Il tempo è un bastardo

Il tempo è un bastardo

Cominciò come al solito, nel bagno del Lassimo Hotel. Sasha si stava ritoccando l’ombretto giallo davanti allo specchio, quando sul pavimento accanto al lavandino notò una borsa, probabilmente della signora che sentiva fare pipì piano piano da dietro la porta modello caveau di uno dei gabinetti. Dal bordo della borsa, appena visibile, spuntava un portafoglio di pelle verde chiaro. Per Sasha fu facile rendersi conto, ripensandoci poi, che a provocarla era stata la fiducia cieca della donna: Viviamo in una città dove la gente ti ruba anche i capelli dalla testa, se solo gliene dai occasione, e tu molli la tua roba in bella vista aspettandoti pure di ritrovarla quando torni? Le aveva fatto venire voglia di darle una lezione. Ma quel desiderio camuffava solo in parte la sensazione più profonda che Sasha aveva sempre: il portafoglio, gonfio e morbido, che si offriva alla sua mano. Sembrava così banale, così terra terra lasciarlo lì senza cogliere l’attimo, accettare la sfida, fare il salto, tagliare la corda, fregarsene della prudenza, vivere pericolosamente («Sì, ho capito», disse Coz, il suo psicologo) e prenderlo, quel cazzo di portafoglio.
«Cioè rubarlo».
Stava cercando di spingere Sasha a usare quella parola, più difficile da evitare nel caso di un portafoglio che in quello di molte altre cose da lei rubate nel corso dell’ultimo anno, da quando la sua patologia (così la chiamava Coz) aveva subìto un’accelerazione: cinque mazzi di chiavi, quattordici paia d’occhiali da sole, una sciarpa da bambino a righe, un binocolo, una grattugia per il formaggio, un coltellino, ventotto saponette, ottantacinque penne, da quelle a sfera da due soldi con cui firmava le ricevute della carta di credito alla Visconti color melanzana che aveva rubato all’avvocato del suo ex datore di lavoro durante una riunione contrattuale. Nei negozi Sasha non rubava più, le loro merci fredde e inerti non la tentavano. Solo alle persone.
«Ok», disse. «Rubarlo».

Il tempo è un bastardoJennifer Egan, traduzione di Matteo Colombo, Minimum Fax, p. 350 (18 euro)

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6 Comments

  • ho letto la recensione,mi sarebbe piaciuto ascoltarla,non si sente niente o pochissimo,ho alzato tutto il volume ma l’audio è bassissimo,che dipenda dal mio amico?ho l’orecchio vicinissimo ma ci sento basso basso,comunque è un idea favolosa mi piace tantissimo complimenti ,brava Chiara,spero di ascoltarti presto.

  • Marinella, ciao, eppure io lo sento… che strano!
    Farò dei controlli. Un bacio e grazie mille per la segnalazione! Chiara

  • non si sente quasi nulla!

  • ciao oggi ho sentito benissimo un pochino basso ,ma si sente bene anche cosi,se non si puo fare di piu,è bello sentire, ascoltare la recensione, complimenti è stata un idea fantastica.

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