Valentina Maran, racconti erotici per un lettore molto speciale

Valentina Maran, racconti erotici per un lettore molto speciale

La storia di un esordio stavolta ce la racconta Valentina Maran, copywriter freelance che si è formata nelle più grandi agenzie di comunicazione milanesi e dopo un trionfale licenziamento ha scritto “Premiata Macelleria Creativa” (Fandango 2011).

“È colpa di Tiziano Scarpa. Ho cominciato per colpa sua. Quindi se vi fa schifo come scrivo sapete con chi prendervela.Ci siamo conosciuti a un concorso letterario, lui era in giuria, il mio lavoro gli era piaciuto e aveva chiesto di me. Siamo diventati amici (certo, come lo si può diventare di uno che veneri perché pensi che non ce la farai mai a fare quello che ha fatto lui). Un giorno mi arriva un suo messaggio: è in Germania in una specie di “ritiro per artisti”. Mi dice che non ha più niente da leggere. Mi chiede di mandargli un racconto un po’ piccante dei miei. Però lungo, perché ho il vizio di scriverli corti. Altrimenti finisce subito.
Ok.

Di lì a qualche giorno gli consegno un racconto di 20 pagine, Si intitola “Daria”. Lo finisce subito. Gli è piaciuto. Il giorno dopo me ne chiede un altro, sempre lungo. Ho un mese di tempo. Ci sto?
Ci sto.

Un mese dopo, altro racconto.
E comincia tra me e lui una specie di gioco che culmina in una serie di racconti molto diversi, tutti però a sfondo erotico.
“È un libro” mi dice lui quando finalmente ci vediamo a Milano. Tiene in mano tutto il mio lavoro stampato. È un tomo di 150 pagine. Per me sono solo i miei racconti. Quelli che ho scritto per fargli compagnia. Mi aiuta a cercare un editore disposto a pubblicarlo. Non ne troviamo. Troppo forti i contenuti, nessuno che se la senta tra quelli che lui conosce.
Pace. Penso che resteranno nel cassetto, che è stato divertente, non ne faccio una malattia.
Scriverò altro.
Penso così, poi un giorno faccio leggere tutto a un altro amico scrittore, Raul Montanari, che mi dice: “Conosco una brava agente, te la presento”. Lei si chiama Agnese Incisa, una signora di Torino elegantissima, che incute soggezione e ammirazione al tempo stesso. Il lavoro le piace. Mi dice “sarà difficile”. Ha ragione, ci mette un po’ di mesi perché tutti reputano il libro troppo forte. Lei non mi illude. Pazienza, si vede che non c’è verso. Ci sono altre storie da raccontare. Poi un giorno mi chiama e mi dice che a Piemme il libro è piaciuto. Lo pubblicano. Ora bisogna trovare un titolo.

Nel 2006 esce L’uomo che mi lava. In pochi mesi vende 10mila copie. Non male per un’esordiente. Nel giro di un anno il libro risulta esaurito. Non lo ristamperanno più. Sono passati 7 anni: c’è ancora chi bussa alla mia mail per chiedermene un copia.
Nulla.
Finito.

Se mi chiedono perché non lo ristampo da sola, rispondo sempre che è ora che io scriva qualcos’altro.
Sì, è vero, ci sono due uomini, due autori dietro al mio libro. Due amici grazie ai quali sono riuscita a scriverlo. Mi hanno insegnato a considerarlo un romanzo. Ma senza un’agente sarebbe rimasto in un cassetto.

Questa è la storia di come è andata. E se il libro non vi è piaciuto arrabbiatevi anche con loro: Scarpa e Montanari. È stata soprattutto colpa loro. (Però, occhio, perché Montanari mena, io vi ho avvisati).”

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2 Comments

  • Di questa ragazza avevamo visto la libreria vero? Lo dico sempre io che ci vuole una buona agente. Oltre al talento, ovvio. Complimentoni, sì è ora di scrivere altro.

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