Arundhathi Subramaniam – A una poesia non ancora nata

Arundhathi Subramaniam – A una poesia non ancora nata

Arundhathi Subramaniam per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” di Elisabetta Bucciarelli che oggi, per la prima volta, diventa ospite, in casa sua.

Arundhathi Subramaniam – A una poesia non ancora nata – Interno poesia
Autore: Arundhathi Subramaniam
Casa editrice: Interno poesia
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Casa

Dammi una casa
che non è mia,
dove posso entrare e uscire dalle stanze
senza lasciare traccia,
senza mai preoccuparmi dell’idraulico,
del colore delle tende,
della cacofonia di libri accanto al letto.

Una casa leggera da indossare,
dove le stanze non sono ostruite
dalle conversazioni di ieri,
dove l’ego non si gonfia
a riempire gli interstizi.

Una casa come questo corpo,
così aliena quando provo a farne parte,
così accogliente
quando decido che sono solo in visita.

Questo non l’avevo mai fatto. Considerarmi in visita nella mia casa. Sentirmi provvisoria all’interno delle stanze private. Pensare che potrebbe non essere più la mia casa e io, per un istante, diventarne l’ospite.

Come la casa il corpo. Casa e corpo capaci di alleggerirsi e liberarsi dalle infinite parole dette, ripetute, gridate.

Sarebbe bello transitare senza lasciare traccia o fare in modo che sia un’impronta leggera, appena accennata. Lasciarsi accogliere come fossimo ospiti. Spostare i mobili dell’abitudine.

Cominciamo a seguire la poesia aprendo le finestre, lasciando uscire l’ego. Sì che si può. Nel frattempo abitiamoci con delicatezza, senza passare troppo tempo con noi. Usciamo, ogni tanto, e andiamo a fare visita a qualcuno. Possibilmente diverso da noi. Sono cose semplici, io non le faccio mai. Voi sì?

A una poesia non ancora nata, scritto da Arundhathi Subramaniam per Interno poesia, mi è stato regalato dall’editore. Questo è il suo momento di sottrarsi alla cacofonia di libri accanto al letto, di migrare sulla scrivania e poi di trovare un giaciglio nello scaffale di poesia. Provvisorio, ovviamente.

La bio di Arundhathi Subramaniam, tratta dal suo libro: Arundhathi Subramaniam è nata nel 1967 a Mumbai da famiglia originaria del Tamil Nadu. Ex danzatrice di Bharatha Natyam, è giornalista freelance e critica di danza, arte e spettacolo per conto di diverse testate. Come poeta ha pubblicato su numerose riviste e sulle pagine di poesia di “The Independent”. Cura la sezione indiana del portale di poesia internazionale “Poetry International Web” ed è traduttrice di testi teatrali dall’hindi. On Cleaning Bookshelves è la sua prima raccolta pubblicata nel 2001 presso Allied Publishers di Mumbai, seguita da Where I Live (Allied Publishers, 2005). Alcune sue liriche sono raccolte nell’antologia Reasons for Belonging (Penguin India, 2002), curata da Ranjit Hoskoté. Insieme a Jerry Pinto ha curato l’antologia tematica Confronting Love (Penguin India, 2005). Le sue raccolte sono state pubblicate in Inghilterra nel 2009 in un’antologia per la casa editrice Bloodaxe (Where I Live, New and Selected Poems). Ha curato per Penguin India un’antologia di scritti sul pellegrinaggio in India: Pilgrim’s India, e ha anche scritto una biografia di Sadhguru Jaggi Vasudev. Un’altra raccolta, When God is a Traveller è uscita alla fine del 2014 per Bloodaxe. Suoi testi sono contenuti nell’antologia di poesia femminile indiana L’india dell’anima (Le Lettere, 2000), a cura di Andrea Sirotti. Nel corso del 2015 ha ottenuto il premio Bigongiari-Il Ceppo, e il Khushwant Singh Memorial Prize for Poetry per When God is a Traveller. Per lo stesso volume è stata nel 2015 finalista per il prestigioso TS Eliot Poetry Prize.

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