Mercato editoriale italiano nel 2016: una anticipazione

Mercato editoriale italiano nel 2016: una anticipazione

Scopriamo come è andato il mercato editoriale italiano nel 2016 grazie ai dati di Aie, l’Associazione italiana editori, che ci regala una anticipazione dell’analisi realizzata dall’Associazione italiana editori sul mercato del libro nel 2016.

Il mercato editoriale italiano nel 2016 – cioè libri di carta, ebook e audiolibri – è cresciuto di un +2,3% e raggiunge nei canali trade (librerie, librerie on line e GDO) quota 1,283 milioni di euro.

Quanti lettori abbiamo? 23,300 milioni. Erano da 24,051 nel 2015. Nel complesso la lettura nel nostro Paese segna un -3,1% rispetto al +1,2% dell’anno precedente. I lettori cosiddetti “forti” restano abbastanza stabili: da 3,298 nel 2015 diventano 3,285 milioni nel 2016. La flessione maggiore infatti riguarda quelli “deboli” e “occasionali”.

Chi sono i lettori? Continuano a leggere più della media nazionale le fasce più giovani della popolazione. Infatti il 47,3% dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni legge almeno un libro l’anno mentre la percentuale per il resto della popolazione scende al 39,5%. Complessivamente, però, se si analizzano tutti i lettori la crescita maggiore riguarda l’estremo opposto: cioè gli over sessanta (+9,6% rispetto al 2010). La fascia di lettori da conquistare è invece quella tra i 25 e 44 anni che registra uno sconfortante -25,4%.

Chi ama gli ebook? Stando alle dichiarazioni, il 10% della popolazione (era l’8,9% nel 2015 e il 2,9% nel 2010) legge libri da dispositivi digitali. Il 7,3% legge sull’ereader, mentre ben il 64,8% utilizza lo smartphone e il 28,3% il tablet.

Tra quanti titoli possiamo scegliere? Nel 2016 gli editori hanno pubblicato 66.505 libro. Un bel cambiamento se pensate che nel 1980 erano 13.203. La Narrativa, che oggi conta 18.517 titoli, nel 1980 si fermava a 1.087 e i libri per bambini, oggi stimati in 6.457, costituiscono un numero decuplicato rispetto ai 612 del 1980. Ovviamente ai cartacei dovete aggiungere gli oltre 2.400 file disponibili su Audible (erano 59.198 nel 2010). Senza contare i 74.020 titoli in ebook (nel 2015 erano 56.145, nel 2010 erano 9.076).

Chi vende di più? Nel 2016 i canali trade (Amazon è escluso) segnano un +0,3% sul 2015. Ebook e audiolibri valgono 62 milioni di euro nel 2016 cioè il 5,1% delle vendite trade (+21% sul 2015). Anche se non va dimenticato il calo delle vendite che si registra dal 2011, resta il fatto che il mercato ha segno positivo e il fatturato complessivo è di 1,283 miliardi di euro.

E Amazon? I dati non li conosciamo (non vengono condivisi i numeri) quindi non possiamo sapere con certezza il valore di Amazon in Italia. Però, se teniamo conto che nel 2016 il fatturato complessivo del mercato dei libri di carta ha toccato circa 1,337 miliardi di euro e che rispetto agli anni 2010 e 2011 – quando Amazon era appena arrivato in Italia – è calato di circa 100 milioni, una idea possiamo farcela.

Quante copie sono state vendute? Nel 2016 si fermano a 86,4 milioni (dati Nielsen) ma, se si sommano anche quelle vendute dalle librerie e punti vendita più piccoli, si toccano gli 87,5 milioni di copie.

Dove acquistiamo i libri? La libreria, indipendente o di catena, si conferma il luogo prescelto dagli italiani (nel 72,8%). Migliorano le performance delle librerie di catena, decrescono quelle delle librerie a conduzione familiare. I guai maggiori riguardano la grande distribuzione: si riduce al 10,7% (nel 2016 era il 13,9%, nel 2010 il 16,3%). Cresce l’e-commerce che oggi pesa per il 16,5% (nel 2010 era il 5,1%, lo scorso anno il 13,9%).

E rispetto gli altri Paesi? Il mercato editoriale italiano nel 2016 è quello che registra il dato positivo inferiore. Il Regno Unito si attesta su un +2,5%, gli Stati Uniti sul +3,3% e la Russia sul +8%.

Ecco il sunto dei dati del mercato editoriale italiano nel 2016. Numeri a parte, la sfida è arrivare alle persone che, è inutile ribadirlo, passano la maggior parte della propria giornata a leggere (pensate solo ai social) ma non leggono libri. La sfida è comunicare, rendere sempre più disponibili i diversi formati e non dimenticare mai che esistono differenti modi di leggere. È riuscire a parlare ai giovani, a non perderli nel percorso, e a chi dice “non ho tempo” e invece, semplicemente, non ha voglia perché nulla di quello che riguarda i libri elicita curiosità e desiderio.

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8 Comments

  • Che dire…
    E allora non diciamolo.

  • Che dire… Amazon che fattura meno di 5 anni mi ha lasciato di stucco. Non vorrei che in realtà fatturi esponenzialmente di più con l’elettronico…

  • Che dire ancora… Nonostante sia un innamorato dei nuovi supporti, forse ai giovani (e ai matusa 40enni rimbambiti dalla sola tv) bisognerebbe (non so come) far venire l’acquolina in bocca alla vecchia maniera: libri di carta… come i vinile tornati a riempire gli scaffali dei supermercati… Leggere è bello e faticoso, con uno smartphone ti fai sedurre da altro… e sostituire un libro di carta pagato, con un ebook scaricato gratis (e da leggere!), fa male al lettore (che non si eccita) e allo scrittore (che lo fa gratis).
    E chi non ha mai scaricato un ebook gratis, alzi la mano. E si vergogni! 😀 😀 😀

    • Sai che ho derubato l’industria discografica (Napster docet) ma non ho mai scaricato un libro piratato?!
      Solo perché è una palla. Compro un ebook a 0,99.
      Comunque il desiderio è la chiave. Hai ragione. Declinato però. Per alcuni è una app. Per altri una edizione in carta di riso. Ecco io la smetterei con leggere fa figo 😉 Roba triste, roba vecchia.

      • Ho un’idea: “Leggere è vietato!”… Cosa ci sarebbe di più eccitante che provare a farlo infrangendo la legge?

        • Di più: Leggere è peccato. Parola di Mr. Grey
          (real time marketing 😛 )

  • “La fascia di lettori da conquistare è invece quella tra i 25 e 44 anni che registra uno sconfortante -25,4%.”
    Guarda caso la fascia in cui si cerca di uscire dallo studio e dalla gavetta per trovare un lavoro nella vita. Che se non è una questione di tempo (con la crisi chi ha la fortuna di avere un lavoro, ha anche la fortuna di straordinari non pagati, se le buste paga arrivano regolarmente…), è per lo più una questione mentale. Perchè leggere deve essere considerata una perdita di tempo e andare al cinema no, per esempio? Come se leggere…togliesse parte di socialità (non dei social, ma convivenza sociale fisica).

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