Maria Pia Quintavalla – TortePoesia

Maria Pia Quintavalla – TortePoesia

Maria Pia Quintavalla per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” di Elisabetta Bucciarelli che oggi si chiede come ci si possa sentire a essere sottomarino a se stesso.

TortePoesia, edito da New Press edizioni
Autore: Federica Camperi, Monica Molteni, Paola Pioppi
Illustratore: Sara Caspani
Casa editrice: New Press
Compra adesso

Maria Pia Quintavalla

Conca e albero, volontà e

Conca e albero, volontà e
firmamento nelle sue volute navigano
le mie navicelle

non so se accese
nella discesa libera infinita
sottomarini a noi stessi.

Dolce nero di ciglia primo nome
dell’alba stessa ruota bagnata
cani non sentono e mano non teme.

Solo i cuori spinti un attimo
da sonno cieco e dolce ciglia –
Aprono l’alba.

Sottomarini a noi stessi. Ci sono delle immagini proposte dai poeti che non riusciamo a capire, non fino in fondo almeno, eppure sentiamo qualcosa, ci sembra di cogliere ma non tutto, non completamente, ma sì, ci sembra di aver capito, ma poi no, loro rimangono lì, a guardarci. Di nuovo buio, niente, ancora buio. Chiedono forse altra cultura, altro sapere, una sensibilità diversa dalla nostra, una differente predisposizione a sentire, un’illuminazione o gli occhi blu i capelli neri, proprio quelli che in quel preciso momento (o per sempre) non possediamo.

Questa poesia per me è così. L’avevo già incontrata in uno dei bei libri di Maria Pia Quintavalla, mi era sembrata persino diversa ed ero rimasta lì a chiedermi come ci si possa sentire a essere sottomarino a se stesso.

Prima però c’è una discesa libera infinita, che se fosse semplicemente eseguita in apnea, essendo senza fine, porterebbe a morte sicura, ma ecco arrivare lui, il sottomarino dove si sta più comodi, si respira, si mangia e ci si guarda intorno, riemergendo talvolta, e quindi sì, credo ci si possa sentire bene in profondità e all’asciutto. Arrivo qui e poi mi chiedo ancora: ma sottomarino a me stesso, come si fa? Non lo so come si fa ma l’idea di restare in compagnia di questa (forse) metafora mi rende inquieta e al tempo stesso vedo la luce, mi sembra di percepire uno spalancamento di possibilità. Mi emoziona. Non arrivo alla soluzione eppure sono quasi contenta.

Intuisco che esista altro di noi da scoprire se solo riuscissimo a diventare sottomarini a noi stessi. Sarebbe bello capire come si possa fare proprio in modo preciso. Ma anche non capirlo del tutto è un bene, perché non sempre si sta meglio dopo aver capito tutto. Talvolta il solo atto di immergerci può aiutare (sott’acqua o in un libro, al cinema o in una foresta).

Questa poesia è inserita in un libro di 45 ricette dolci miscelate con 20 poesie, tutte scritte da donne scelte da un uomo. Lo scopo è benefico, il ricavato delle vendite verrà devoluto a due associazioni che offrono sostegno alimentare a chi ne ha bisogno e sono: il Banco di Solidarietà Como e l’Associazione Incroci.

Il libro TortePoesia, edito da New Press edizioni, mi è stato regalato da un’amica di cui mi fido, le 40 ricette sono di persone che sanno cucinare (ci sono torte “collaudate”, torte estetiche, e torte fatte con gli avanzi), le illustrazioni, che nei libri di cucina mi piacciono più delle fotografie, sono di Sara Caspani.

Su Maria Pia Quintavalla trovate tutto qui.

Articoli suggeriti

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *