Consigli da leggere # 17

Consigli da leggere # 17

VOLTAPAGINA
Non vi lascerò orfani, Daria Bignardi, Mondadori, p. 160

Letto nel posto giusto – cioè nella campagna ferrarese – e felice di averlo fatto “fuori stagione”, cioè molto dopo la sua pubblicazione (nessuna eco di critica nelle orecchie) e di aver confermato l’impressione avuta con Un karma pesante. La Bignardi ha familiarità con la penna, familiarità che trasmette al lettore, accogliendolo nelle proprie storie con la semplicità dell’amico che ti spalanca le porte di casa. L’innesco di questa storia autobiografica è la morte di sua mamma, Genna Rosa, dalla quale partire per ricomporre un nutrito e colorato album familiare. Sono le parole a dare struttura ai ricordi, modi di dire ed espressioni curiose a cui si agganciano fatti e ricordi. Il racconto si vola, in un soffio, osservando persone che si avrebbe avuto il piacere di incontrare. Ma in fin dei conti è come fosse successo. Un libro per chi sa bene che, spesso, chi ci ha fatto più tribolare, è proprio chi ci è rimasto più nel cuore.

DA GUSTARE
Va tutto beneMassimo Cacciapuoti, Barbera Editore, p. 111


Marco è un pubblicitario. Per riflettere e trovare ispirazione per la nuova campagna decide di andare nella sua casa estiva, in Calabria. Forse vuol mettere anche della distanza tra sé e il divorzio da Olga e la separazione dalle sue due figlie. Il male però qui affiora e prende corpo, nel senso letterale: Marco un giorno perde i sensi e si ritrova in ospedale. A soccorrerlo è stata una ragazza, Giulia, che deicide poi di andare a conoscerlo in ospedale. I due si troveranno così a partire per un viaggio insieme nel sud Italia. Ma il viaggio reale, qui, è quello immaginato: il viaggio della memoria nel passato di Marco, nella sua storia, nelle ragioni del fallimento a caccia di istanti perduti, non detti e, sprattutto, occasioni mancate. Sembra quindi canzonatorio quel Va tutto bene del titolo che, in realtà, affonda le sue radici nel romanzo La mattina esco presto (del 2009): qui era infatti il nome del romanzo di successo scritto dal protagonista, Marco (nome che viene anch’esso riproposto). Per tutti quelli che sentono il bisogno di vivisezionare i propri sentimenti e le proprie relazioni.

BELLISSIMI
Solo colpa d’Alfredo, Federico Cavina, Cairo editore, p. 429


Per capirci qualcosa del mondo bisogna riderci su, sembra gridarlo a ogni pagina questo romanzo. A condurre i giochi è un eccellente antieroe, Alfredo giovane trentenne fobico e malaticcio, che fa di tutto per autosabotarsi. Sì, ché se fosse disciplina olimpica, sarebbe campione di autolesionismo lanciato, il ragazzo. Bibliotecario, amante dei buoni libri e del blues, si trova da solo dopo anni di fidanzamento con Madeleine. Come rimettere insieme i pezzi della sua vita (e, perché no, portarsi a letto qualcheduna)? Tra una serata e l’altra con l’amico Dave – surfista che invece di ammaliarle le donne le teme (ma considerato che pure il mare gli fa paura…) – incontra una ex compagna delle medie, Nena. E le complicazioni non finiscono qui, visto che al lavoro se la deve vedere con una neo collega moldava che mina il suo precario equilibrio ormonale. Pure suo padre, sessantenne in andropausa spinta, gli regala non pochi grattacapi. Alfredo è un controsenso su due piedi, finto ecologista intellettuale che però si nutre di junk food tanto «vivere uccide. Chi vive muore. Perché la vita è una faccenda da cui non s’esce vivi». Peter Pan egoista che vorrebbe essere padre, senza le responsabilità di esserlo, ovvio, e altrettanto ovviamente cerca stabilità e sicurezze. Una chicca, irriverente, per chi ha imparato che, capire ciò che si vuole, è la sfida più grande.

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2 Comments

  • Il libro della Bignardi mi intriga molto. Spero non indulga tanto nel “pettegolezzo” puro e semplice, quanto piuttosto nel tracciare uno spaccato di vita in una comunità di provincia con tutte le sue eccentricità. Inoltre, mi consigli di leggerlo durante un week end ferrarese di giugno, noto per le giornate miti e lunghe con il sole che ancora non punge come le famose zanzare, o meglio il brumoso ottobre ferrarese dove camminando sulle mura potresti essere indotto a credere di essere in cima a un monte sopra un mare di nebbia? 😉

    • Nessun pettegolezzo, no. Si tratta di una sorta di fotografia di famiglia, qui però sono soprattutto le parole a contraddistinguere i diversi personaggi. Ha più parenti che capelli la Bignardi e sono tutti piuttosto interessanti. Un ottimo esempio per dire che non ha scritto della sua famiglia perché le andava, ma andava scritto della sua famiglia perché è narrativamente interessante. Un bacio!

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