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Parole di cuore

La salute non si misura solo in base allo stato fisico. Mente, anima e cuore dicono la loro. Sempre.

C’è qualcosa che cura ogni millesimo del nostro essere, Io compreso. Aiuta a crescere. Favorisce la consapevolezza e promuove il cambiamento.

Una esperienza che gratifica ancora prima di essere intrapresa. Che coinvolge tatto, olfatto, udito… gli occhi scelgono, le mani soppesano e i polpastrelli saggiano. Le orecchie interpretano il fruscio, il naso riconosce il nuovo da ciò che è antico e pure polveroso.

Sto parlando di un antidoto, potente, contro la noia e l’assenza di scopi. Quel progressivo scollamento dalla vita che è il lasciarsi andare.

Pensate a un architetto: qui si tratta di edificare mondi e questo predispone al “possibile”. Ogni storia ci permette di vivere altre vite e “moltiplicare per mille la tua” come dice Arturo Perez Reverte nel suo romanzo La regina del Sud.

Leggere – parlo di questo – è una chiave per dare significato a ciò che ci accade. I personaggi, il materiale umano che ci regalano, anche se sulla carta, sono una occasione per istaurare delle relazioni.

Leggere è un rimedio contro la solitudine. Una malia per crearci un’altra vita, più soddisfacente, più avventurosa… pure per “scaricare” rabbia, perché il cattivo sulla carta ci regala il brivido di essere ingiusti, scorretti, persino crudeli. Leggiamo e riscriviamo la storia, fatichiamo, ci ingegniamo. Siamo attivi. Giochiamo. Non è affare per oziosi, è un “fare”. Richiede un corpo allenato e ci mantiene in allenamento.

C’è qualcosa però di ancor più potente: è il lusso di ascoltare qualcuno che legge per noi. Qualcuno di più autorevole della sottoscritta potrebbe precisare che aiuta lo sviluppo psicofisico, stimola la fantasia, arricchisce la memoria, favorisce lo sviluppo del linguaggio, promuove le capacità cognitive. Riduce lo stress da ricovero, l’isolamento. Un gruppo di lettura spinge alla socializzazione e al confronto. Permette di condividere, mettersi in relazione, trovare – attraverso le parole di una storia – quelle per esprimere le proprie emozioni.

Adesso pensate a tutto quello che ho detto e pensate a un bambino che è in ospedale e sta facendo del suo meglio per guarire da un tumore. Pensate al tempo che per lui è prezioso e deve essere “vita”, la migliore possibile. Non paura, solitudine o noia.

Grazie a Parole di Cuore Satisfiction, in collaborazione con ZeroConfini Onlus, gli scrittori diventano lettori volontari. I bambini ricoverati all’Istituto dei Tumori di Milano – dal 10 aprile fino a novembre – ogni giovedì mattina riceveranno una visita speciale: qualcino venuto apposta per raccontare loro una favola.

«Perché la lettura è, al pari del gioco, un bellissimo momento per alleviare il tempo sospeso dei bambini (…) può essere l’occasione di un incontro felice, di un’esperienza inedita» dice Gian Paolo Serino, promotore dell’iniziativa arrivata alla sua seconda edizione. «Il dovere di una società civile è anche quello di moltiplicare le occasioni di simili incontri, anche nelle situazioni meno augurabili, nella speranza che Parole di cuore possa essere riproposto in altre città, in altri ospedali, per altri bambini.»

Il libro è esperienza, è un modo meraviglioso per fare pratica della vita. Per mantenere radici solide nel mondo. Per amare ed essere amati, perché le parole per loro stessa natura mettono in contatto le persone e, se scelte con cura, sono una carezza.

Oggi, alle ore 18 alla libreria Feltrinelli di Piazza Duomo, a Milano, ci sarà una grande festa con i Primari dell’Istituto, gli scrittori e giornalisti che hanno aderito alla prima e a questa seconda edizione. Non mancate!

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1 comment

sandraellery 08/04/2014 at 14:01

La parola tumore spaventa sempre, a ragione, ma abbinata alla parola bambino non si dovrebbe vedere mai, e ti induce a pensare che il grande mazziere si sia distratto un po’ troppo, senza voler essere blasfema. Avevo letto di questa iniziativa e ho guardato quali scrittori hanno aderito. Bello esserci sta sera, tra le guglie. Forza bimbetti!

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