Tornano i Libri a Colacione, la rubrica di Tutto Esaurito su Radio 105! Questa settimana: Dipende cosa intendi per cattivo di Gaia Rayneri e L’etichettario di Antono Zoppetti.
Vuoi ascoltare la puntata? Ecco il podcast!
DIPENDE COSA INTENDI PER CATTIVO
di Gaia Rayneri, Einaudi, pagine 320, anche in ebook
Tutto inizia quando Costanza e sua madre si trasferiscono nella casa nuova. E Costanza, che è una adolescente – e sappiamo bene che periodo sia l’adolescenza – è proprio nera. È arrabbiata perché questa cosa del trasferimento non l’ha digerita e soprattutto non l’ha scelta.
I genitori ti promettono di non chiederti a quale dei due vuoi più bene, poi si separano e ti fanno scegliere con chi andare a vivere.
Non ha scelto neppure che i suoi si lasciassero, che suo padre fosse quello ancora innamorato e che sua madre interpreti sempre la parte della madre sorridente e positiva che in realtà lotta costantemente con se stessa per non cadere in depressione. E soprattutto non ha scelto che sua madre sia una perfetta icona della donna affetta da sindrome della Crocerossina.
Costanza vorrebbe fare la fisica teorica e ha mille curiosità sullo spazio, il tempo, l’universo e i buchi neri. Ma i dubbi che ha sono anche più terreni… tipo capire perché esiste e quale sia il suo scopo. Nel frattempo, per dare un senso alla propria vita, ha scoperto che per diventare visibile – soprattutto agli occhi della madre – è bene essere buone e fare del bene.
Ed è facile avere delle “cavie” da aiutare, se ti trasferisci in un contesto disagiato in cui, tutti, hanno bisogno di qualcosa. A cominciare dalla sua vicina di casa, Maria Jennifer, emblema del disagio che ha un modo tutto suo di guardare il mondo e rapportarcisi.
“Decidere di fare del bene a qualcuno è una cosa da merde, è molto meglio stargli semplicemente vicino e capire se, per come sei, fai bene o male”.
Questo è un libro che parla di crescita, di equilibri, di imperfezioni e infelicità. Un libro perfetto per chi deve imparare a fare del bene, che significa soprattutto ascoltare le persone e capire se, questo bene, gli serve per davvero o è necessario a te solo per sentirti migliore.
L’ETICHETTARIO
di Antonio Zoppetti, Franco Cesati editore, pagine 256, anche in ebook
L’inglese è tutto intorno a noi! Nella moda, all’interno delle aziende, sui giornali, in tv e, ovviamente, in rete. Usiamo le parole inglesi per comodo, perché oggi si usa così… o perché ci siamo dimenticati tante, tantissime parole italiane.
Cioè è davvero necessario dire crema anti-age? Antietà è scomodo? E door-to-door non sarà mica preferibile a porta a porta. E un agreement è semplicemente un accordo, mentre una community è una comunità…
Sono solo alcuni dei tanti esempi di “disuso” dell’italiano. Il guaio è che se le parole non le adoperi, si impigriscono e si fanno usare sempre di meno. Fino a scomparire dalla nostra lingua.
Il compito delle parole è quello di essere chiare e veicolare in modo efficace un significato. E qui cominciano i guai, perché spesso, quando usiamo termini angloamericani il senso di quelle parole è fumoso. Queste parole straniere vengono usate spesso a sproposito!
Per esempio, millennial che molti adoperano per i bambini/ragazzi di oggi e che invece si riferisci agli adulti nati tra gli anni Ottanta e la fine dei Novanta.
E così anche la nostra comunicazione diventa fumosa. Inefficace. E se parli senza farti capire, perdi tempo. Occasioni. Ma, soprattutto: se non usi parole italiane, significa che stai smettendo di pensare in italiano, e quindi stai perdendo parte della tua identità.
Ecco questo è un dizionario di alternative italiane a 1800 parole inglesi. Ed è illustrato benissimo (da Elinor Marianne), potete sfogliarlo a caso e sfidarvi a salvare, ogni giorno, un lemma dal disuso. Vediamo che effetto fa guardare queste parole, leggerle, sentirne il suono e ridare loro aria e vita.