Sospettosi – Silvia Bencivelli

Sospettosi – Silvia Bencivelli

Basta fare un giro sui social ed eccole: orde di madri che danno consigli per curare i figli. Nutrizionisti improvvisati. Dermatologi 2.0. Persone che gettano discredito sulla scienza. Complottisti che vedono macchinazioni scientifiche ovunque…

Ma non è colpa di internet. La rete ci mostra qualcosa che c’è, senza belletto. La rete, al massimo, è un facilitatore senza (troppi) filtri, perché permette alle notizie di circolare. Notizie, una miriade, che circolano ogni giorno e senza smentite diffondono il verbo della discordia e dell’ignoranza.

E questa quantità immane di dati non solo abbassa la qualità dell’informazione in generale ma livella, cioè sfuma quella che in passato era una linea di demarcazione netta tra chi possiede una professionalità e chi non la possiede. Tra chi possiede il diritto di parlare di un dato argomento e chi no. E, cosa ancor peggiore: sfuma i confini tra chi sa e chi non sa.

E così possiamo vedere lo scienziato che fa un prezioso lavoro di divulgazione che se la deve vedere con il leone da tastiera che vomita teorie strampalate, sostenuto da altrettanti tuttologi. Ed è avvenuto l’incredibile: non sono i nuovi “guru” a dover dimostrare la veridicità delle proprie affermazioni ma è la scienza ad essere costretta a smontare le falsità.

Il guaio? Non è una guerra tra buoni e cattivi né tra ignoranti e sapienti. Perché chi divulga non viene attaccato solo dagli sciocchi. Ci sono persone colte e preparate che sono preda della disinformazione tanto quanto gli ignoranti. Quindi il problema è serio.

L’autrice si chiede insomma perché siamo diventati così sospettosi e fragili, pronti a credere con tanta facilità a teorie strampalate e a guardare con sospetto tutto ciò che è scientifico.

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