Class – Francesco Pacifico

Class – Francesco Pacifico

Ludovica è bella, brava, studia e porta a casa qualche soldo con i soliti lavoretti. Un elogio all’indipendenza? Insomma, perché la casa dove vive da sola arriva da mamma e papà, i soldi per i lavori pure… Lorenzo è bello e sano e ha spalle perfette per indossare una polo. Studiacchia filosofia della scienza ma dice a tutti di essere un filmmaker.

I due si sposano, anche se non usa più ma è per sottolineare che sono proprio dei bravi ragazzi senza grilli per la testa e, siccome sono giovani, prima dei trenta e prima dei figli, vogliono togliersi la voglia di America e andare a New York. Con che soldi? Ovviamente a suon di bonifici dei rispettivi genitori.

E pazienza se i genitori di Ludovica si indebitano e tocca mollare la libreria di famiglia, bisogna andare oltreoceano per realizzare i propri sogni anche se non sono esattamente i propri ma quelli del marito. Così inizia l’avventura americana in salsa italiana perché a New York di italiani ce ne sono molti. E Lorenzo spera di sfondare e Ludovica è lì per assistere allo spettacolo della sua realizzazione personale che va in scena nel luogo perfetto, perché sembra il regno dei “futuri famosi”.

Famoso per cosa? Per un corto che Lorenzo ha realizzato e pare un collage di citazioni che tiene insieme il Nulla. Ludovica ci crede, ci mette pure la faccia perché ha una parte anche lei. Finché non arriva un giudizio poco lusinghiero, una risata… e il dubbio si insinua nella mente della sposina: e se il marito non fosse affatto bravo? Se Lorenzo non avesse affatto talento?

Vite infelici di romani mantenuti a New York è questo il sottotitolo di una storia amara che racconta di una generazione che sogna con il portafoglio degli altri e fa tutto in grande tranne che i sacrifici e vive di sensi di colpa (senza saperlo). Affilato e scomodo come è scomoda, sempre, la realtà.

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