Anzi… pero’ non credo che ci si debba aspettare una lunga fila ai botteghini se non si da qualcosa che possa attrarre. Se si trattasse solo uno spaccato di vita personale vissuta con opinioni personali espresse, a me che ne verrebbe per vederlo al cinema? Potrei almeno farmi 4 risate se fosse una commedia per davvero? Di certo non ne uscirei con uno spunto di riflessione per i motivi esposti nel mio precedente post. Leggerei comunque la trama e la sinossi del libro per farmene una idea piu’ precisa (prima di vedere se ne valga la pena o meno leggere tutto il libro e visionare l’intero film). Per il momento la mia impressione “a pelle” rimane. Buona giornata.

        • Be’ è evidente che sono in totale disaccordo con te, Mario. La commedia è un modo leggero per trattare temi molto profondi perché la commedia prende personaggi veri e credibili che vivono molto seriamente le proprie disavventure e infelicità. Si ride, perché da fuori, si ha un punto di osservazione privilegiato e si vedono meglio errori, inciampi, incomprensioni… calcolando il numero di divorzi, il collasso della famiglia classica eccetera direi che è un tema abbastanza significativo. Soprattutto in un Paese in cui già dire che un figlio ti ha creato qualche problema pare blasfemia. Non ci sono solo i massimi sistemi e semplice (alla latina) non vuol dire facile. Anzi.

          • Un’ultima cosa prima che vado (davvero!): spero che lo distribuiscano nelle sale cosi’ sara’ il botteghino a dire chi avra’ ragione. Altrimenti si starebbe davvero li’ per pontificare (potrei essere io stesso a pontificare se la realta’ mi desse torto e io non lo accettassi). Ciao

        • Quando ho letto nell articolo il passaggio “I due hanno deciso di scrivere una storia per affrontare un tema intoccabile: i figli e la crisi della coppia, ché quando arriva il bebè alla diade tocca ricostituirsi a caccia di un nuovo equilibrio” mi son detto: ecco che si vuol tentare di generalizzare una esperienza personale e cercare di essere “patronizing”. Avro’ forse capito male ma l’idea che mi e’ venuta era di un pontificare su vicende naturali che ognuno vive a modo suo. Poi se si vuol essere leggeri o pesanti con commedia o tragedia o dramma senza altre pretese di intrattenimento e’ un’ altra cosa (in seguito qualunque altro ci puo’ o meno ricavare uno spunto di riflessione). Vabbe’ ora scappo a lavoro. Buona giornata e alla prossima.

          • L’intrattenimento è un grande obiettivo, altro che senza pretese! Se la gente che produce testi o script pensasse ai chi sta dall’altra parte, lettori e spettatori, tanta robaccia non vedrebbe mai la luce. Quindi evviva chi ragiona in termini di intrattenimento! Benemeriti, sempre.

          • La stessa produzione di Toto’ ad esempio fu considerata a suo tempo robaccia dalla critica e ora si vede. Non sempre si sa o si riconosce cio’ che vale o cio’ che si pensa che valga adesso resiste nel tempo. Chi puo’ stabilire in maniera oggettiva (non pontificatrice) cio’ che vale e cio’ che non vale? Altro esempio: Harry Potter (a chi piace a chi no. Io lo trovo gradevole, i critici in genere lo rifiutano). Tema difficile! Un tema che proporrei invece e’ quello della accettazione della coppia con nuovo figlio nela societa’ con le difficolta’ (oggettive) che essa pone a chiunque abbia difficolta’ a portare avanti una famiglia con figli (e si puo’ fare cio’ suscitando empatia e in qualsiasi chiave comica, da commedia o da dramma)

  • Mi auguro che non arrivi mai nelle sale e se per caso ci arrivasse non andrò certo a vederlo. Odio vedermi rappresentato nei film! Ma chi gli ha dato il permesso di sbirciare nella mia vita???

  • Almeno questo problema non ce l’ho 😀

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