Cammino dunque sogno (e faccio e aiuto…)

Cammino dunque sogno (e faccio e aiuto…)

Cosa sognano i giovani di oggi? Un futuro, un lavoro… più prosaicamente un cellulare di ultima generazione?

Mattia Miraglio ha compiuto 26 anni il primo marzo, è alto 1.77, porta il 42 di scarpe, e ha una passione per la Nutella. È un tipo sportivo, certo, ma normale. E ha un sogno: girare il mondo.

Quest’anno si è deciso, e domani partirà per un viaggio di 50mila chilometri a piedi. Un progetto che lo coinvolgerà per almeno cinque anni.
«Da sempre viaggiare è un chiodo fisso. L’idea di girare tutto il mondo e di farlo a piedi, è arrivata piano, camminando in montagna, correndo, facendo sport. E poi, un giorno mentre percorrevo la via Francigena, ho sentito che era il momento di partire. Dovevo farlo.»

Non si tratta insomma di prendersi un anno sabbatico, cinquantamila chilometri sono una immensità! È una piccola impresa solo programmarlo questo viaggio, figuriamoci compierlo!

«Mi sono documentato, analizzando i tragitti di chi mi ha preceduto, per esempio Jean Béliveau che ha impiegato 10 anni per percorrere 75mila chilometri. Ho cercato di seguire le sue orme ma il cammino l’ho impostato in base al mio gusto personale. Ovviamente per affrontare “il mondo” è necessario seguire determinate regole, ci sono insomma delle tappe obbligate…»

Mattia sarebbe voluto partire prima possibile, ma è servita una corretta preparazione.
«Ho fatto controlli medici, vaccini… poi ho dovuto preparare l’attrezzatura. All’inizio pensavo di utilizzare solo uno zaino che mi avrebbe consentito una maggiore agilità di manovra. Solo che ti consente al massimo 13/14 chili di carico. E questa sollecitazione, alla lunga, se cammini tutti i giorni per almeno 30 chilometri, diventa dannosa per il fisico. Così mi sono attrezzato con un passeggino da jogging che può essere spinto o trasformarsi in un kit da traino. Porta 45 chilogrammi, il che vuol dire essere un poco meno agili e dover seguire certi percorsi. Ma se vuoi affrontare 3mila chilometri di deserto australiano, puoi permetterti una tenda più comoda e maggiori riserve di acqua.»

Ovviamente ci sono Paesi difficili da attraversare, in guerra, pericolosi…
«L’idea è quella di non prendere aerei ma tentare sempre il passaggio via terra. Però, per esempio, volevo attraversare i Pakistan ma non me lo permettono. Ovviamente sarò in contatto con il sito della Farnesina per evitare di ficcarmi nei guai.»

Mattia parla con entusiasmo e io mi domando che genere di allenamento abbia fatto per prepararsi.
«Sono uno sportivo ma credo che l’allenamento in questo caso lo si faccia sul campo. Comunque faccio 20 chilometri al giorno di corsa o 40 di passeggiata. E, certo, ho una alimentazione equilibrata

Visti i ritmi non oso pensare quanto prevederà di camminare ogni giorno…
«Di media 30 chilometri. Tutto dipende dalle condizioni climatiche e dal percorso.»

Cerco di mettersi nei suoi panni, o se volete, nelle sue scarpe e mi domando cosa lo spaventi di più.
«Le persone. Avendo già viaggiato parecchio posso dire che il 90 per cento degli incontri sono stati positivi… però basta davvero solo un 1 per cento negativo e sei fregato. Senza pensare alle aggressioni o peggio, basta un furto a creare grossi guai se sei dall’altra parte del mondo. La seconda cosa sono le malattie come la malaria, la febbre gialla. Se per esempio contrai la prima, avendo una lunga incubazione, rischi di trovarti ammalato magari nel bel mezzo del deserto. Da solo.»
Perciò serpenti, tarantole & Co. scivolano incredibilmente al terzo posto!

Tornando alle persone: viene da chiedersi come l’abbiano presa quelle che conosce. Quelle che gli vogliono bene.
«Che sono matto gli amici lo sanno già da un bel po’ di anni… mio padre, quando lo ha saputo, ci ha messo un mese per riuscire a riparlarmi. Ma adesso è il mio primo sostenitore. Tutti, lentamente, hanno capito. Mia madre non ne parla, un po’ per non soffrire e un po’ per scaramanzia!»

Ma sapete perché vi racconto questa storia? Perché con i famosi “bamboccioni” non c’entra nulla.
Mattia ha trovato degli sponsor che gli forniscono l’attrezzatura. Ha un team di professionisti che ha deciso di supportarlo nell’impresa e di raccontare questo viaggio. Ci sono già tante persone che vogliono condividere tratti del percorso con lui. Ospitarlo per esempio. E a lui toccherà trovare i 3 dollari quotidiani (la cifra che, in media, gli consentirà di sopravvivere) per portare avanti il suo sogno. Lavorando, quindi, non facendosi mantenere da mamma e papà.

E c’è qualcosa di ancora più grande. I suoi piedi saranno uno strumento prezioso, perché Mattia diventerà un portavoce: ci racconterà persone e spicchi di mondo, ci farà conoscere bisogni e tragedie per le quali non si può restare indifferenti e si deve soprattutto fare qualcosa. Raccoglierà fondi attraverso delle Onlus e porterà i soldi di persona.
Perciò sappiate che domani Mattia si mette in viaggio. E voi potrete seguirlo grazie a questo blog e sui social (Facebook e Twitter con l’hashtag #50000Km).

E sapete come si dice: gli eroi sono persone normali che compiono imprese eccezionali.

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6 Comments

  • modern day Forrest

  • però! io già mi stresso a fare 9 minuti e mezzo a piedi per andare in negozio tutti i giorni… chapeau!

    • Sono storie che è bello raccontare 😉 (Io arrivo fino a 10 poi ci rimango, in tutti i sensi!)

      • ahhaha già (tranne che quando gioco a calcetto, che magicamente elimina per un’ora la fatica) 😉

  • 20 chilometri al giorno; o

    40 chilometri al giorno di passeggiata.

    Già solo così questo ragazzo sarebbe un eroe. Ma certo che seguirò l’hashtag!

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