Eroine – Marina Pierri

Eroine – Marina Pierri

La serialità è sempre stata considerata un prodotto di serie B. Bollata come intrattenimento, quindi come qualcosa di poco conto, di minimo spessore e di scarso contenuto. Ma le serie Tv hanno il potere della trasversalità, sono messaggi che raggiungono le folle e hanno la forza di influenzarci tanto da cambiare il nostro sguardo sul mondo.

Ed ecco che Marina Pierri si concentra sui personaggi delle serie tv e soprattutto su quelle che hanno il pregio di rappresentare tutte quelle persone che, di norma, sono assenti nelle storie, storie che prediligono personaggi stereotipati che, ovviamente, non rappresentano la varietà dei vissuti.

Perciò addio alle principesse classiche che cercano un principe che le salvi e largo alle Daenerys Targaryen, né buone, né cattive, ma complesse, insicure, coraggiose, contraddittorie.

Questo libro non è la storia delle serie tv ma propone una fotografia della narrativa televisiva vista attraverso la lente del “femminismo intersezionale”: l’idea è quella di concentrarsi sulle narrazioni inclusive, quelle che mettono al centro personaggi femminili che per etnia, religione, sesso, età, casta, genere eccetera di norma venivano esclusi e non rappresentati.

Perciò: la donna nero che è l’unica del cast e viene rappresentata sempre nello stesso modo: una Barbie di colore. La coprotagonista che o è lì perché è carina o e lì perché deve rompere essere una burbera rompiscatole, la trans che viene uccisa…

Qual è il problema: se rappresento qualcosa, le do visibilità; se non la rappresento, la annullo. E le serie che guardiamo sono profondamente connesse con il mondo e con il modo in cui viviamo e quindi sono uno strumento, anzi, un veicolo essenziale per la costruzione di un mondo paritario. La domanda più interessante, in effetti, davanti a una serie tv non è: cosa sto guardando, ma cosa non sto guardando, quindi cosa non stanno rappresentando.

Eroine è anche uno strumento prezioso per chi le storie le vuole narrare. Per chi si interroga sull’efficacia di un personaggio femminile, sulla sua capacità di rappresentare davvero le donne, evitando la trappola di scrivere e creare maschi travestiti da femmine. È quindi una immersione nel viaggio dell’eroina attraverso dodici archetipi che riflettono le trasformazioni interiori dei personaggi, prendendo spunto dalle donne che popolano le serie tv.

Decine, centinaia di libri sono stati scritti sull’Eroe, ben pochi sull’Eroina, quello di Murdock ne Il viaggio dell’Eroina; quello di Kim Hudson in The Virgin’s Promise, quello di Victoria Lynn Schmidt in 45 Master Characters.

Ma è anche un viaggio interiore, questo. Perché le eroine delle serie tv (e non) possono aiutarci a far emergere la nostra identità, possono aiutarci ad autodeterminarci o, come dice il sottotitolo “possono aiutarci a fiorire”. Che non vuol dire produrre e performare e in qualche modo uniformarci con gli standard e le richieste della società ma prendersi cura di sé, trovare la propria vocazione, essere in linea con se stesse e con i propri desideri.

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