Erri De Luca – L’ospite incallito

Erri De Luca – L’ospite incallito

Erri De Luca per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” di Elisabetta Bucciarelli che oggi invoca il nostro senso di responsabilità, c’entrano gli alberi e pure gli scrittori…

Erri De Luca, L’ospite incallito Einaudi
Autore: Erri De Luca
Casa editrice: Einaudi
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Un bosco
L’amante incide l’albero con le iniziali,
traccia col ferro un cuore.
Ma il libro che scrivo sul quaderno
è cellulosa uccisa da una motosega,
la copertina è polpa di conifera abbattuta.
Scrittore, pianta un albero per ogni nuovo libro,
restituisci foglie in cambio delle pagine.
Uno scrittore deve un bosco al mondo.

Vanno di moda i boschi. Temendo un’invasione di massa (non solo letteraria) mi dico: meglio i boschi delle autostrade.

L’altra sera ho visto una trasmissione che testava la qualità di quattro alberghi sparsi per il Trentino. Uno di questi si distingueva per la passeggiata con abbraccio degli alberi.

Imbarazzanti abbarbicamenti di esseri umani alle povere conifere con conseguenti frasi new age del tipo ho percepito il fluire dell’energia della Madre Terra e mi sono finalmente sentito amato.

Ma certo, ognuno fa i suoi viaggi mentali e fisici, è bello così, resta il fatto che non siamo del tutto sicuri che gli alberi apprezzino, piuttosto subiscono senza opporre resistenze visibili.

Comunque non è solo lo scrittore ad avere un debito con i boschi, una sedia o un tavolo o la cornice di un quadro, una matita un tagliere il manico dei coltelli… case in legno, legno nei camini, c’è almeno un albero morto in ogni nostra casa. Sì, morto. Non cresce più, non respira più. Mi sto guardando intorno proprio in questo momento e lo sconforto sale. Ditemi che succede anche a voi… che sentite il fluire dell’energia degli alberi morenti nell’ambiente in cui vivete.

Questa poesia è assolutamente inutile ma fornisce un’indicazione precisa. Ogni cosa che facciamo nella nostra vita produce vittime, piccola o grande morte, qualcosa che viene esclusa per qualcosa che viene scelta. Qualcosa continua a vivere qualcosa si secca. Soffoca. Muore.

Le nostre parole in cambio di uno o più alberi, per esempio. Ne vale la pena? Con un’amica, qualche tempo fa, abbiamo scritto uno slogan: salva un albero, abbatti uno scrittore. Mentre ne sorridevo ho cominciato a pensare alla leggerezza con cui ogni giorno riempio paginette di appunti e compro libri e blocchetti e matite e… che buono il profumo della carta… tutto questo invocando lo stato di necessità. Ne vale veramente la pena? Uno scrittore deve un bosco al mondo, quindi potrebbe iniziare a piantare alberi, anche sul balcone: fatto; leggere preferendo gli ebook (mancano le versioni ebook di molti libri): sono scuse, lo farò; usare meno la stampante: posso ancora migliorare; ridurre l’acquisto di carta non riciclata: ci provo; utilizzare tutti i quadernini non scritti prima di acquistarne altri (che eresia): niente da fare non ci riesco ma prometto di impegnarmi in futuro. Forse ci sono altri modi più valorosi di salvare i boschi, ho qualche idea in proposito, mi consulterò con Erri De Luca, per il momento invoco il senso di responsabilità (editori di poesie e di tutto il resto, fate anche gli ebook dei libri che pubblicate) e il rispetto per le creature vegetali (non strappate i fiori quando fate le passeggiate e lasciate in pace spiritelli, elfi, presenze sottili, occhi del bosco, gnomi e piccole fate, soprattutto).

Erri De Luca, L’ospite incallito, l’ho acquistato alla libreria Livres et Musique di Champoluc, in Valle d’Ayas.

La biografia di Erri De Luca la trovate al sito della sua fondazione che merita senza dubbio una visita.

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