Filippo Strumia – Pozzanghere

Filippo Strumia – Pozzanghere

Filippo Strumia per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” di Elisabetta Bucciarelli che oggi se la vede con le certezze a vanvera e la fragilità del prossimo (e la nostra fragilità?).

Filippo Strumia Pozzanghere Einaudi
Autore: Filippo Strumia
Casa editrice: Einaudi
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Siamo atomi migranti,
siamo istanti, frantumati
nelle bocche dei giganti.
Siamo polvere di tempo,
lieve architettura
nenie brevi e cantilene.
Unghie rudimentali,
vene d’ancestrali corpi,
sconosciuti e ricomposti.
Comprende un solo dito
moltitudini di popoli,
dèi meravigliosi
e provvisori niente.

Dèi meravigliosi e provvisori niente. Ecco.

Dobbiamo ricordarci soprattutto di essere provvisori niente. La poesia di oggi parla di noi, di tutti, che siamo una povera umanità, nessuno migliore di nessuno. Più fortunati di altri certamente sì, nenie brevi e cantilene, in tutte le lingue del mondo. Per questo ricordarsi che la fragilità del prossimo potrebbe essere in qualsiasi momento anche la nostra, dei nostri figli, nipoti, dei padri e delle madri anziane, dei malati, degli infermi degli estranei-stranieri, ecco, ricordarsi di questo ci renderebbe sicuramente più consapevoli del nostro stato di atomi migranti, meno dèi, glorificati dal nostro piccolo consenso, dalla nostro sentirci migliori, nessuno escluso.

Siamo dei provvisori niente, appunto. Leggere le Pozzanghere di Filippo Strumia fa bene all’anima. Di questi tempi pieni di certezze a vanvera, rivendicazioni, lamentazioni, cattiverie, maldicenze (oh quante!), reciproci consensi, brava qui e brava là, bravi noi e cattivi voi, sapere che:

Non puoi dire pane al pane
senza grano e corvi neri

come è scritto a pagina 8, ci aiuta a spostare lo sguardo da qui a lì (purché il non sia solo una scusa per ritornare al qui, a parlare di noi ballerini sulle macerie e attraverso le disgrazie altrui, per differenza, stabilire la nostra altezza, come siamo profondi sensibili e capaci di giudicare)… allora meglio i gattini che ormai, domati e non più selvaggi, sono in tutte le case dei buoni del mondo.

Il libro di Filippo Strumia, Pozzaghere, Einaudi è un acquisto antico, lasciato nella casa della montagna e, con riconoscenza, riletto in questa fine agosto.

Filippo Strumia è nato a Roma, dove vive. Lavora come psichiatra e psicoanalista di orientamento junghiano. Per Einaudi ha pubblicato Pozzanghere (Collezione di poesia, 2011) e Marciapiede con vista (Collezione di poesia, 2016).

P.S. Gli psichiatri e gli psicoanalisti sono una risorsa, ricordiamoci di questo.

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