VOLTAPAGINA
La colpa, Lorenza Ghinelli, Newton Compton, p. 240
Estefan ha assistito, impotente, alla morte del fratellino nella culla; Martino ha subito il trauma di un abuso sessuale da parte dello zio; Greta è nata da una mamma drogata, deceduta dopo il parto proprio a causa della sua tossicodipendenza. Tre adolescenti segnati non solo dal dolore ma, soprattutto, dal senso di colpa che prescinde da una colpa reale ma affligge le vittime devastando la loro vita. E nonostante Estefan e Martino cerchino di dimenticare il dolore, questo torna a galla. A cambiare le carte in tavola sarà l’incontro con Grata, che offrirà un’occasione per riscattarsi. Scrittura incisiva di un’autrice che, dopo il successo del primo romanzo (Il divoratore), invece di tentare di replicare con un clone (furbetto) ha il coraggio di cambiare genere, dimostrando così di procedere lungo un proprio (e coraggioso) percorso di scrittura. Per tutti quelli che sanno che i grandi, quando feriscono i più piccoli, possono fare male due volte.
DA GUSTARE
Non avevo capito niente, Diego De Silva, Einaudi, p. 170
Vincenzo Malinconico è un avvocato napoletano che passe le sue giornate al lavoro. Peccato che in realtà non navighi in buone acque e lo stacanovismo sia solo un modo per occupare il tempo. Non che a casa vada meglio: la moglie lo ha lasciato (anche se i due si continuano a incontrare clandestinamente) e non riesce a essere un punto di riferimento per i due figli adolescenti (che lo amano moltissimo) alle prese con sogni e dispiaceri del divenire grandi. Ma il grande problema di Vincenzo è il suo sguardo sul mondo, il suo modo di pensare e ripensare ossessivo che finisce con lo sgualcire ogni aspetto buono e vitale dell’esistenza. Un modo di processare il mondo che sfianca persino lo psicoanalista a cui si è rivolto. E mentre il nostro avvocato è immerso nello sua città (che affoga in una sorta di rassegnazione civile) e nella sua professione (colleghi intrallazzatori e camorristi da difendere) gli capitano due fatti straordinari: viene scelto come avvocato difensore della camorra e come amante da Alessandra Persiano, l’avvocatessa più bella e irraggiungibile del tribunale. Per chi ama i personaggi fuori dagli schemi. Pieni di difetti, pieni di vita.
BELLISSIMI
Stoner, John Edward Williams, tradizione di Stefano Tummolini, Fazi, p. 334
Raccontare il quotidiano, saperlo fare con un tale tocco da rendere straordinario, l’ordinario. Stoner sembra essere la realizzazione pratica di questa regola narrativa. L’autore ci racconta infatti la vita – tra il 1910 e il 1950 – di William Stoner, Bill per gli amici, figlio di contadini, che dai campi approda all’università. Sceglie agraria ma, presto, la passione per la letteratura deflagra tanto da fargli cambiare rotta (all’insaputa dai genitori). Si laurea e inizia a insegnare, e poi ecco il matrimonio (non troppo azzeccato) e una figlia. La sua vita normale sembra scorrere tranquilla anche se, in realtà, è costellata di piccole ferite, drammi che in qualche modo rimangono sotto pelle. Insomma, tutto quello che accade sembra banale (tranne la scrittura eccezionale dell’autore) nell’esistenza di un uomo che – udite udite! – vuole solo essere un po’ felice ed essere lasciato pure un po’ in pace. Eppure qualsiasi cosa capiti a Stoner ci riguarda, intimamente. Non siamo solo preoccupati per lui, siamo lui. Il romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1965 dalla Viking Press, è stato dimenticato per anni e oggi – riscoperto nel 2006 dalla New York Review Books – sta rivivendo un momento di gloria. Talvolta le cose, vanno per il verso giusto, insomma. Imperdibile.
2 comments
Ho letto qualche tempo fa il libro di De Silva e l’ho trovato molto carino, gli altri due non li conoscevo ma mi sembrano interessanti, entrano di diritto nella lista di libri da acquistare 🙂 Grazie mille Chiara!
Ecco, diciamo che un uomo così lo ammazzerei… ma come personaggio è uno spasso (cervellotico!). E per gli altri, fammi sapere se c’ho azzeccato 😉 Baci
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