BookBlister
Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2015,
Numeri e dati

Come se la passa il libro? I dati del 2014 e dei primi mesi del 2015?

L’Aie pubblica il consueto rapporto sull’editoria italiana: ancora di segno meno i dati in un Paese di non lettori, dove la politica si disinteressa della questione lettura e la cultura non sa investire i fondi. 

«È arrivato il momento di smetterla con i proclami d’amore per il libro e la lettura che non si traducono in azioni serie ed efficaci» a parlare è Federico Motta presidente Aie dalla Buchmesse, la fiera del libro di Francoforte. In effetti, se si considera che il Centre national du livre in Francia ha un budget di 33milioni di euro mentre il nostro (faccio un respiro) Cepell alias Centro per il libro ha solo 1milione (che usa male), si capisce il diverso trattamento riservato ai libri e alla cultura nel nostro Paese (se gradite deprimervi, confrontate il sito francese con quello italiano).

Il nostro Paese si distingue pesantemente anche per il numero di non-lettori e la distribuzione dei suddetti nelle diverse fasce della popolazione. I dati Istat dicono che i non lettori tra “dirigenti, imprenditori e liberi professionisti” sono il 39%. E il confronto con i vicini  è impietoso.

La non lettura a confronto

Veniamo ai dolori, cioè i dati. Il 2014 è ahimè ancora caratterizzato dai segni meno. Il fatturato del mercato del libro scende a quota 2,6miliardi di euro (con una flessione del -3,6% sull’anno precedente). Stupisce il dato sui prezzi di copertina, in calo sia per i libri di carta (-6,4%) sia per gli ebook (-6,1%) al netto dell’Iva. L’obiettivo, sempre secondo Motta, sarebbe sostenere la lettura e favorire la nascita del mercato digitale. Cosa che ai più pare pura fantascienza con cartacei (spesso di autori esordienti o poco noti) a 16-18 euro ed ebook a 8-10 euro.

Cala la lettura di libri di carta ma cresce quella di ebook: nel 2014 sono 5 milioni (l’8,7% dei lettori di libri) i lettori digitali, nel 2011 erano 1,1milioni e nel 2013 1,9milioni. Il dato interessante: chi legge tende a sfruttare un mix di formati. Se il 69% degli italiani dichiara di leggere solo libri di carta e un 1% solo ebook, in mezzo troviamo un 32% di persone che vuole poter scegliere come comprare (in libreria o in mobilità) e su quale formato leggere (carta o schermo).

Diminuiscono i lettori deboli (-6,8% nel 2014), un po’ meno quelli forti (-0,4% quelli che leggono un libro al mese). La popolazione femminile continua a leggere più di quella maschile (48% vs. 34,5%) ma legge meno (-2,4% nel 2014), lo stesso accade nei giovani che frequentano la scuola. Tra 2013 e 2014 si perde il 17,7% di lettori tra i 6 e i 19 anni.

I libri si comprano prima di tutto in libreria (indipendente e di catena), si è però passati dal 78,6% al 71,3%. Le librerie a conduzione familiare calano dal 38,8% al 30,7% (ma il cambiamento incorpora anche il fenomeno del franchising). L’e-commerce di libri fisici dal 5,1% del 2010 è passato al 13,8% nel 2014. Calo a due cifre invece per la Grande distribuzione (supermercati, ipermercati eccetera), soprattutto per la carenza di best seller e la maggiore attenzione delle famiglie alla spesa.

Uno sguardo ai primi sei mesi del 2015 ci dice che sono 2milioni i libri venduti in meno (per la precisione 2,156milioni in meno) e il fatturato è di 15,8milioni di euro in meno rispetto al 2014. Sono 30.961 i titoli pubblicati titoli dei primi (erano 25.521 nei primi sei mesi del 2013). Che non è un buon segnale, visto che si pubblica di più soprattutto per tentare di realizzare gli obiettivi e non certo per un intento di incrementare la proposta. Tra gennaio-giugno 2014 e gennaio-giugno 2015 crescono del 50%  i titoli ebook.

Andamento del mercato del libro nel 2014«Quest’anno abbiamo lanciato #ioleggoperché, un tentativo – che ci sembra riuscito, per quanto sempre migliorabile – di combinare social media, eventi dal vivo e media tradizionali per promuovere i libri» ha dichiarato Motta. «Ci saremmo aspettati entusiasmo: offerte di collaborazione o al limite desiderio di competere, investendo altrettanto in una sfida a fare meglio. Niente di tutto questo. Invece che aumentare, i fondi per la promozione del libro diminuiscono».

Affermazioni queste che hanno del comico involontario! Entusiasmo? Tra volontari, librai, bibliotecari, messaggeri, lettori, scrittori… direi che di entusiasmo ce ne è stato parecchio. E, francamente, non avrei elargito fondi a una iniziativa che di soldi ne ha sprecati anche troppi, senza un minimo di progettualità: il solito evento per dire “noi facciamo un sacco di cose, gente” per poi continuare a non fare alcunché.

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13 comments

sandra 14/10/2015 at 21:44

Oh, mi fanno sempre tanto male queste conferme!

Barbara 15/10/2015 at 16:09

Bollettino di guerra dalla Siria?
Ah no, i dati di lettura e vendita…. -.-

Barbara 15/10/2015 at 16:27

“…si capisce il diverso trattamento riservato ai libri e alla cultura nel nostro Paese.”
Purtroppo è un cane che continua a morsicarsi la coda. Le nostre istituzioni non investono in cultura, perchè se il popolo italiano dovesse acculturarsi troppo (e darsi una svegliata) le stesse istituzioni sarebbero rimesse in discussione.

“I dati Istat dicono che i non lettori tra “dirigenti, imprenditori e liberi professionisti” sono il 39%. ” Il tempo è denaro, leggere costa tempo, quindi costa denaro.

La scorsa settimana un laureato con lode in ingegneria ha dichiarato che questa frase “Alcuni vedono le cose come sono e dicono perché? Io sogno cose non ancora esistite e chiedo perché no?” è come la corazzata Potëmkin.
Non sapeva essere una citazione di George Bernard Shaw, riutilizzata in campagna elettorale da R.F.Kennedy. Nè aveva capito il “trucco” dell’uso della citazione nel contesto della ricerca del WHY aziendale (il nuovo guru PNL Simon Sinek ed il suo metodo “Start With Why”) nell’originale frase inglese (“You see things as they are and ask, “Why?” I dream things as they never were and ask, “Why not?” “)

E queste sono le persone che stanno per prendere in mano le redini dell’industria italiana….Da far rabbrividire pure Stephen King.

El cugino del P... 16/10/2015 at 17:20

Non sarà forse proprio questo tuo atteggiamento da professorina e far scappare a gambe levate il prossimo tuo come te stessa magari intenzionato, poverino, a dare udienza a un tuo ragionamento, ma giustamente spaventato da tanta sventolata saccenteria?
on amore
😀

Barbara 16/10/2015 at 17:30

…chi è che avrei fatto scappare io?? 😀
Il problema signor cugino è che quando un’azienda chiude e ci sono 200 famiglie in rovina…per colpa della mancanza di giudizio dei suoi dirigenti…che non studiano, non leggono e nemmeno fan gavetta…non so lei…ma io m’imbestio da morire.
allora si che vorrei essere un vampiro e squarciarli per bene…
con altrettanto amore 😀

Chiara Beretta Mazzotta 16/10/2015 at 17:34

Cercate di non amarvi troppo che siamo in fascia protetta. 😉

El cugino del P... 16/10/2015 at 18:06

Quante certezze convintamente ribattute…………………

Barbara 16/10/2015 at 18:24

A dire il vero ho il dubbio che sia tutta colpa dei rettiliani, in effetti…….
O forse dell’inversione dei poli terrestri……….
E se fosse la legge del 3 wicca??
Uhm….

El cugino del P... 16/10/2015 at 17:28

Numeri tristi chiarissimamente esposti, anche se il confronto con l’estero m’ha sorpreso: credevo infatti che tra noi ed i cugini d’oltralpe ci fossero voragini, a dividerci, e non solo tanti, tantissimi numeri… 🙂

Molto più sconfortante sarebbe capire se il trend negativo apparentemente senza freni che coinvolge lo stivale vale anche per il resto del mondo… Qualcuno mi dica di no… 😉

Chiara Beretta Mazzotta 16/10/2015 at 17:30

Mah, in Spagna hanno appena dato 601mila euro a uno scrittore… in Africa ci sono premi ed eventi culturali ogni mese. L’Australia ha ottime stime di lettura. Siamo solo noi, come cantava Vasco 😉

Barbara 16/10/2015 at 17:36

Tenendo conto che la tabella sopra confronta dati da campioni di diverso rango. Per l’Italia è ancora peggio: una stima su 54.000 individui contro il 1.013 della Francia, e partendo dai 6 anni contro i 15 (quindi noi comprendiamo anche le letture d’infanzia immagino, loro le escludono).

Chiara Beretta Mazzotta 16/10/2015 at 17:46

Sì, loro le escludono. Se confrontiamo il mercato dei nani, ci surclassano anche lì.

El cugino del P... 16/10/2015 at 18:10

Va beh, exploit a parte, la tendenza qual è? I numeri calano anche all’estero oppure no?

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