È la mia storia – Janne Teller

È la mia storia – Janne Teller

Un editore ha per le mani il manoscritto di un autore di successo. Giovane, prolifico, uno che vende bene. E quello che sta per pubblicare potrebbe essere davvero un grandioso successo. Uno di quei romanzi che piace al pubblico e alla critica, vende milioni di copie e viene tradotto in tutto il mondo.

Però qualcosa ha sciupato l’idillio di questo momento. Lei lo ha sciupato. La donna che gli ha chiesto di non pubblicarlo. È già perché la storia che viene narrata nel libro è la sua. O almeno così dice Petra Vinter.

Lei ha raccontato qualcosa e lui, l’autore, aveva promesso che non ne avrebbe scritto. Non aveva il diritto di farlo. E invece lo ha fatto. E nel libro c’è una storia dolorosa, una storia pericolosa. E quella storia è la sua.

Petra Vinter lavora per l’Onu e in Africa ha subito una grave aggressione. È giusto rubarle questa storia e renderla pubblica?

Eppure tutti gli scrittori, gli artisti in genere rubano, si servono del mondo e delle persone, per realizzare la propria arte. Svelano dolori e conflitti, rendono pubblici dettagli privati. E allora un ritratto, un racconto sono sempre in qualche modo una violazione dell’intimità di qualcuno.

Se una persona è inconsapevole della propria responsabilità, questa passa automaticamente a chi la riconosce.

 Petra svanisce, esce di scena e viene inghiottita da una notte fredda e nevosa. L’editore resta solo con la propria coscienza e deve fare i conti con le proprie responsabilità.

Ed è questo il tema del libro, la responsabilità e l’etica, dell’arte certamente ma anche della nostra società e quindi di ciascun essere umano nei confronti dell’altro. E il libro l’autore lo pubblicherà oppure no?

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