L’articolo toppato e il libro che non avrei mai pensato di leggere

L’articolo toppato e il libro che non avrei mai pensato di leggere

Ci sono personaggi e argomenti che sentiamo distanti. Non farci sopraffare dal nostro punto di vista, se vogliamo esprimere un giudizio che non sia di parte, è un esercizio necessario. Io ci ho provato con un libro di Costanza Miriano. 

Il titolo del pezzo è provocatorio: “Donne, imparate l’arte dell’obbedienza”. Ed è corredato da una foto tristanzuola con donna – non è una gara di bellezza, ovvio, ma manco di bruttezza – un po’ sciatta seduta in una chiesa deserta. Invitante no, non direi proprio.
Leggo e scopro che si parla di una autrice, Costanza Miriano, che ha all’attivo saggi comeCostanza Miriano Sposati e sii sottomessa e Sposala e muori per lei. Stavolta si parla di Obbedire è meglio, sottotitolo le regole della Compagnia dell’agnello.
Non credo ci voglia l’acume di Einstein per capire che il primo libro era rivolto alle donne, il secondo agli uomini e questo a entrambi i sessi. O forse sì. Fatto sta che, di primo acchito, l’intervista pare raccontarci di una tizia uscita dal Medioevo – giorno più giorno meno – un po’ mesta, seriosa e maschilista. Anzi, masochista, perché votata alla sottomissione al maschio e alla famiglia.

Premessa: sono atea claudicante (cioè alle volte qualche moto di conversione ce l’ho), sono nata in una famiglia cattolica ma che in chiesa ci andava pochino, ho frequentato 11 anni di scuola cattolica e l’università cattolica (e gli ultimi due punti potrebbero giustificare da soli l’inaridimento spirituale). In giovine età sono stata credente, convinta e lieta, crescendo non ne sono stata più capace. Confesso però una certa invidia verso chi vive la propria spiritualità con il sorriso, mettendola in pratica, facendo del bene e riuscendo a trovare sostegno fuori da sé. Al contrario detesto i baciapile, i blateroni che fanno i teologi illuminati ma sono incapaci d’amore e/o rispetto verso il prossimo, quelli che aiutano i bimbi del Congo ma i propri figli manco li filano e trattano moglie, colleghi e umani tutti come servi.

A questi punti do una sbirciatina in rete. La Miriano ha una faccia sorridente e simpatica, distante qualche luna dall’immagine tristanzuolacostanza-e-lavinia suggerita dal pezzo di “D Repubblica”. Leggo qualche post su Facebook e direi che ha pure senso dell’umorismo. Quindi compro l’ebook ché ’sta faccenda dell’obbedienza, agnello compreso, mi incuriosisce assai.
E rido. Rido un mucchio. Il paragone più banale potrebbe essere con la Sarah Jessica Parker di Ma come fa a far tutto? in versione cattolica però.

L’autrice è sposata, ha quattro figli, è giornalista (lavora per Rai Vaticano) e di notte scrive i suoi romanzi. E ci racconta di una obbedienza alla vita intesa come allontanamento dal proprio egocentrismo (dalla “propria voce”), un affidarsi all’altro e all’esistenza che ci viene data. Non in modo passivo, perché si tratta di accogliere e trasformare, un bel lavoro insomma. Obbedire nel senso di essere docili, ascoltare. Tenendo a bada quell’emotività che spesso equivale all’insoddisfazione capricciosa che ci divora facendoci zigzagare alla ricerca di qualcosa d’altro, di meglio, di boh. Gli Agnelli sono le persone cui fare affidamento: gli amici veri (simboli di obbedienza nel lavoro, nella famiglia…), il marito, i figli. Una rete che ci àncora, ci critica amandoci, ci sostiene (nessun uomo è un’isola, insomma). Inutile dire che LA guida è una e una sola: Dio.

Costanza_Miriano FBIl tutto viene raccontato con aneddoti piuttosto gustosi a base di inciampi quotidiani e altri disastri con divagazioni su diete, corna, cura di sé, trucco e parrucco compresi. La Miriano sa prendersi in giro ed è portatrice sana di un ego normodotato. Però, per un’ateaccia come la sottoscritta, svariate affermazioni sono distanti e inconcepibili: andare a messa tutti i giorni trovandolo un modo per ricaricare le pile, evitare tutti gli stratagemmi che ci fanno stare al sicuro nella vita (e sono tanti tra i quali spicca pure il controllo delle nascite) e parecchio altro… storco il naso e sbuffo pure, ma non è colpa della Miriano, al massimo mia e della mia fede latitante.

“Curiosità” è una delle poche parole che mi sentirei di usare in risposta alla domanda “qual è il tuo miglior pregio?” e sono lieta di averlaScreenshot 2014-06-20 11.45.34 soddisfatta leggendo questo libro. Perché è buono, pensato con amore, motivato in ogni sua parte. E leggero (non facile, banale, furbetto), leggero perché sono state eliminate le inutili zavorre. Direi che la Miriano fa con la fede quello che io cerco di fare con i libri: toglie la polvere, gli stereotipi, l’immagine triste e noiosa del credente tipo. E lo sa fare bene.
Le uniche note stonate? Non sono nel libro ma nel pezzo di “D Repubblica”. Chi lo ha titolato non ha capito un tubo di tutta la faccenda. E la giornalista ha posto domande banali e fuorvianti che nel complesso sembrano voler confermare al lettore l’idea che nel libro si parli di una donna che si fa mettere i piedi in testa. Una occasione mancata, insomma. La carta costa, come dice Alino Milan su Radio24, e andrebbe impiegata meglio.

ObbedireObbedire è meglio: le regole della Compagnia dell’AgnelloCostanza Miriano, Sonzogno, p. 173 (15 euro) anche in ebook

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33 Comments

  • Non lo leggo manco morto.

    • Come direbbe il saggio: chissenefrega! Ahahahahahaha
      Dai che hai capito il succo del pezzo.
      Baci 😉

  • Prima di toppare pure io ho ricontrollato che la Miriano fosse quella che ricordavo: è lei.
    Chiara ti parlo da donna di fede quale sono, la fede giusta che soccorre – è capitato – la donna extracomunitaria che ha dormito sotto casa mia al gelo mentre la vicina sempre in chiesa ha minacciato di chiamare la polizia, da donna ripeto che crede (con mille dubbi, perchè Dio consente le malattie? Il suo disegno divino spesso è uno scarabocchio mal riuscito) e prega ogni sera e ringrazia per le cose belle, ma si incazza per quelle brutte che Dio potrebbe aggiustare (anche se la Chiesa istituzione mi ricorda che Dio non è Harry Potter che trac sistema le cose con la magia), questo lungo preambolo per farti capire la mia idea in merito, eppure sì la Miriano è la giornalista che in passato si è espressa in maniera a mio avviso molto brutta sull’omosessualità e la fecondazione eterologa, facendosi portavoce di un pensiero divino castigatore. Non avrà il mio tempo, nè miei soldi, i suoi libri li scanso. Bacione

    • Ciao Sandra,
      non discuto sulle opinioni della Miriano. Alcune cose non le capisco, alcune le disapprovo, altre le condivido pienamente ma non è questo il punto.
      Il punto era un pezzo sbagliato su un libro. Un pezzo del tutto fuorviante. Raccontare un libro è una faticaccia e il minimo sta nel non snaturare gli intenti di chi lo ha scritto.
      Avrebbe in effetti potuto essere molto più provocatoria la giornalista, parlando di certe idee della Miriano in fatto di contraccezione! Non lo ha fatto e ha strizzato l’occhio allo stereotipo della beghina sottomessa al signore marito.
      Io sono per la tutela delle opinioni. Sempre. Soprattutto quando sono sbagliate! Il mondo è vario come si dice. Ci sono credenti come te che non battono ciglio di fronte alla fecondazione omologa ed eterologa, così come non hanno alcunché da dire sugli omosessuali che considerano pari agli eterosessuali. E conosco atei omofobi e contrari all’eterologa.

      • Grazie cara per la tua lunga risposta, in effetti mi sono fatta prendere la mano, tipico del mio carattere, senza soffermarmi sull’occasione perduta dell’intervista. Forse perchè di occasioni mancate tra giornali e libri ormai ce ne sono davvero parecchie. Un bacio ancora.

        • No, no, no! I commenti come i tuoi sono il motivo per cui c’è BookBlister. Altrimenti, sai com’è, me la canto e me la sono.
          Grazie, come sempre, un bacio super!

      • Eh no, cara Chiara Beretta Mazzotta ! Se lei mi fa questo panegirico della Miriano “che vive la propria spiritualià con il sorriso e facendo del bene” lei adesso delle sue idee ce ne deve parlare eccome. Perchè anche io “sono per la tutela delle opinioni”, ma solo quando queste sono oneste, rispettose delle opinioni degli altri, e le si esprime permettendo agli altri di dissentire.
        Perchè la Miriano non può andare in giro a dire di essere stata “censurata” alla LUISS quando è stata lei a ritirare la propria partecipazione perchè le era stato chiesto di partecipare ad una tacola rotonda alla fine del suo intervento. E non parliamo della censura che opera sul suo fanta-blog, aperto solo ad una claque di entusiasti fan.
        Vogliamo parlare di come questa signora “fa del bene” ? Di come ha più volte definito gli omosessuali OGM e le relazioni omosessuali “aberranti dal punto di vista umano” (“umano” attenzione, non religioso) ? Vogliamo per favore parlare di come la Miriano ripeta, dalla sua pagina FB, che una donna che lavora semplicemente “non può” essere una buona madre ? Grazie.

        • Caro Marco, panegirico? In realtà il pezzo nasce da un problema altro: quanto l’opinione di chi scrive possa falsare il giudizio.
          Comunque.
          Ho parlato delle opinioni della Miriano espresse nel testo, questo testo. Mi occupo di libri, non di religione. E non sono una tuttologa. Quindi il mio giudizio riguarda ciò che ho letto. Legga il libro, rilegga il post e vedrà che c’è coerenza tra i due.
          Nel libro non si parla di omosessuali, OGM o quant’altro. Si parla di una donna, di una mamma, di una moglie e delle persone che le ruotano intorno… non ho trovato nulla di “politicamente scorretto” se vogliamo così definirlo.
          La opinione della Miriano è che una donna senza figli non sia una donna vera? Non ho letto questo nel testo. E anche se fosse? Rispetto il suo punto di vista, come quello di tante carissime amiche che al solo sentire la parola “figli” si grattano. Amiche mai sposate, divorziate, single, lesbiche, lesbiche con figli (figlio, bellissimo, Federico)…
          Io credo, fortemente, che si debba rispettare anche l’opinione che più ci irrita, tutelarla pure. Perché il fatto che possa essere espressa è garanzia di libertà e democrazia.

          • Chiara, perdonami, non mi pare che tu ti sia occupata “solo” di quello che la Miriano ha scritto sul libro…

            >> Leggo qualche post su Facebook e direi che ha pure senso dell’umorismo

            Visto che hai dato una occhiata alla sua pagina FB hai letto anche i postings in cui dice che le donne che lavorano non sono buone madri ? O il posting del 17 Maggio in cui sottolinea il suo entusiasmo per una canzone (“magnificamente politicamente scorretta (“la feccia luterana”), inno delle nostre vacanze.”……) il cui testo non nasconde sentimenti anti-semiti ed offensivi verso altra religioni (“ caccia dalla tana la feccia luterana e il popolo giudio”) ? O le dozzine di postings in cui ne dice di tutti i colori contro gli omosessuali (definendoli ad esempio OGM) ? A me questo tutto sembra tranne che….

            >> vivere la propria spiritualità con il sorriso, mettendola in pratica, facendo del bene

            Personalmente, quando leggo un libro, mi interessano e come le opinioni di chi scrive, soprattutto quando si tratta di un libro che vuole esprimere una filosofia di vita. Se tu ci scrivi di quanto è simpatica, altruista e “spirituale” questa signora che con il suo messaggio reazionario sulla scia di “credere, combattere, obbedire” vorrebbe venire a “rallegrare” i nostri cuori, io non ci sto. Parliamo di tutte queste cose carine e delicate, che questa signora, sempre col sorriso in faccia, e con centinaia di entusiasti fans al suo seguito, indirizza a tutte quelle persone che non stanno dentro questa formina quadrata della sua visione della vita. Parliamo di quelle migliaia di donne italiane che ogni giorno sbarcano faticosamente il lunario e si fanno in 4 per contribuire al bilancio familiare e si sentono dire che “non sono buone madri” (mentre la signora molto coerentemente passa le sue serate in giro per i circoli reazionari d’Italia anzicchè stare a casa ad occuparsi dei figli). Parliamo di quelle migliaia di omosessuali (fra questi anch’io) che ogni giorno devono avere a che fare con qualcuno dei fans della Miriano e si sentono definire OGM. Quanta “spiritualità”, quanto “bene” in queste parole.

            Certo. Anche io penso fermamente che “si debba rispettare anche l’opinione che più ci irrita, tutelarla pure”. Ma non ho nessun rispetto per le opinioni di chi usa la propria esposizione per insultare gli altri (io non sono un OGM, e la mia relazione non è un “abominio da un punto di vista “umano”….forse (e non ne sono nemmeno così sicuro) lo sarà dal punto di vista della dottrina cattolica, ma certamente non da un punto di vista “umano”). Vorrei infine sottolineare che la signora non ha NESSUN rispetto per le opinioni di coloro che da lei dissentono, o semplicemente, garbatamente ma con fermezza, le chiedono conto e ragione di quello che dice. Qualche tempo fa ha seccamente censurato i miei commenti (assolutamente civili e non offensivi) in cui esprimevo le mie, di opinioni, sulle sue dichiarazioni. Mi dispiace ma io per la Miriano non ho nessun rispetto, ed i suoi libri non ho alcuna intenzione di leggerli.

          • No, Sandro, perdonami tu, ma stai travisando.
            La frase che citi “vivere la propria spiritualità con il sorriso, mettendola in pratica, facendo del bene” si riferisce alla mia idea di credente contrappunta a quella di baciapile. Non mi sto riferendo alla Miriano, fa parte della premessa circa la mia personalissima opinione sulla fede. E mi pare chiaro.
            Per quanto riguarda FB, ho semplicemente “googlato” l’autrice per vedere che faccia avesse e ho trovato un post spiritoso. Così come è spiritosa nel libro. Da qui la mia affermazione (le battute nel testo si sprecano, te lo dice una atea con allergia alla teologia e alle ramanzine cristiane.)
            E no, perdonami, ma se dovessi fare un esame psicologico di ogni autore, spulciare il web tutto, vedere come si comporta in video, in rete e a casa… non ne uscirei viva.
            Ho letto un libro circa un tema ben preciso “l’obbedienza” e mi sono – pur da posizioni diametralmente opposte – trovata in accordo su molti punti. Non parla di omosessuali, lo ribadisco. E non dice che chi lavora è una cattiva madre. Dice, al massimo, che le donne avrebbero diritto a un trattamento umano se sono madri, ché lavorare otto ore fuori casa più spostamenti è disumano se hai un bimbo a casa di pochi mesi ad aspettarti.
            E visto che sono mamma e libera professionista sono in accordo con lei. Lei che lavora, mi pare, e ha quattro figli. E mi pare che qui sei tu a giudicare, dicendo che non è una buona madre perché sta fuori a fare altro (e vista la tua solerzia nell’informarti immagino che per dirlo tu abbia pedinato la signora per qualche tempo).
            Ma la chiusa è tutto. Tu giudichi un testo senza manco averlo letto. E solo per questo la nostra conversazione ha del paradossale. Facciamo prima a parlare di matematica quantistica, se vuoi ti dico tutto ciò che ne penso, non sapendone assolutamente niente!

          • Chiara, il fatto è che io non ho nulla contro i cattolici o contro la religione, al contrario ho un profondo rispetto per le religioni, tutte, inclusa la religione cattolica, inclusi quei fedeli che per le loro posizioni intolleranti (ma rispettose) percepisco lontani anni luce dal mio modo di pensare e dalla mia concezione della religione. Si, credo si possa essere dei fondamentalisti religiosi ma rispettosi degli altri, lo penso davvero. Penso addirittura, guarda un po’, che la carita’ nella fermezza dei propri convincimenti morali stia al cuore del messaggio cristiano.
            Il fatto è che la Miriano, coi suoi messaggi offensivi, con la sua profonda mancanza di carità, con le sue citazioni bibliche scelte ad hoc per fare da grancassa alle sue teorie reazionarie, con i suoi libricini da catto-chic dei Parioli, è, a mio avviso la quintessenza del “baciapilismo”. Sono profondamente stanco di vedere lo spirito del cattolicesimo occupato, nella sua esposizione mediatica, da questa gente che ne è profondamente lontana, e che concepisce la religione cattolica come una autorizzazione ad offendere certe minoranza (gli omosessuali, le altre religioni), a minimizzare le violenze sulle donne (lo fa di continuo) ed a sputare su tutte quelle donne che si fanno il mazzo (scusa il termine) in questo paese alla deriva, per sostenere le proprie famiglie.
            Quando scrivo che sono indignato del fatto che la Miriano passi le serate in giro per i circoletti reazionari italiani, non giudico la Miriano secondo la MIA morale, bensì secondo LA SUA ! Non sono IO a dire che le donne in carriera non possono essere buone madri: è LEI ! E’ LEI a sostenere che è ridicolo che le donne non prendano il cognome del marito (e poi lei si è ipocritamente tenuto il suo). E’ LEI a sostenere di averlo fatto solo per tutelare i propri figli (per poi spiattellare su FB dovizie di particolari sulle loro attività quotidiane, incluse foto). E’ LEI a lamentare di aver subito censure mai esistite, quando è LEI la prima a non saper sostenere un confronto civile e rispettoso. Tu sei, ovviamente, libera di parlare entusiasticamente della Miriano (ci mancherebbe). Ma credimi non c’è bisogno di fare “un esame psicologico” della signora per leggere anche solo la metà delle cose che ho puntualizzato, fortunatamente quando si cerca il suo nome su Google non appaiono solo figurine di agnellini e della Miriano sorridenti ed obbedienti.
            Con questo ti ringrazio per la tua ospitalità, che credo a questo punto di aver abusato. Non voglio pedantemente “occupare” il tuo blog con le mie opinioni, quindi penso che sia il caso chiudere qui il nostro scambio e ringraziarti per la disponibilità e la tua pazienza. .

          • Sandro,
            il blog è uno spazio apertissimo per parlare di una passione (che è poi pure il mio lavoro): i libri.
            Poi si discute (e si discute parecchio) del mondo in cui mi muovo: l’editoria. Ché le cose nel settore non vanno granché bene, purtroppo.
            Quando le dico che per me è impossibile discutere se non troviamo un terreno comune, dico proprio questo. E il terreno comune in questo caso è aver letto entrambi il libro. Altrimenti io parlo di una cosa che lei non sa e lei parla a me di questioni altre 😉
            Un caro saluto!

        • Caro Sandro,
          non voglio cominciare un flame (per cui non replicherò, anche perché non é questo il luogo) ma rispettiamo i fatti. Se tu fossi un po’ meno accecato dal risentimento, avresti notato che:

          1. L’invito alla LUISS è stato cambiato in itinere. Dopo un invito a parlare di famiglia si è sentita proporre una tavola rotonda, e il motivo era semplicemente il cambio di tema a seguito di proteste delle associazioni LGTB. Il tema era SPECIFICO (famiglia, finanziamenti, economia, educazione), ma perché, ogni volta che si parla di famiglia bisogna buttarla sul p.c. e invitare tutti? Moriremo soffocati dal p.c. perché immobilizzerà tutto velato di pluralismo! Se tu fossi un musicologo e ti invitassero a parlare di musica classica (cosa su cui sei “specializzato”) e poi, per rispetto al rock, il rap e l’hip-hop ti invitassero ad una tavola rotonda in cui rischia di perdersi tutto in un gran casino, cosa faresti? Tanto che il rettore, infatti, l’ha successivamente invitata per rettificare.

          2. quando e dove, di grazie, la Miriano (che certo non si risparmia in quanto a lavoro) ha detto che una donna che lavora non può essere una buona madre? Diamoci una calmata.

          Io non sono un grande fan (trovo che in alcune cose sia pressapochista e un po’ forzatamente simpatica), ma dichiarare poi esplicitamente di non avere rispetto per qualcuno è di una violenza agghiacciante e suona tanto di pre-regime. Complimenti.

          • E comunque complimenti per il post, Chiara. E’ bello vedere persone che sono disponibili a farsi sorprendere.

  • Interessante questo post. Illumina i pensieri una giornata stantia.
    E’ evidente una idiosincrasia profonda tra la giornalista di D Repubblica e la Miriano. L’intervistatrice si avvicina alla paziente, ehm alla scrittrice piena zeppa di preconcetti. Ha letto velocemente e male (se lo ha letto) il libro ed è andata avanti fino alla fine con opinioni stereotipate. Sono anni luce dai pensieri della Miriano, ma ne prendo atto. Non leggerò il libro per la pila di titoli in attesa, ma sarebbe interessante cogliere certe sfumature distanti dal mio essere in vita. Aspettarsi poi che Dio si occupi dei mali del mondo è la più bella e fragile illusione umana.
    Ps. il tuo “atea claudicante” me lo segno.

    • Ciao Marco! Ecco, diciamo che le opinioni personali possono entrare in un blog, ma non su un giornale… e, in quel caso, vanno dichiarate subito ai lettori, per rispetto di tutti (chi compra il giornale, chi ci lavora, l’intervistato…).
      Una cara amica, Elisabetta Bucciarelli, mi ricorda sempre che “sconfinare” regala preziosi punti di vista sul mondo. Rimanere chiusi nel proprio orticello è poi una gran noia 😉
      Buon weekend!

  • La Miriano di persona è ancora meglio: umile, semplice, diretta, mai arrogante, ma fortissima (una che ha corso la maratona più volte, portandole a termine, non deve essere proprio una sciacquina,,,,)

    • Fortissima lo avevo intuito!
      Pure la corsa? Be’, in effetti con quattro figli devi avere fiato e un bel po’ di resistenza 😉
      Ciao, Alberto.

      • Se hai voglia di leggere qualcosa di sconvolgente, dammi il tuo indirizzo che ti spedisco un concentrato di complottismo…. motivato! 😉

  • La carta cosa?

    • Custa, come direbbero a Milano. Se segui #lacartacosta su Twitter trovi delle chicche sopraffine. 😉

      • Eh, ma te sei magnata la T :p

        • Come vedi non mi sfugge nulla. Devi gridarmelo: reeeefuso!
          Forse, e dico forse, capisco.
          😉
          Grazie.

  • Ciao!
    Arrivo qui dal blog di Costanza. Questa é una delle migliori recensioni che io abbia letto del libro (e penso di averle lette tutte, o quasi). Ti volevo semplicemente ringraziare. Io sono cattolica e cerco di essere fedele alla Chiesa, ma più che delle etichette mi interesso delle Persone. E siccome leggere mi piace moltissimo, credo che cercherò di conoscerti meglio. Buon lavoro. Antonietta

    • Ciao, Antonietta! Da lettrice cerco (ma mica sempre funziona) di essere obiettiva.
      Grazie per essere passata di qui! Alla prossima e buona giornata.
      Chiara

  • Mi permetto di intervenire anch’io, che leggo spesso questo blog ma non ho mai commentato. Faccio una premessa: Costanza Miriano è un’autrice spiritosa e brillante. E’ una persona senza dubbio colta e di grande intelligenza, con uno stile di scrittura fluido e piacevole. Non la si può certo criticare sul piano letterario, insomma. Per quanto riguarda il resto, io in genere cerco di scindere la produzione degli autori dalle loro scelte private, ma con alcuni paletti. E per me Costanza Miriano va davvero troppo oltre quei paletti. Trovo inaccettabili le sue campagne contro omosessualità, femminismo, contraccezione, procreazione assistita, aborto ed eutanasia. E la giornalista di “D” ha “toppato” solo per la scelta dell’immagine della cattolica triste, per il resto invece ha azzeccato titolo e impostazione dell’articolo, eccome. Costanza Miriano non ha nulla di triste, è sempre sorridente e glamour, ma dietro questa facciata mite e chic si nasconde una forte violenza ideologica. Dell’ultimo libro ho letto solo il capitolo sull’obbedienza nel matrimonio (e mi è bastato), mentre di “Sposati e sii sottomessa” ho letto circa metà, per capire fino a che punto arrivava l’autrice. E qui torniamo all’articolo di “D”. Miriano parla esplicitamente di “obbedienza” e “mortificazione”, esorta le donne a “mordersi la lingua”, a fare un “passo indietro” rispetto agli uomini perché l’ultima parola spetta sempre al pater familias. L’anno scorso, in un convegno sulla famiglia, ha sostanzialmente negato il femminicidio, affermando che è tutta una montatura mediatica, anzi: i poveri uomini oggi sono vittime di donne-virago aggressive che li “confondono” non rispettando più i “ruoli” canonici… Per quanto riguarda la conciliazione tra famiglia e lavoro, la Nostra ha dichiarato più volte di essere contraria agli asili nido, visti come parcheggi per bambini infelici; a suo parere, l’unica soluzione auspicabile di questo annoso problema è permettere alle donne di stare a casa tre anni in maternità (ai congedi di paternità felicemente applicati in altri paesi europei non fa cenno, come è ovvio, perché la cura della prole spetta alla madre). Non esattamente una proposta illuminata, quindi. Mi fermo qui per non sovrappormi a quanto scritto da altri commentatori (agghiacciante il post con la canzoncina contro i protestanti: l’ho letto anch’io, roba da Santa Inquisizione), ma davvero, Chiara, la inviterei a seguire per qualche giorno Costanza Miriano sui social media per avere un quadro più completo. Dietro il suo innegabile senso dell’umorismo e i suoi tanti “abbracci” c’è tutto un mondo, un mondo in cui i docili “agnelli”, all’occorrenza, sanno farsi “lupi” maschilisti e omofobi, mettendo in discussione libertà individuali e diritti civili. E per l’ennesima volta, le donne finiscono per essere le peggiori nemiche di se stesse.

    • Cara Laura,
      ci mancherebbe non intervenire! Il blog è uno spazio aperto per chiacchiere e condivisioni.
      Parto da lei: “Costanza Miriano è un’autrice spiritosa e brillante. È una persona senza dubbio colta e di grande intelligenza, con uno stile di scrittura fluido e piacevole”. Ecco, io leggendo il libro ho pensato questo.
      E leggendo domande come: “Chi sono le donne che non ubbidiscono? Mamme single, mamme non sposate, divorziate?” mi domando se l’intervistatrice lo abbia letto o no il libro. Per non parlare delle domande generiche che seguono. Il libro racconta parecchio altro ma nell’intervista non ce ne è traccia.
      Forte violenza ideologica, Laura? Cioè si può dire che due uomini hanno il diritto di comprare un bambino per soddisfare il loro desiderio di maternità ma non si può dire che si considera l’eutanasia una violenza contro la vita? Non sto parlando di mie opinioni ma di opinioni che ritengo rispettabili, esprimibili, difendibili. Conosco atei contro la procreazione assistita (non eterologa, assistita, intransigenti direbbero alcuni insomma) e cattolici a favore della contraccezione. La Miriano è contraria agli asili nido? E quindi? Conosco madri che sono contrarie alle scuole e tengono in bambini a casa. È una opinione, Laura, che paura le fa?
      Comunque sia, nel libro, non ho letto che una donna deve stare a casa tre anni in maternità né nulla sui nidi. Ho letto che una donna dovrebbe avere la possibilità di lavorare e stare pure con il suo neonato. Che non mi pare una affermazione fantascientifica.
      Un caro saluto,

      Chiara

      • Grazie per la risposta e per il confronto. Non ho “paura” delle opinioni, ci mancherebbe, sono sempre curiosissima di sentirle, ma mi spaventa la mentalità che certe opinioni possono rivelare, e non leggo volentieri i libri di chi le ha espresse. Forse è un mio limite, non so… Non tutte le opinioni, a mio avviso, sono “difendibili”. Parlo di “violenza ideologica” non certo riferendomi genericamente ai cattolici che esprimono in modo pacato il proprio pensiero, ma in relazione a chi, come Costanza Miriano, afferma che le donne devono essere “costrette a partorire”, che “gli omosessuali sono geneticamente modificati”, che “la mortificazione ci piace perché è per un bene più grande”, che “noi cristiani viviamo in un posto allegro, pulito, ordinato, dove tutto ha un senso. E se gli altri vivono in modo triste, sporco, disordinato e insensato non è che ci arrabbiamo: piuttosto dispiace per loro”. Queste (nella mia personale prospettiva, si intende) sono forme di violenza.
        Per quanto riguarda la questione asili e maternità, l’ho citata solo perché in un suo commento si dichiarava d’accordo con la difficoltà espressa da Miriano di conciliare famiglia e lavoro (e chi non lo sarebbe, del resto?); volevo sottolineare che l’idea “mirianesca” di conciliazione, che prevede madri a casa per tre anni e padri presenti solo come “guida” del nucleo familiare, mi sembra parecchio retrograda, tutto qui.
        Ma proviamo a chiudere con un sorriso… Leggendo il post, la mia prima reazione è stata: “nooooo, la mitica Chiara Beretta Mazzotta che mi elogia la Miriano paladina delle sottomesse nooooo”. Insomma, credo che le reazioni viscerali di alcuni commentatori, tra cui me, siano dettate in buona parte dall’affetto per questo blog e dalla stima per la sua autrice! 🙂 Buon pomeriggio, Laura

        • Laura, ma io penso di fare un lavoro decente qui su BookBlister proprio perché apro un libro e non leggo manco la quarta alle volte. Non voglio sapere chi sia l’autore, non voglio essere influenzata… e io, non sapendo chi fosse la Miriano ho espresso la mia opinione. Non mi hanno mandato il libro dalla casa editrice, la Miriano non mi ha certo chiesto di parlarne. Sono incappata nel pezzo di D e da lì è nato tutto. E ho detto la mia.
          Cerco di essere onesta e libera da preconcetti. E sappiamo tutte e due che la Miriano non parla di sottomissione intesa come assoggettamento, né inferiorità. Esattamente come quando chiedi a un bimbo di obbedire non gli dici “taci, scemo, fai come dico ché non conti un tubo” ma al massimo “fidati di me, ti voglio bene, sei fai così è meglio”.
          Comunque sia, mettiamola così: oltre alle spinte avanguardiste è bene che si siano pure impulsi conservatori. Così come chi guida ha bisogno di una opposizione valida e all’altezza 😉 Ammettiamolo, tutti noi pensiamo di stare nel giusto, pensiamo di avere ragione e discutiamo perché vogliamo sentircelo dire e pure per convincere l’altro a cambiare idea. Cosa che non accade mai, in realtà. (Al massimo finisce a botte!).
          Invece credo che discutere con qualcuno che la vede all’opposto da noi sia una occasione per testare la nostra posizione e acquisire una visuale sul mondo più amplia.

          • Nell’invito alla “mortificazione”, al “mordersi la lingua” e a “fare un passo indietro” io l’assoggettamento lo vedo eccome, ma non voglio più abusare di questo spazio per parlare di cose diverse dai libri! 😉 Concordo appieno, comunque, sul fatto che confrontarsi (o almeno provarci) con mondi anche diversissimi dal nostro sia fondamentale. E da questo punto di vista la lettura è uno strumento preziosissimo.

          • E sulla chiusa, applausi! 😉
            Un abbraccio, Laura. È stato un piacere, davvero.

            Chiara

  • La penso come Antonietta, e sono contenta del tuo intervento su Costanza :)!

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