Viola Amarelli – Le nudecrude cose e altre faccende

Viola Amarelli – Le nudecrude cose e altre faccende

Le nudecrude cose e altre faccende di Viola Amarelli per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” di Elisabetta Bucciarelli che ci suggerisce di prestare attenzione alle forme conosciute.

Viola Amarelli, Le nudecrude cose e altre faccende, L’arcolaio,
Autore: Viola Amarelli
Casa editrice: L’arcolaio
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(crescendo)

Il ghirigoro che al finestrino
lascia la pioggia in viaggio
sporco rappreso splende,
altra scia non sottende.
Sta diventando grande
non casca più in trappole per gonze.

So che tra le pagine di questo libro ho scoperto una strada poetica personale, una precisione nuova e un immaginario che a tratti si sovrappone al mio e credo potrebbe anche al vostro. Succede quando leggiamo poesie, di ritrovare immagini pescate dal fondo con l’ecoscandaglio delle parole ben usate, e per chi ha voglia di allargare il senso del suo quotidiano, questa minuscola assenza di respiro è vitale. Viola Amarelli inizia la sua raccolta poetica con un esergo di Antonio Porta: Non mi sono mai appagato di una forma, ho sempre cercato di provocarne molte. Una spinta a osare libertà. Prima però, è d’obbligo elencare le forme conosciute, le nudecrude cose per esempio, che sono tante e invitano a muoversi, sanno adattarsi con impercettibili variazioni, più non le guardi più spiazzano. (È vero)

Le pagine sono piene di suggerimenti e attitudini alla vita e al dopo-vita (andate a pagina 78 appena avrete il libro tra le vostre mani e ci ritornerete spesso).
Un’idea è nella poesia proposta, tra le più immediate.
Prendere esempio dal ghirigoro che lascia la goccia di pioggia sul finestrino della macchina. Ne abbiamo fissati tanti e tanti sono ancora lì ad aspettare il nostro sguardo. Lui, il ghirigoro, non casca in trappole per gonze – o gonzi – si ferma senza lasciare altra scia. Si ferma dove deve.

Chissà noi.
Farsi ghirigoro d’acqua, magari, potrebbe essere una possibilità di crescita. O una scelta. La prossima volta che succede, proprio quella cosa lì che ognuno di noi sta pensando, proviamo a scivolare con la nostra forma, non un’altra. L’unica.

Acquistato con cinque giorni di attesa alla Libreria del Convegno

Viola Amarelli, campana, ha esordito con la raccolta di poesie Fuorigioco (2007), seguita dal monologo Morgana (2008), dal poemetto Notizie dalla Pizia (2009), Le nudecrude cose e altre faccende (2011), dalle prose di Cartografie (2013), dalle poesie di L’am-basciatrice (2015) e, in veste di coautrice, La deriva del continente (2014) e La disarmata (2014). È presente in numerose antologie, riviste cartacee e on line, alcuni suoi testi sono stati tradotti in Germania. Cercatela su Nazione Indiana e date un’occhiata al suo lit blog Viomarelli.

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