Quello che abbiamo in testa – Sumaya Abdel Quader

Quello che abbiamo in testa – Sumaya Abdel Quader

Leggero o pesante, a fiori o in tinta unita… basta un pezzetto di stoffa in testa, per essere etichettabile, classificabile e fuori dagli schemi. Per non soddisfare nessuno. Lo sa piuttosto bene Horra – e il suo nome è tutto un programma, perché significa Libera – che ogni giorno sceglie di uscire di casa con un velo sulla testa.

Lei è figlia di un uomo e una donna sposati per volere delle proprie famiglie ma che, illuminati, sinceri e rispettosi, hanno avuto la fortuna di capirsi, di trovarsi e innamorarsi. E di non lasciarsi mai. È una donna libera, Libera, che ha scelto di portare il velo quando era solo una adolescente, mentre le donne di famiglia erano certe che, prima o poi, si sarebbe stufata…

Stufata non si è mai, lo indossa sempre quando esce e, sempre, quando torna lo ripone con cura in un cassetto dove sono impilati tutti i veli che possiede.

Horra è sposata, ha due figlie, Haana e Zena – una ha scelto di indossare il velo – e lavora come segretaria part-time in uno studio legale. Nel frattempo però scrive la tesi, perché ha deciso di prendersela questa benedetta laurea. Il capo l’ha assunta senza problemi, lei che a trovare lavoro “per colpa del velo” ha fatto fatica. Anche per trovare casa. Ma alle volte basta camminare per strada per essere guardata con sospetto…

Un velo può farti perdere il lavoro, come è successo a Fatima, la donna che si presenta all’associazione di volontariato per cui Horra lavora. Fatima per dieci anni ha lavorato in un albergo come addetta alla reception, è stata addirittura nominata vicedirettore. Finché dopo un viaggio alla Mecca è tornata e ha deciso di indossare il velo. È stata licenziata perché si è rifiutata di toglierlo.

Storie che la protagonista conosce bene, donne che lei e le sue colleghe cercando di aiutare, soprattutto le aiutano a non trasformare il credo e la propria religione in una bolla che imprigiona.

Ma ecco che un giorno un fatto piccolo costringe Horra a interrogarsi sull’immaginario sbagliato che i media e le persone hanno delle donne musulmane. Chi l’aggiusta questa visione? Quali musulmane occupano gli spazi nei media e nei dibattiti pubblici? Come fa la gente a conoscerle nelle loro sfumature?

Leggere questo libro significa scoprire un mondo ignoto che spesso viene venduto come uno stereotipo, impacchettato con tutte le nostre paure e i nostri preconcetti. Scoprirete che Horra e le sue amiche vanno a fare shopping, ridono, si sposano, lavorano, fanno figli, studiano e sono realizzate. Sono un medico, una avvocata, una filosofa, una insegnante e c’è pure l’architetta. Non sono talebane. Horra, le sue figlie, le sue amiche non sono sottomesse né trattate da inferiori in famiglia né fuori, e sì, ci sono anche le musulmane bionde!

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