Yoko Ono – Matteo B. Bianchi

Yoko Ono – Matteo B. Bianchi

Lei sarà per sempre la tizia, brutta, la strega, che ha fatto dividere i Beatles. Una donna odiatissima, un personaggio bollato come negativo da tutti anche se, quasi tutti, conosciamo davvero poco la sua storia. Ci basta sapere, di solito, che ci sta antipatica senza sentire il bisogno di approfondire.

È questo il tipo di reazione che, da decenni, la figura di on scatena: un odio talmente radicato che persino gli amici si allontanano nel momento in cui viene evocata la sua presenza.

Yoko Ono viene da una famiglia altolocata che ha discendenze imperiali, ricchissima ma povera di affetto. Un padre che ha rinunciato alla carriera di pianista per dedicarsi al lavoro (non lo vede, in pratica, fino ai due anni di età), una madre che pare interessarsi soltanto ai party e alle relazioni sociali.

Yoko è silenziosa, ama fare passeggiate solitarie, ha comportamenti che riflettono la sua educazione formale, ma allo stesso tempo, quando interrogata, esprime teorie bizzarre, tra le quali quella di essere la reincarnazione di un antico generale giapponese.

Dal lusso di Tokyo – cresce in un palazzo con oltre trenta servitori – è costretta a fuggire con la madre e i fratelli in un villaggio rurale, durante la Seconda guerra mondale, e sopravvive di elemosina nella povera più estrema. Al termine della guerra tutto torna come prima ma Yoko non si conforma ai voleri dei genitori. Studia ciò che vuole (filosofia alla Gakushuin, è la prima donna giapponese ad essere ammessa), lascia il collage, si trasferisce a New York nel Lower West Side (all’epoca malfamato) vivacchiando di ripetizioni e facendo la segretaria. Si sposa. Inutile dire che i genitori non approvano, mai!

Yoko mi stava parlando anni prima che fossi in grado di rispondere. Le sono molto grato anche per questo: per la pazienza.

Questa non è, semplicemente una “Dichiarazioni d’amore per una donna circondata d’odio” come recita il sottotitolo, ma è un giusto tributo a una personalità ricca di fascino a una vicenda umana travagliata e coinvolgente.

Dopo averlo letto, viene voglia di conoscerla meglio questa artista concettuale, cantante, regista, pacifista e attivista e soprattutto si sente il bisogno di archiviare i preconcetti, chiederle scusa e volerle un po’ bene.

Articoli suggeriti

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *