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Podcast Libri a Colacione Summer Edition 1 luglio 2017

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  • Chiara Beretta Mazzotta
  • 1 Luglio 2017
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BookBlister è un blog che racconta il mondo dell’editoria e la filiera editoriale: i professionisti del settore, i dati del mercato, gli autori e, ovviamente, i libri. Si occupa di parole e scritture. Vuole conoscere meglio gli autori, sapere come hanno cominciato, gli errori commessi o evitati. Cerca anche di aiutare gli esordienti a schivare cialtroni e furbetti e a evitare perdite di tempo. Ciò che ama di più? Leggere e raccontare le storie, e le storie intorno alle storie.

Instagramami

Scriviamoci su? Certo, Scriviamoci su! Nuovo anno, Scriviamoci su? Certo, Scriviamoci su! Nuovo anno, nuovo gioco di scrittura.

Questa volta ti chiedo di aprire un cassetto. Un cassetto in cui tieni tante cose alla rinfusa. 

Bene, estrai tre oggetti a caso: ti serviranno perché dovrai inserirli tutti nel mini-racconto.

Attenzione! Due di questi oggetti li potrai nominare. Il terzo, invece, non potrai nominarlo ma si dovrà capire di che cosa si tratta.

Le regole sono sempre le stesse. Hai a disposizione un commento, quindi lo spazio è limitato.

E hai tempo fino a lunedì mattina alle 8.00.

Buona scrittura!

 #scrivere #autori #storie #scriviamocisu
Contatto, toccante, intatto… quante parole perde Contatto, toccante, intatto… quante parole perderebbero di senso, se non potessimo sfiorarci più? Il 2020 è stato l’anno dei “non”. Un tempo di divieti, di chiusura e di malattia. E non bastano tutti i libri del mondo per fare pace con la morte.

Penso a chi non c’è più, ai programmi mancati. Le storie interrotte, i dialoghi rimasti in sospeso. Lo so, ci sono argomenti più lieti per la fine dell’anno… ma mi conoscete, parlo sempre di ciò che mi preme.

E penso che abbiamo una grande responsabilità: dobbiamo occuparci di noi, delle persone a cui vogliamo bene e di tutti gli altri. Perché, noi, possiamo ancora farlo. Chi in grande, chi in piccolo. E mi piacerebbe immensamente che i propositi per l’anno nuovo fossero persone, cose, luoghi di cui ci prenderemo cura.

Stringo la mano di mia figlia e vedo quanto la vita si adatti e ingegni. Si cresce forti e sani sotto un cielo di stelle ma anche chiusi in casa, giocando su Skype con gli amici lontani. Si cresce grazie ai sorrisi nascosti dalle mascherine, alla forza di una maestra che resta un esempio. Si cresce guardando chi sgobba per qualcosa in cui crede.

Si cresce grazie ai collaboratori speciali – grazie “Chiaras”, grazie Andrea! –, si cresce con i messaggi degli amici, i commenti su Instagram, la presenza nonostante i “non”. Si cresce con le storie, le parole precise, le malattie superate, le sfide vinte e quelle no.

Perciò, caro 2020, sei stato bullo e bizzoso ma ci hai ricordato di avere cura.
Alle volte gli insegnamenti costano cari ma sarebbe ancora più grave sprecarli.

Così lascio i buoni propositi a prendere polvere dentro al cassetto e mi concentro su ciò che ha bisogno di me. Ce la metterò tutta, promesso.

Buon anno a ognuno di voi.
E buoni libri!

Chiara

P.S. Nella foto io e SataNana sabotate da Amelia che ci mette sempre lo zampino! 😂
Ieri mentre incartavo pacchetti e pacchettini in a Ieri mentre incartavo pacchetti e pacchettini in agenzia – a un certo punto, presa dall’entusiasmo, stavo per imballare anche i mobili – ho pensato che quest’anno bullo e bizzoso ci ha tolto molto ma non ciò che proviamo.

Anzi. Ha tirato fuori tutte le emozioni che avevamo cacciato in posti nascosti del nostro io e pure quelle che spesso ignoravamo, presi dalla vita. Ci ha mostrato ciò di cui non abbiamo bisogno e ci ha ricordato quanto alcune persone siano importanti e quanto ci manchino i loro abbracci. 

Perché sono diversi, diversissimi gli abbracci. Alcuni ci lasciano senza fiato; altri sono come il fruscio della seta, leggeri; altri ancora sono morbidi, tanto che ci puoi sparire dentro. 

Io mi sento molto grata oggi, perché ho una famiglia da abbracciare. Ma sono fortunata anche perché ci siete voi. I vostri messaggi, l’affetto, la cura con cui mi seguite. Alcuni di voi sono diventati “amici di smartphone” o, se preferite, di tastiera. E tra un guaio editoriale e l’altro mi raccontate di voi. Dei vostri sogni e delle vostre paure. Per me non è scontato. Per me è speciale.

Perciò buon Natale a tutti voi. E se oggi vi sentite giù, fatevi un regalo: rileggete il vostro libro del cuore. Non puoi sostituire quello di cui hai bisogno, ma puoi nutrirti con ciò che ti fa stare bene. E quando apro un libro che ho amato mi si spalanca il cuore! È un abbraccio anche questo. 

Buoni libri e tanti auguri!

Chiara

P.S. Nella foto potete ammirare la sottoscritta che rischia di strangolarsi con le luci a led...
Scriviamoci su? Scriviamoci su! Nuova settimana, n Scriviamoci su? Scriviamoci su!
Nuova settimana, nuovo gioco di scrittura.

Se scorri, dopo il video, troverai una foto. La sfida? Trasformarla in una scena, in una narrazione. 

Perché un’immagine ferma un attimo, non ci dice che cosa sia accaduto prima o dopo.

Lo scoprirai tu! E lo farai scoprire anche a noi.

Le regole sono sempre le stesse. Hai a disposizione un messaggio, quindi lo spazio è limitato.

E hai tempo fino a lunedì mattina alle 8.00.

Ti chiedo un favore: questa volta, prima di leggere gli altri, scrivi, così da non farti influenzare.

Sarebbe bello vedere quante narrazioni, simili e dissimili, nascono dal medesimo soggetto.

Quindi l’esercizio è doppio: scrivere e farlo senza alcun termine di paragone.

Buona scrittura!

#scrivere #autori #storie #scriviamocisu
Ultimo appuntamento! Stavolta ti chiedo di conclud Ultimo appuntamento! Stavolta ti chiedo di concludere questa storia. La sfida è tosta: chiudere in poche righe. 
Hai tempo fino alle 8 di lunedì mattina. Forza!

Come l’ho scoperto?
 Era sempre stato davanti ai miei occhi, proprio per questo non me ne ero mai accorta. Se la mia vita non fosse andata a pezzi, costringendomi a vendere i ricordi e persino l’orgoglio, non avrei mai cambiato nulla di quella casa. C’era ancora l’odore di mia madre nell’aria, il suo cappotto appeso all’entrata. Solo lei avrebbe potuto nasconderlo lì.
 Non parlo del cappotto. Lei conosceva mio figlio meglio di chiunque altro, meglio di me. E questo non l’ho mai accettato.
 Adesso so perché. Adesso so la verità.
 Avrei potuto fare finta di niente, e continuare come se non fosse successo nulla. Ma Luca adesso aveva bisogno di me, anche se non voleva ammetterlo.
 Sua nonna, mia madre, non c’era più, eravamo di nuovo solo io e lui, come quando appena nato l’ostetrica me l’aveva appoggiato in grembo, e io mi ritrovavo ad amarlo nonostante avessi solo sedici anni.
 E quando lo lasciai alle cure di mia madre, pensai che quest’unione si fosse rotta per sempre.
 Mi appoggiai allo stipite della porta, per la prima volta nella mia vita dovevo andare avanti senza di lei.
 Ma mi sentivo il suo sguardo addosso, la sua voce mi entrava nelle orecchie come un sibilo feroce a ricordarmi che ero io la madre di Luca, non lei.
 E ora che l’hanno portato via per interrogarlo, ora che tutti sanno che lui era lì la sera dell’incidente, non potevo abbandonarlo di nuovo.
 Mi immagino mia madre che quella notte lo fa entrare di nascosto, lui che biascica parole di scusa, che si infila la testa fra le mani e piange. Sa di avere fatto qualcosa di terribile, ma io non farò come mia madre. Non è nascondendo i peccati che l’anima si redime.
 Loro lo hanno sempre saputo. Mia madre mi ha tenuta la verità nascosta per tutti questi anni e ora so che il ragazzo che ho conosciuto io non è quello che credevo essere. Quello non è mio figlio e quella non è mia madre, non la stessa che mi ha fatta diventare la donna che sono oggi.
(Continua nei commenti)
Terza settimana di scrittura collettiva, continua Terza settimana di scrittura collettiva,  continua “Scriviamoci su!”. Il gioco nasce con l’idea di darvi uno spazio tutto vostro per scrivere ma anche per leggere i testi degli altri e condividere(con garbo) idee e suggestioni. 

Stamani ho letto un post che diceva “la creatività non è competizione” concordo, la creatività è espressione. 

E connessione, perché quando crei, comunichi, e puoi toccare le persone in infiniti modi diversi. Puoi estenderti, viaggiare. Mutare forma. Puoi dialogare con le persone, creare un’intimità magica.

Se scorri le immagini, puoi leggere il testo fin qui prodotto. Continua la storia nei commenti (uno solo!).

Hai tempo fino a lunedì alle 8 del mattino. Buona scrittura!

P.S.
Attenzione: ci sono elementi precisi che i diversi autori hanno seminato in questo testo. Usali! Mettili a frutto.

#scrivere #autori #scriviamocisu
Siamo partiti da un incipit di Nadine Gordimer (tr Siamo partiti da un incipit di Nadine Gordimer (tratto da “Storia di mio figlio” traduzione di Franca Cavagnoli, Feltrinelli) avete scritto (oltre 250 brani!) e avete selezionato il brano vincitore di Giovanni Sicurello (bravo, @giosicu!). 

E adesso proseguiamo. Continuate la storia nei commenti (uno solo!).
Avete tempo fino a lunedì alle 8 del mattino. 

Ecco il testo da oroseguire.

“Come l’ho scoperto?
Era sempre stato davanti ai miei occhi, proprio per questo non me ne ero mai accorta. Se la mia vita non fosse andata a pezzi, costringendomi a vendere i ricordi e persino l’orgoglio, non avrei mai cambiato nulla di quella casa. C’era ancora l’odore di mia madre nell’aria, il suo cappotto appeso all’entrata. Solo lei avrebbe potuto nasconderlo lì. Non parlo del cappotto. Lei conosceva mio figlio meglio di chiunque altro, meglio di me.
E questo non l’ho mai accettato.
Adesso so perché. Adesso so la verità.”

Buona scrittura!
Non vedo l’ora di leggervi.

#scrivere #libri #editoria
“Cerco una psicologa forense, avrei bisogno di u “Cerco una psicologa forense, avrei bisogno di una restauratrice... ma dove lo pesco un archivista!?”

Se ti trovi nella situazione di dover scrivere e approfondire un mestiere per caratterizzare meglio un personaggio, questo post è per te!

Raccontaci il tuo di mestiere, potresti essere d’ispirazione per qualcuno. E poi facci sapere che professionista stai cercando. 

È probabile che nella community ci sia e che abbia piacere di aiutarti.

Io rispondo alle vostre domande perché so quanto è bello essere aiutati*. È un boomerang di energia! Provateci 😉

* Per dire, l’idea di questo post arriva grazie a un suggerimento di quel vulcano di @chicklit.italia 🌟
Era il 2007 quando iniziavo a collaborare a un pro Era il 2007 quando iniziavo a collaborare a un progetto che si chiamava BookswebTV, una web tv interamente dedicata ai libri, un’idea pazzesca di Alessandra Casella che aveva un solo difetto: era troppo in anticipo sui tempi. Il web non permetteva di fare ciò che adesso possiamo realizzare con uno smartphone. Ma Alessandra mi ha insegnato che in 30 secondi si possono dire molte cose su un libro.⁣
⁣
Ho portato questa esperienza nello spazio che occupo su Radio 105. Non sapevo fare la radio, non l’avevo mai fatta! Ma, diamine, se ti offrono 5 minuti su un network nazionale per parlare di libri, tu ringrazi e lo fai. E cerchi di imparare a starci, ogni volta che lo fai.⁣
⁣
Ma non ho neppure smesso di girare video. Sbagliati, sbagliatissimi, perché fare la tv su YouTube è stupido. La tv c’è già. Parlavo di libri, cercavo di immaginare dei format… ho anche iniziato a produrre Libri in Taxi, dei contenuti per una matta società che si era inventata un palinsesto per i passeggeri da fruire su un tablet montato nello schienale.⁣
⁣
Parecchio tempo dopo, davanti allo smartphone ho iniziato a parlare di editoria. Facebook stava lanciando i video e mi era parso uno spazio perfetto. La mia collega d’allora era inorridita. Mi stavo rendendo ridicola. La gente seria lavora, mica fa video sui social!⁣
⁣
300 video dopo penso che sia stata la cosa più utile mai fatta. Mi ha costretto a un approfondimento costante, mi ha permesso di imparare a spiegare il mio mondo a chi non è del settore, mi ha aiutato ad ascoltare le persone, ad avere nuove idee.⁣
 ⁣
Oggi lancio un altro kit di sopravvivenza editoriale su @edday.it “Editoria Chiara”. Ci ho messo 120 pagine scritte fitte, infiniti video, ore di montaggio e svariate rogne. Se avessi la macchina del tempo lo consegnerei alla me stessa del 2005 che stava iniziando a lavorare e non sapeva nulla di niente. Visto che non ce l’ho, lo affido a voi. E spero che possa essere un aiuto concreto per fare, come me, qualcosa che amate.⁣
⁣
Buoni libri! Da leggere e da realizzare.
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