Trattato di economia affettiva – Paolo Nelli

Trattato di economia affettiva – Paolo Nelli

I ricordi non sono affatto sfuocati. Confusi, magari, e di certo imperfetti. La colpa non è della nostra memoria ma del fatto che registriamo come ci sentiamo quando accadono certe cose, non semplicemente ciò che ci è accaduto.

Non si può programmare la sua percezione delle cose che ha intorno, la maniera in cui diventano parte di lui, diventano memoria, e quello che a lui resterà di questo giorno d’asilo è la sensazione di uno stato d’animo che sentirà il più vicino al suo modo di essere.

È tesse una trama il narratore di questa storia, cuce insieme l’Italia del boom economico, gli anni Settanta, e ce li mostra attraverso gli occhi, non di chi ha cavalcato questa piccola età dell’oro, ma da chi faceva parte degli ingranaggi della macchina.

Incontriamo così Nello e la sua famiglia.  Il papà Gabriele fa l’operaio (come tutti i suoi parenti) e mamma Filomena fa con quel che ha, pochissimo, ma riesce a farcela e a tirare su ben sei figli: sani, puliti anche se non con i denti dritti.

Nello si svela anche a partire dagli oggetti che hanno segnato la sua infanzia: un soldatino – che poi è un cowboy con il lazo – un album di figurine mai finite, un Mars anche quello da condividere… gli amici, la scuola, la colonia.

Filo che tiene assieme tutto è di certo la privazione, il dover fare i conti con il “non poter avere”. La povertà non è che ti renda migliore o più profondo ma ti regala senza dubbio uno sguardo sul mondo diverso, perché il modo lo osservi da un punto di osservazione diverso. Una povertà che finisce per definirti e segnarti anche da adulto.

La sua, come quella di sua madre, è un’onnipotenza al ribasso. Dal basso noi comprendiamo tutto. nessuno può davvero comprendere noi. Nello sa che la prospettiva è erronea.  (…) Ma per potersi mettere alla pari con gli altri deve combattere.

Ci sono tanti buoni motivi per sorridere e ridere in questo libro ma poi, a tradimento, ci si commuove. Curioso è che questa vicenda così personale, così legata alla memoria del protagonista sia in realtà universale tanto da sollecitare nel lettore una pioggia di ricordi. Riscriverete, leggendolo, un po’ la vostra biografia. E sarà come ascoltare ed essere ascoltati. Un ritrovarsi e uno scoprire. Una bella sorpresa.

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