Manuale pratico a uso dello scrittore ignorante – Filippo Tuena

Manuale pratico a uso dello scrittore ignorante – Filippo Tuena

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Qualora abbiate avuto la malaugurata e quanto mai incauta idea di “fare lo scrittore” e quindi di scrivere un libro, prima di iniziare, anzi, prima di pensarla soltanto questa cosa, abbiate l’accortezza di rispondere a una domanda: cosa ne so, io, di come va l’editoria? Perché scrivere significa mettere i piedi in un mondo oscuro e labirintico.

Prima di tutto, per carità, guardatevi dallo sbandierare ai quattro venti che state scrivendo un romanzo! Perché, per farvi un esempio, dire a qualcuno che lo state facendo è come rispondere “malissimo” a uno che ti chiede come stai. Significa gettare l’interlocutore in uno strato di prostrazione.

Quindi mantenete il segreto! A ogni costo. Anche se questo significa diventare funamboli del tempo e ritagliarne per la vostra professione inconfessabile: in treno, in bagno, in ufficio, in casa… di notte. Ecco essere single è meglio, se sei sposato puoi forse meditare il divorzio, escludiamo gli atti inconsulti anche se – come ci dice l’autore di questo pamphlet – la prigionia ha i suoi vantaggi: a cominciare regala molto moltissimo tempo per sé.

E se scrivete, anche se nessuno dovrà mai saperlo, vi ritroverete in “queste serate mondane, in queste feste dove riconoscerai da lontano le ragazze che stanno scrivendo libri, gli scrittori affermati che hanno scritto libri di successo, gli scrittori sfortunati che non sono riusciti ad avere successo e rimangono ignorati da molti, anche tu potrai svolgere questo ruolo importante: quello dello scrittore ignoto e presuntuoso”. Ancora convinti del vostro proposito?

Filippo Tuena tra un manuale di scrittura e uno per gli scrittori opta (grazie al cielo!) per il secondo regalandoci una serie di confetti acidio-comici sulla surreale compagine editoriale. Tra una cattiveria e l’altra, però, c’è del vero: cioè come gestire il “segreto” in famiglia, come raccontare cosa diavolo si sta scrivendo agli sconosciuti (e soprattutto alle case editrici), come sopravvivere all’ufficio postale, agli invii, ai rifiuti e, udite udite, persino le tecniche per disamorarsi della scrittura e risolvere così tutti i propri problemi.

L’ottimo consiglio che si potrebbe dare a uno scrittore? Be’ “sarebbe quello di non scrivere per niente, rinunciare al proposito. Consiglio ottimo che nessuno potrà darti perché con nessuno, sciaguratamente, ti sarai confidato.”

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