A milano si possono vendere libri anche all’esterno dei negozi

A milano si possono vendere libri anche all’esterno dei negozi

Un provvedimento del Comune di Milano consente ai librai di allestire sul marciapiede dei piccoli dehor e vendere libri anche all’esterno dei negozi.

Vendere libri anche all’esterno dei negozi? A Milano, librai e fioristi da oggi hanno qualcosa in comune: potranno infatti esporre sui marciapiedi e vendere anche fuori delle proprie attività; cosa che, peraltro, accade già in moltissime città. Il che significa – pensando ai primi – che non saranno i lettori a entrare in libreria ma i libri a entrare in città e a “occupare” garbatamente i marciapiedi.

Lo ha deciso il Comune con un provvedimento approvato dalla giunta di palazzo Marino. «Una misura» spiega l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani «che vuole essere di stimolo al commercio di vicinato, rivitalizzando il territorio soprattutto nelle zone di periferia della città, ormai quasi completamente svuotate dal cambiamento delle abitudini negli acquisti e nei consumi, sempre più rivolti verso i centri commerciali o gli acquisti on line. Da sempre le librerie rappresentano un punto d’incontro e di scambio di opinioni ed esperienze. Luoghi che l’Amministrazione vuole tutelare e sostenere soprattutto per la loro insostituibile funzione culturale e civica, al di là della mera vocazione commerciale.»

Se vi pare una notizia di poco conto, pensate a quanti fatichino a varcare le porte di una libreria. Soprattutto quelle piccole, dove si rischia di sentirsi a disagio se non si legge di frequente e non si sa bene che cosa chiedere. Perciò per alcuni risulta più semplice addentrarsi in un megastore ma il guaio, in questo caso, è venir schiacciati dal mare di titoli e proposte.

Vendere libri anche all’esterno dei negozi potrebbe essere un invito a fermarsi e a dare un occhio (magari sbirciando quello che c’è oltre la vetrina). Un modo per avvicinare i libri ai potenziali lettori. Il marciapiede si trasformerebbe così in una “terra di mezzo” per permettere a titoli e cover di incuriosire i passanti e far sentire i librai più in contatto con la propria città e chi la vive.

Come funziona l’occupazione di suolo? I librai (e i fioristi) dovranno fare richiesta di concessione di utilizzo del suolo pubblico antistante la propria attività e pagando il relativo canone potranno riempirlo di arredi “mobili” (gli arredi – che non dovranno essere di intralcio alla viabilità veicolare e pedonale, e dovranno garantire il decoro, la sicurezza e l’igiene del luogo – dovranno essere infatti smontabili e rimovibili così da poter essere rimossi al termine della giornata lavorativa). L’occupazione degli spazi potrà essere limitata a determinati giorni e orari e non dovrà essere causa di disturbo a terzi.

E quanto costerà? Sono andata sul sito per il calcolo Cosap e ho ipotizzato di voler occupare il suolo in via Sannio 18 – a Cristina Di Canio de Il mio libro fischieranno le orecchie! – in tutto 4 metri quadrati.

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Calcolo occupazione di suolo pubblico.

Per prima cosa si scegliere la durata dell’occupazione (temporanea o permanente) e la tipologia di occupazione (ho scelto un coefficiente 2). Risultato? La spesa annua sarebbe di 650 euro l’anno. Ne vale la pena? È una buona idea o solo un altro modo per spillare quattrini agli esercenti? Lo chiediamo ai diretti interessati: librai milanesi cosa ne pensate?

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Esempio di costo annuo occupazione di suolo pubblico.

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4 Comments

  • Dico la mia anche se non sono una libraia, ma solo una pettegola.
    Il libraccio sui Navigli, uno dei tre, già lo fa talvolta, e la gente vedo che si ferma, se poi sia gente che comunque entrerebbe non lo so, però l’idea secondo me è molto valida. E’ valida per qualsiasi settore merceologico, perché fuori non si ha l’imbarazzo di entrare (e magari uscire a mani vuote se nulla ci soddisfa), soprattutto come dici tu se il locale è piccolo e magari pure vuoto.
    Poi che io avrei bisogno di una proposta per star lontana dalla librerie è un’altra faccenda.
    Ciao ciao, vado a leggere sfiancata sul divano.

    • E fai bene a scrivere!
      Io penso che aiutare gli esercenti facendoli pagare… sia un aiuto un po’ strano. Ci fossero delle detrazioni per chi rende più bello e utile il marciapiede, ecco, non sarebbe male. Però i libri all’esterno, concordo, un senso lo avrebbero eccome.
      E buoni libri!

      • Certo, ma se non facessero pagare l’occupazione del suolo, chi già normalmente la paga, pensa ai tavolini dei bar, insorgerebbe. Son cose che conosco abbastanza perché mia sorella ha avuto un negozio.

        • Ah certo. Ma mi chiedevo se una libreria – che già fa i salti mortali – può permetterselo. So bene, però, che se un esercizio non funziona, non può certo “salvarsi” grazie a qualche aiutino. Il sistema se non regge, non regge comunque…

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