Quando muoio lo dico a Dio. Storie di ordinario estremismo – Barbara Schiavulli

Quando muoio lo dico a Dio. Storie di ordinario estremismo – Barbara Schiavulli

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Cosa significa estremismo? Ci sono persone che hanno la fortuna di vedere cose che a noi sono precluse, perché non si tratta solo di viaggiare in posti lontani o abitare territori pericolosi, si tratta di saper guardare, di imparare a fare le domande giuste; si tratta di spogliarsi delle proprie paure, di smetterla di difendersi e provare a capire (anche l’estremismo, sì). Poi. Saper raccontare è un’altra faccenda.

Barbara Schiavulli è una giornalista. Da vent’anni scrive di guerra. Ha cofondato e codirige Radio Bullets, una webradio che propone ogni giorno “le notizie che non troverete nei media italiani”. Ha pubblicato Le farfalle non muoiono in cielo (ed. La Meridiana), Guerra e Guerra (Garzanti), La guerra dentro, le emozioni dei soldati (Amazon), Bulletproof Diaries, storie di una reporter di guerra (disegni di Emilio Lecce). Questa volta affonda il coltello nella ferita – cioè i preconcetti che ci affliggono e i limiti del nostro “sguardo” – e parla di estremismo.

Tocca tornare alla domanda iniziale: siamo davvero sicuri di sapere che cosa sia l’estremismo? Per provare a spiegarcelo l’autrice si assume un altro rischio, affrontare il tema religioso e parlare del mondo musulmano, ebraico e cristiano. Ma lo fa in un modo diverso. Sceglie infatti il racconto per farci conoscere tre vite, tre storie speciali. “Tre storie: una ragazza musulmana colpevole di amare, un ragazzo ultraortodosso ebreo che voleva ballare e quella di un cristiano che voleva essere solo se stesso. Tre storie tratte e ispirate alla realtà.”

Il titolo è preso da una frase che – leggenda vuole – sarebbe stata pronunciata da un bambino siriano ferito da un bombardamento. Vero o falso che sia, è perfetta per questo libro.

“Non c’è un buon estremismo” scrive l’autrice. “Quando si supera il confine del buon senso, dei diritti e dei doveri, diventa il male. Che si tratti di un uomo convinto di finire in Paradiso e si fa saltare in un ristorante o di un vescovo che impedisce a una bambina rimasta incinta dopo essere stata stuprata, di abortire. In nome di Dio si sono stati compiuti atti orrendi. E quando l’uomo perde, Dio non vince.”

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