Scrivo dunque sono non è (solo) un corso di scrittura. È un percorso per dare senso alla scrittura che è un atto democratico, aperto a tutti perché nelle possibilità di tutti.
Scrivere “fa bene, ordina i pensieri, porta le emozioni in superficie e in circostanze particolari può diventare l’unica strategia possibile per sopportare l’insostenibile”. Aiuta a pensare e a vivere, quindi. E lo fa perché ci permette di metabolizzare i fatti indigesti. In un mondo che va di fretta la carta ha orecchie e ci ascolta.
Si dice che per conoscersi sia necessario guardarsi dentro. La scrittura è un modo per portarsi fuori. Diventare concreti, tangibili. Per maneggiarsi, sperimentarsi. E così parole, punteggiatura, l’io narrante prescelto… sono tutti strumenti per parlare di noi. “Scrivere è in fondo dipingere il proprio autoritratto con le parole.”
Ed è pure una occasione per conoscere il mondo: per scriverne tocca guardarlo, facendo un passo indietro, mettendo insomma la giusta distanza tra noi e le cose (troppo lontani siamo ciechi, troppo vicini siamo parziali) “ogni scrittura è un movimento sulla distanza”.
Conoscerci e conoscere ciò che ci circonda: se la scrittura può questo, è un superpotere!
Scrivere è un gesto, è un movimento (ci vuole il fisico, infatti, bisogna essere allenati!) e la narrativa è movimento: show don’t tell, si dice, e per mostrare senza spiegare dobbiamo mettere in azione persone e cose. E anche l’autore è a sua volta costretto a questo muoversi incessante, come uno squalo che senza branchie è obbligato al moto perpetuo per cavare ossigeno dall’acqua. “Scriviamo muovendoci nello spazio, creiamo mondi, allarghiamo significati, ci spostiamo, e ogni volta che lo facciamo teniamo per mano, o siamo i capofila o gli imbonitori, i predicatori, le guide di chi ha deciso di seguirci, di leggerci e ascoltare le nostre storie.”
È una presa di posizione continua scrivere, perché in ogni istante il narratore è obbligato a prendere una decisione per progredire. È un mestiere faticoso che impone la scelta, consapevole, di parole per attribuire il nome giusto alle cose del mondo e ai sentimenti del nostro mondo emotivo. “Scrivere vuol dire materializzare la parola detta, renderla concreta, visibile”. Le parole, se sono a fuoco, si fanno immagine e sono di valore.
Scrivere è faticoso pure perché tocca fare i conti con il proprio egocentrismo. Dobbiamo “sapere di essere profondamente narcisisti (e convivere con questa consapevolezza). Difficilmente racconteremmo storie se non fossimo così”.
Ti porta allo stremo perché “scrivere è un costante stato di innamoramento”. È una faccenda rischiosa, in effetti, perché si può essere corrisposti oppure no. Si può essere felici e appagati per ciò che si è fatto ma la sofferenza e l’insoddisfazione sono dietro l’angolo. Ciò che è certo? Lo scrittore è ossessionato dalle parole, dalle storie e dal raccontarle.
Elisabetta Bucciarelli dà grande peso ai sentimenti, alle emozioni connesse alle parole. Cosa rara, perché di solito l’approccio alla scrittura è più razionale, distaccato e i sentimenti sono visti come pericolosi “alteratori”, una sorta di perturbazione che rischia di annientare l’obiettività dello scrittore. Ma la scrittura riguarda sempre le emozioni ed è uno strumento per riappropriarsi delle parole, per utilizzarle al meglio e trasmettere ciò che abbiamo dentro. Quindi per costruire legami.
Leggendo Scrivo dunque sono scoprirete citazioni, film, cibo, pure il calcio… Troverete indicazioni di scrittura narrativa, le nozioni di base e moltissimi esercizi preziosi per passare dalla teoria alla pratica. E pure i consigli per chi della scrittura vorrebbe fare un mestiere (imperdibili I sette magnifici dell’ultimo capitolo).
Questo non è solo un manuale di scrittura, lo avrete capito, ma dopo averlo letto e dopo aver lavorato con le parole, è probabile che riusciate a scrivere meglio. Quello che è certo? Sarete dei lettori migliori.
Scrivo dunque sono: trovare le parole giuste per vivere e raccontarsi, Elisabetta Bucciarelli, Ponte alle Grazie, p, 205 (15 euro) anche in ebook
3 comments
Siamo sempre di più a voler scrivere e sono sempre meno quelli che leggono. Probabilmente sarebbero più utili corsi di lettura creativa o anche solo di lettura.
Questo è un corso di lettura. Se ti capita, leggilo. Vale davvero la pena (e la spesa).
L’ha ribloggato su carmillaweirdlove.
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