Orrore – Pietro Grossi

Orrore – Pietro Grossi

Il protagonista di questa storia ci racconta (in realtà lo sta raccontando a suo figlio) di quattro amici che non si vedono da un po’ di tempo. Una occasione lieta e andrebbe tutto bene, se solo…

Vivono a New York, Il protagonista e sua moglie, hanno da poco avuto un bambino. E sono in Italia per le vacanze di Natele. Ma ecco che Diego e Lidia, gli raccontano una storia, una storia strana.

Stavano per lasciare la casa che affittavano in campagna e vicino a questa c’è una casetta abbandonata. Quella sulla quale tante volte hanno fantasticato, che avrebbero volentieri comprato e ristrutturato… e la sera prima di andarsene Diego, spinto dalla curiosità si introduce nella casa.

C’è sporco, cose ammassate e abbandonate, polvere ovunque… no, non ovunque. I accorge infatti che c’è un tavolo, lindo, sopra questo tavolo un giornale e una tazza di caffè che sembra stata usata da poco. Alcuni punti della casa sono puliti, pulitissimi e spiccano in tutta quella sporcizia. C’è un disegno sul frigo, il disegno di un bambino. Al piano di sopra, nel bagno, ci sono forniture ospedaliere, forse cose necessarie per delle trasfusioni e della soda caustica…

E poi ci sono loro. Le maschere. Una al piano terra e una al piano di sopra. Inquietanti, demoniache.

Eccomi dunque, innanzi alla grande prova: lontano da casa, al freddo, in un inospitale paesino sperso nei boschi, di fronte a una storia grigiastra e con tutti i buoni motivi per andarmene, sarei invece rimasto, e avrei atteso.

Sembra una di quelle storie dell’orrore che racconti davanti al fuoco. E resterebbe tale se Diego e Lidia non mostrassero ai loro amici le foto di questa casa

abbandonata. E così ecco che il mistero piomba prepotente nella vita del protagonista.

È uno scrittore il protagonista e non può che farsi affascinare da questa storia. Non può non avere il desiderio di saperne di più. Ed è per questo motivo che deciderà di rimanere per fare delle ricerche. Ed è così che aprirà la porta dell’orrore. Che è male senza volto, è l’oscurità, sono le paure che albergano dentro ciascuno di noi.

Pietro Grossi sceglie gli archetipi dell’horror per dare corpo alle inquietudini esistenziali del protagonista e raccontare gli angoli bui che abitano in ciascuno di noi. Alcuni polverosi, alcuni apparentemente limpidi, altri caustici e deleteri.

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