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Il corpo che vuoi, Alexandra Kleeman, traduzione di Sara Regiani, Black Coffee
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Il corpo che vuoi – Alexandra Kleeman

Se dovessimo riassumere questa trama in modo geometrico potremmo dire che è un triangolo. A è una donna che ha il terrore di scomparire, di perdere la propria identità (il proprio corpo?); la sua coinquilina, B, le somiglia e la imita ossessivamente, e poi c’è C, l’uomo che A, forse, ama (o, forse è necessario perché perlomeno la rende diversa da B).

A, B e C. Dei nomi viene fatta piazza pulita e non è un caso in un romanzo che parla (anche) di identità. Un romanzo in cui la protagonista ha il terrore di essere confusa con qualcun altro ma pensa che la vera soluzione a tutto il dolore sia affidarsi completamente al volere delle altre persone. Farsi docile tanto da spersonalizzarsi (o super-personalizzarsi?) ed essere infinite esistenze.

Vorrei chiederle com’è che per lei è così semplice, come può essere così semplice essere se stessi. Le domando: «Non hai paura di cosa potrebbe succederti in mezzo a tante comparse? Non hai paura di perderti?»
«No» risponde ridendo. «È solo questione di saper “fingere meglio”, e di solito a questo gioco vinco io».

Se pensate che la cosa non sia troppo chiara vorrei vedervi quando arriverete al punto in cui i vicini di casa di A, quelli che lei spia dalla finestra, spariscono come fantasmi con tanto di lenzuolo sulla testa.

L’obiettivo di Alexandra Kleeman (forse) è mettervi in difficoltà, generare estraniamento, perché qui si parla (anche) di dissociazione dal reale, di alienazione. E il centro di tutto è il corpo, come lo percepiamo, come lo utilizziamo. Non a caso i temi – le ossessioni sarebbe meglio dire – sono proprio alimentari (A non fa altro che desiderare Kandy Kake e passa il suo tempo libero al Wally, il supermercato, ci sono “fedeli” che predicano la genuinità estrema dei cibi, animalisti che comprano le carcasse dei vitelli…) e legate alla pubblicità. Potente veicolo di percezioni e di significati da attribuire appunto al corpo.

Perderete il senso dell’orientamento, leggendo, alle volte arrancherete persino un poco. Ma vale la pena non capire, se questo mettersi in difficoltà ci costringe a porci certe domande.

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